Da Guareschi a Pellico, i riferimenti letterari di Salvini nella campagna elettorale per l’Emilia Romagna
Da Guareschi a Pellico, i riferimenti letterari di Salvini nella campagna elettorale per l’Emilia Romagna crescono man mano che si avvicina l’appuntamento con il voto
di Andrea Carli
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Più si avvicinano le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, più i rimandi del leader leghista Matteo Salvini a opere letterarie, complice anche l’ennesimo caso in cui al Senato si discute se concedere o meno il via libera al processo nei suoi confronti per il caso Gregoretti, aumentano. Dal Silvio Pellico de “Le mie prigioni” al Giovannino Guareschi di “Don Camillo” la letteratura, forse un po’ tirata per la giacchetta dal leader del Carroccio, va in scena sul palco della politica.
Dal palco di Comacchio il riferimento a “Le mie prigioni” di Pellico
A tenere banco in queste ore è il dossier migranti. E proprio l’ipotesi che la Giunta delle immunità del Senato decida alla fine di dire sì alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania di processarlo per il caso Gregoretti - l’Aula sarà chiamata a esprimersi il mese prossimo - ha spinto Salvini a ricorrere al testo di memorie nel quale il patriota italiano Silvio Pellico, arrestato nell’ottobre del 1820 con l’accusa di aver aderito ai moti carbonari, ha descritto la sua esperienza di detenzione prima ai Piombi di Venezia, poi nel carcere dello Spielberg di Brno e infine in un ufficio londinese. «Ma sei matta! Per fermarmi mi devono arrestare, vabbè che non manca molto ma, in caso, da dentro, scriverò le “Mie prigioni” come Silvio Pellico», ha detto il segretario della Lega replicando, nel corso di un incontro con i pescatori delle Valli di Comacchio, a una donna che lo ha invitato a non mollare.
Salvini: «Peppone oggi voterebbe Lega»
Ma il resoconto di Pellico non è l’unico testo a cui in questa campagna elettorale in vista del voto di domenica prossima, 26 gennaio, ha fatto riferimento Salvini. Tra le opere menzionate dal leghista anche il filone “Don Camillo”, apolavoro di Guareschi. Una scelta per sottolineare che, a suo avviso, la sinistra ha perso il contatto con il popolo. Insomma, è il messaggio che Salvini ha lanciato nelle piazze dell’Emilia Romagna nelle quali ha tenuto comizi elettorali, a cominciare da Brescello (una foto lo ritrae mentre abbraccia la statua di Peppone), «Don Camillo e Peppone oggi voterebbero Lega».
In Calabria con il libro del magistrato Gratteri
Dall’Emilia Romagna alla Calabria, cambia la regione ma la strategia di fare dei rimandi ai libri per trasmettere un messaggio politico è la stessa. Il 18 gennaio Salvini ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto che lo ritrae con un’arancia nella mano destra, e un libro del magistrato e saggista italiano Nicola Gratteri nella sinistra. «Un grande calabrese in prima linea contro la ‘ndrangheta», ha sottolineato l’ex vicepremier. Un altro libro per lanciare un messaggio politico in una campagna elettorale che, nonostante il voto sia alle porte, non accenna a abbassare i toni.
Per approfondire:
● Farsi un selfie con Matteo Salvini sulla via Emilia
● L’immigrazione non è più un’emergenza. Non per merito di Salvini
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