Da Gucci a Starbucks: gli Nft seducono anche i grandi brand
In Italia gli influencer più rilevanti sono Dangiuz, Annibale Siconolfi e Federico Clapis: l’arte diventa uno strumento per le nuove campagne di marketing
di Giampaolo Colletti e Fabio Grattagliano
I punti chiave
4' di lettura
Da una piccola torrefazione di New York parte la rivoluzione degli Nft. Perché tra un cappuccino e un caffè lungo Nick e Dan Hunnewell, proprietari di Coffee Bros, hanno lanciato la prima caffetteria al mondo finanziata dagli Nft.
Si sono inventati la Crypto Barista, ed è stato un successo travolgente: la prima stagione è stata incentrata su sessanta personaggi disegnati a mano, colorati, irriverenti e amanti del caffè. Progetto dal risvolto sociale: grazie agli introiti della vendita delle opere d’arte vengono finanziati progetti di valorizzazione della filiera equa e solidale del caffè.
«L’obiettivo di Crypto Barista è costruire una comunità di individui che apprezzano l’arte, la caffeina, l’imprenditorialità e l’innovazione», hanno dichiarato alla stampa. Oltreoceano Nick e Dan guidano la classifica degli Nft influencer e battono sui tempi addirittura colossi consolidati. Pochi giorni fa Starbucks in un post sul suo blog ha dichiarato di voler introdurre una linea di token non fungibili brandizzati. «Siamo affascinati dal modo in cui gli Nft consentono alle persone di possedere una risorsa digitale che li lega ancora di più al brand», si legge nel post.
Dall’America all’Italia
Anche qui cresce una nuova generazione di influencer. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Alkemy – Il Sole 24 Ore, che si è focalizzata sui profili social che pubblicano contenuti rilevanti nell’ambito degli Nft. Oggi la nicchia sta lasciando il posto ad un fenomeno più esteso e che si sta ibridando con altri mondi.
«Sicuramente si tratta di un fenomeno in via di sviluppo, ma prima che diventi davvero mass market è necessario che queste nuove tecnologie vengano adottate da una massa critica di persone. Per il Financial Times nel 2021 si contavano 360mila Nft owner per un totale di circa 3 milioni di Nft detenuti. Questa cifra è destinata a crescere. Per esempio la moda già sperimenta nuove modalità di ingaggio dei consumatori. Gucci ha lanciato un drop esclusivo della borsa Dionysus e Dolce e Gabbana ha proposto Nft DGFamily, prevedendo vantaggi per i suoi clienti sia nel mondo virtuale che in quello fisico» racconta Federica Lambicchi, Marketing, strategy & alliance director di Alkemy.
Il dominio dell’arte
Tra le tendenze dirompenti c’è quella degli influencer Nft legati all’arte. Non è un fenomeno passeggero: l’80% della classifica è composta da virtual artist, mentre il 20% da influencer più tradizionali che pubblicano post o video con un fine divulgativo.
Dall’analisi è emerso che, a differenza dei crypto influencer, Instagram è il canale più utilizzato: tutti i top 10 Nft influencer hanno un profilo che genera in media più di 3000 interazioni per post. Ma oltre al social fotografico ci si appoggia anche su Youtube, Facebook e Twitter. Proprio nell’ultimo anno i cinguettii sono cresciuti in modo esponenziale.
Gli influencer più seguiti
Al primo posto della top 10 Nft influencer italiani si trova Leopoldo D’Angelo alias Dangiuz, seguito dall’artista e architetto Annibale Siconolfi, alias Inward. La sua arte è caratterizzata principalmente da città distopiche e paesaggi futuristici in 3D. Al terzo posto troviamo Federico Clapis, visual artist italiano che nel 2015 fa conoscere alla sua community social, alimentata fino a quel momento con contenuti di intrattenimento, i suoi progetti artistici.
«I social vengono sempre più di frequente utilizzati da creator di collezioni di Nft allo scopo di promuovere i propri prodotti. Il tono di voce specifico di un influencer, insieme al modo di interfacciarsi con i suoi follower, assume un valore fondamentale poiché incide di fatto sul valore economico reale o percepito degli Nft. Il linguaggio utilizzato risulta per lo più informale e inclusivo», precisa Lambicchi.
Le campagne di marketing e gli Nft
L’arte è centrale anche come implicazioni sulle campagne di marketing. Così i social mostrano le opere virtuali raggiungendo un pubblico molto più ampio rispetto alle gallerie tradizionali. «Si tratta di un trend estremamente interessante per i brand in quanto permette di azionare nuove leve di marketing e influencer marketing abilitate dalle caratteristiche intrinseche degli Nft. Infatti tramite Nft è possibile rendere il rapporto tra influencer e follower ancora più personale perché si ha accesso a contenuti unici ed esclusivi del proprio artista di riferimento», dice Lambicchi.
Louis Vuitton ha inserito all’interno del gioco “Louis The Game” 30 Nft da collezione, dieci dei quali creati da Beeple, uno degli artisti americani più quotati della Nft art. In Italia Olmetex, azienda comasca specializzata nella produzione di tessuti tecnici e giunta alla terza generazione, ha invitato quattro tra i migliori writer al mondo –Zoow24, Trane, Schiche e Shek – a rinnovare le facciate del proprio stabilimento. Il graffito è stato poi scomposto e frazionato in relativi Nft. Anche così il classico headquarter prova ad abitare i nuovi mondi virtuali.
Il primato di Dangiuz
Svetta nella classifica italiana tra gli influencer legati agli Nft, ma il suo incontro con questo mondo è abbastanza recente. Così da giugno 2020 Leopoldo D’Angelo, alias Dangiuz, inizia ad appassionarsi al tema. Figura poliedrica: si tratta di un artista, art director e graphic designer specializzato in tematiche fantascientifiche e retro-futuristiche che vende le proprie opere Nft su SuperRare, piattaforma che offre un servizio di tokenizzazione proprietario, determinando l’autenticità e l’unicità dell'opera.
«Mi piaceva l’idea che potesse esistere una certificazione indiscutibile associata alle opere digitali e così con il passare dei mesi mi sono appassionato ed ho cominciato a seguire questo mondo, imparando molte cose. Oggi ci sono tantissimi creativi che uniscono abilità artistiche, meccaniche e concettuali per dare vita a nuovi progetti», racconta D’Angelo, torinese, classe 1995, studi legati alle arti grafiche e con in tasca un diploma di grafico pubblicitario.
Lui stesso si definisce artista digitale e per produrre le sue creazioni utilizza programmi 3D come Cinema 4D ed Octane Render. «Gli Nft sono un’opportunità, ma bisogna stare attenti anche alle truffe e alle promesse di guadagni facili», precisa D’Angelo.
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