Da Fioroni a Serracchiani e Gori: primi smottamenti nel Pd dopo la vittoria di Schlein
Schlein segretaria con 53,75%, Bonaccini al 46,25. La componente centrista non si riconosce nel suo programma. La vincitrice parla di «metodo condiviso e plurale». Le capigruppo Simona Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera hanno già annunciato che metteranno a disposizione il loro mandato
I punti chiave
- Il passaggio delle consegne con Letta
- Definitivo primarie: Schlein 53,75%, Bonaccini 46,25%
- Fioroni: Pd ormai lontano da noi, pronto nuovo network
- Serracchiani, pronta a passo indietro da capogruppo
- Gori, «Schlein? Dipende da lei se sarà ancora mio partito»
- Area Bonaccini attende, «noi leali ma ora dipende tutto da Schlein»
- Ipotesi nuovi capigruppo, in pole Boccia al Senato, Gribaudo-De Biase alla Camera
- Calenda, esito primarie non esclude alleanza con Pd
- Meloni chiama Schlein, mi aspetto opposizione durissima
- Colloquio telefonico Schlein-Mattarella
6' di lettura
A poche ore dall’affermazione alle primarie, la nuova segretaria del Pd Elly Schlein è chiamata a registrare i primi smottamenti all’interno del partito. A cominciare dalla componente centrista, che non si riconosce nel suo programma. Lei ha aperto al dialogo, delineando la strategia di gestione del partito: «Tenere insieme la comunità è fondamentale, senza rinunciare a una linea politica chiara - ha chiarito -. Ci confronteremo su scelte importanti che segnano un nuovo metodo: condiviso e plurale». Ha poi aggiunto che è il metodo con cui ha sempre lavorato e che spera di mettere al servizio del Pd.
Il passaggio delle consegne con Letta
Schlein si è recata al Nazareno, sede romana del partito, per incontrare il segretario uscente, Enrico Letta. È stato un passaggio di consegne informale. «L’assemblea ci sarà il 12 marzo - ha annunciato la neo segretaria del Pd- là verrà votata la nuova segretaria del Pd». Schlein ha anche ringraziato Letta per il lavoro svolto. Quest’ultimo le ha regalato un melograno benaugurante. «Ci riuniremo in questi giorni con la mia squadra per capire i primi passi e le prime scelte. Ma vorrei dire, sulla partecipazione, che vogliamo lavorare da subito per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento», ha aggiunto Schlein.
Definitivo primarie: Schlein 53,75%, Bonaccini 46,25%
Sullo sfondo, le code ai gazebo da parte di iscritti e simpatizzanti del Pd, a dimostrare la risposta del popolo alle primarie del 26 febbraio per l’elezione della nuova guida del partito. La Commissione nazionale per il Congresso ha comunicato i dati definitivi sull’affluenza alle primarie e i risultati del voto. Votanti: 1.098.623. Risultati: Schlein 587.010 (53,75%), Bonaccini 505.032 (46,25%)
Fioroni: Pd ormai lontano da noi, pronto nuovo network
Intanto però un nome storico dei Dem, ex ministro dell’Istruzione nel governo Prodi II, ha annunciato l’addio. «È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari e la Margherita - ha spiegato il fondatore del Pd, Beppe Fioroni, al Tv2000 -. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione». «Per questo - ha continuato Fioroni - abbiamo dato vita ad un nuovo network dei cattolici e democratici “Piattaforma popolare - Tempi nuovi” per farla diventare la casa di tutti quei popolari e cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati». «Vogliamo ripartire dai territori e ridare una speranza affinché queste idee e valori possano essere trasmessi ai nostri giovani e possano contribuire alla costruzione di un mondo migliore. Nel Pd rientrano Bersani e Speranza - ha concluso Fioroni - che erano usciti perché il Pd era troppo di centro ed oggi si trovano a casa loro in un partito di sinistra, noi costruiamo una nostra area per continuare ad essere orgogliosamente quello che siamo sempre stati».
Serracchiani, pronta a passo indietro da capogruppo
In un intervento all’emittente ligure Telenord, la capogruppo Dem alla camera Debora Serracchiani si è detta disponibile a fare un passo indietro. «Se come gesto di “benvenuto” metterei a disposizione il mio mandato? Posso parlare solo per me: è naturale che sia così - ha affermato -. Con l’elezione del nuovo segretario troverei normale che venisse rimesso il mandato, lo avrei fatto anche se avesse vinto Bonaccini. Ed è vero che i gruppi parlamentari sono il luogo dove il partito farà l’opposizione più dura e determinata. La Camera è il luogo dove oggi siamo riusciti a farla questa opposizione, penso ai temi della giustizia, delle Ong e della manovra di bilancio. Io continuerò a fare la mia parte».
