La novità

Da Giorgio Armani debutto elegante nell’alta gioielleria

Con tre linee in vendita in alcuni monomarca in vista del Natale

di Giulia Crivelli

La collana in oro bianco e diamanti della linea Firmamento, appena presentata a Milano insieme alle linee Sì e Borgonuovo

3' di lettura

La prima ad attrarre attenzione sul tema è stata Chiara Gamberale: all’importanza del cimentarsi con esperienze completamente nuove , non importa a quale età né quanto impegnative, la scrittrice ha dedicato un libro, Dieci minuti, pubblicato nel 2013 da Feltrinelli. Una retorica, potremmo dire, tornata d’attualià, quella della prima volta, della sfida a uscire dai binari quotidiani e dalle piccole grandi sicurezze delle nostre esistenze (gli americani la chiamano comfort zone). Intorno all’importanza dei debutti, alla fame di vita a qualsiasi età, alla potenza salvifica del non porsi limiti, ruota un altro libro, appena uscito per Solferino, Prima che tu venga al mondo, in cui Massimo Gramellini racconta la sua paternità tardiva. Difficile paragonare le mini esperienze inedite di Chiara Gamberale al diventare padre, per la prima volta, a quasi 60 anni. Ma forse ha ragione Gramellini: un debutto è un debutto se viene vissuto come tale.

Sarebbe quasi certamente d’accordo Giorgio Armani, che ha appena presentato la sua prima collezione di gioielleria. In passato lo stilista si era dedicato alla costume o fashion jewellery (termini sofisticati per dire bigiotteria), in autonomia o collaborando con designer del settore. Da poco ha deciso di affiancare alle collezione Armani Privé di haute couture, che sfilano a Parigi, una collezione di alta gioielleria. Ma si tratta di pezzi unici, proprio come gli abiti, destinati a un pubblico ristrettissimo e con costi esorbitanti.

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In occasione dell’Armani Day del 14 novembre, in cui Armani ha sfilato a Milano con la collezione pre-fall e ha inaugurato una mostra dedicata agli accessori, c’è stato anche lo spazio per il debutto delle tre linee di gioielli Borgonuovo, Firmamento e Sì. «Trovo entusiasmante il mio lavoro perché mi consente di vivere continuamente delle prime volte», ha spiegato Armani descrivendo proprio l’Armani Day di poco più di due settimane fa e le sue tre novità assolute: la sfilata di una collezione che fino a oggi andava direttamente in negozio; la gioielleria e la mostra sugli accessori, con ottocento pezzi tra scarpe, borse e molto altro. Una parte del suo lavoro creativo che lo stilista ha sempre trattato con understatement, ma nella quale è stato nondimeno pioniere. Come dimostra il successo della borsa La Prima, appena riproposta in nuovi pellami e lavorazioni più leggere, ma che debuttò – sempre a proposito di esordi – alla fine degli anni 90, quando chi faceva soprattutto abbigliamento non aveva ancora compreso il potenziale della diversificazione nel redditizio segmento degli accessori.

Tornando ai gioielli, si tratta per ora di un lancio riservato alle boutique Giorgio Armani di Milano, Roma, Parigi, Londra, Francoforte, New York, Los Angeles, Hong Kong e Tokyo, dove le tre linee sono in vendita dall’inizio del mese, giusto in tempo per Natale.

Non è facile inserire in un universo creativo tanto complesso e variegato come quello di Armani un nuovo elemento. O meglio: non è facile dandogli il giusto rilievo e comunicando un’idea di coerenza e armonia. Il risultato è raggiunto, anche grazie ad accorgimenti linguistici, per così dire. La linea Firmamento richiama un grande amore dello stilista, quello per la luna e le stelle; Borgonuovo è il nome della via del centro storico di Milano dove si trovano sia la sede storica dell’azienda sia l’abitazione di Armani. Una via scelta con cura, specie per la casa privata dello stilista-imprenditore: è a ridosso del quadrilatero della moda, ma silenziosa e immune da traffico ed esercizi commerciali. Ed è un mix di palazzi moderni e d’epoca, miracolosamente sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale che rasero al suolo La Scala o i bellissimi edifici della vicina via Verri, ad esempio. La terza linea si chiama Sì, come il profumo da donna già diventato best seller e al quale viene facile associare Cate Blanchett, amica e ambasciatrice del brand Armani in tante sue declinazioni, dalla linea Privé al beauty, appunto.

I passi successivi della gioielleria Giorgio Armani sono ancora avvolti nel riserbo: impossibile si tratti di un’esperienza unica, anche perché lo stilista ha dimostrato di saper seguire decine di progetti contemporaneamente, dal pret-à-porter alla ristorazione, passando per l’amata divisione Armani/Casa e senza trascurare i progetti espositivi all’Armani /Silos. Ancora una volta, lo stilista dimostra il giusto tempismo: siamo in una fase di transizione della gioielleria, per decenni rimasta unbranded e che ora ambisce ad attrarre non solo per il valore intrinseco, ma per quello legato al marchio. Ed è difficile immaginare un brand italiano più forte di Armani.

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