Gori, «Schlein? Dipende da lei se sarà ancora mio partito»
«Me l’aspettavo? Un po’ sì. Nella parte finale della campagna congressuale, nella vigilia percepivo un diverso clima su fronte di Schlein. Si capiva che c’era stata una mobilitazione di nuovi soggetti. Su di lei avevo notato un clima diverso. Ha vinto Elly perchè è risultata più nuova, ha saputo coinvolgere giovani e donne e questo è un suo merito». Così Giorgio Gori, sindaco di Bergamo nel campo dei riformisti, a Omnibus su La7. «Ora Elly dovrà avere le capacità di valorizzare le diverse energie che si trovano nel Pd. Un partito con diverse fratture, con forti differenze territoriali tra Nord e Sud, generazionali, di cultura politiche che sarà importante tenere insieme e tutto questo dipende da lei, da come affronterà alcuni nodi fondamentali: terrà la posizione atlantista o no? Terrà la linea Letta sull’Ucraina o no? Sarà pragmatica sul lavoro che non è solo difesa dei salari ma anche creazione di lavoro o no?”. “Se sarà così il Pd sarà il mio partito. Io le faccio molti auguri, vedo anche gli aspetti delle potenzialità di quello che è riuscita a fare. Certamente però ci sono anche dei rischi», conclude Gori.
Area Bonaccini attende, «noi leali ma ora dipende tutto da Schlein»
Il day after è fatto di ovvia delusione, forte preoccupazione e attesa. Così la raccontano dalle parti del fronte che ha sostenuto Stefano Bonaccini. «Ora dipende tutto da lei», è il mantra di queste ore. E il sottotesto è “dipende da lei” se riuscirà a tenere il partito unito. «La preoccupazione è forte, il rischio di un’emorragia di dirigenti ed elettori è concreto», viene spiegato. L’attesa è su due piani. Il primo quello organizzativo. Schlein asso piglia tutto o chiederà una collaborazione? «Noi saremo leali, ma non diciamo che la sosteniamo. Noi restiamo a rappresentare un’area consistente del partito che Schlein non l’ha votata. A partire dagli iscritti che hanno votato Bonaccini con 18 punti di distacco», viene chiarito. Ma se Schlein aprirà a una gestione unitaria? L’impressione del fronte Bonaccini è che non sarà questa la strada che verrà scelta dalla neo segretaria. «E noi non chiediamo nulla, non chiediamo certo di entrare in segreteria».
Ipotesi nuovi capigruppo, in pole Boccia al Senato, Gribaudo-De Biase alla Camera
Simona Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera hanno già annunciato che metteranno a disposizione il loro mandato. Dunque, si potrebbe andare verso nuovi capigruppo in Parlamento. Ma con quale schema è tutto ancora da vedere. Due presidenti entrambi di maggioranza oppure no? Tra i parlamentari Pd si riferisce che sarebbe in pole Francesco Boccia come nuovo capogruppo al Senato, mentre alla Camera si fanno i nomi di Chiara Gribaudo, Chiara Braga e Micaela De Biase. L’idea, a quanto si riferisce, è quella di lavorare «sul pacchetto completo» e con ogni probabilità prima di una settimana non se ne farà nulla. Anche perchè va intanto sciolto il nodo dei rapporti con la minoranza, l’area Bonaccini sconfitta al congresso. E, si spiega, per definire il pacchetto completo «dipende molto da che tipo di accordo si fa con la minoranza e se si farà una segreteria unitaria o meno».
Calenda, esito primarie non esclude alleanza con Pd
«L’esito delle primarie non esclude l’alleanza con il Pd. Nella vita non si esclude niente, anche se è chiaro che siamo in posizioni molto diverse». È quanto ha messo in evidenza il leader di Azione Carlo Calenda. «Le prossime elezioni - ha continuato - sono le Europee, e andremo separati. Da qui alle elezioni europee per la politica è un secolo, e cambia tutto. Su temi specifici, per esempio il salario minimo che noi sosteniamo dalla campagna elettorale del 2018 - ha aggiunto - noi siamo prontissimi a collaborare. Sulla sanità che per noi è una priorità da prima del Covid, siamo disponibilissimi a collaborare. Ma sono singole cose, perché la linea della Schlein - ha ribadito - è molto diversa dalla nostra».
Meloni chiama Schlein, mi aspetto opposizione durissima
«Penso che sia uno scenario molto interessante, ho chiamato Elly Schlein per farle anche personalmente i miei auguri, ovviamente mi aspetto una opposizione durissima, io ho fatto una opposizione durissima». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a “Cinque minuti” di Bruno Vespa. «Il confronto delle idee non mi ha preoccupato, mai spaventato. Le ho sentito dire che Il pd “sarà un problema per il governo Meloni: per noi la democrazia non è stata un problema mai, semmai lo è stato per la sinistra per noi il confronto se è fatto sulle idee è una buona notizia. Sicuramente sono pronta al confronto e le auguro ancora lavoro».
Colloquio telefonico Schlein-Mattarella
Schlein, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È quanto si è appreso da fonti vicine a Schlein, che definiscono la conversazione “cordiale”.
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