Da H&M a Bella Hadid, la moda riscopre la bellezza della normalità
di Marta Casadei
4' di lettura
La società ai tempi di Instagram è una vetrina di bellezze. In molti casi, plasmate con filtri e applicazioni ad hoc. Che permettono di spianare rughe, sbiancare denti, levigare gambe e assottigliare fianchi. Se, insomma, P hotoshop era riservato alle campagne pubblicitarie e alle copertine dei magazine, oggi è a portata di smartphone. E di tutti.
In un momento storico in cui, dunque, rendersi più belli sembra essere molto semplice, dalla moda arrivano segnali opposti. Che parlano di persone normali e di accettazione di sé. Difetti compresi, senza calcare troppo la mano sulla “bacchetta magica” digitale.
Gli esempi recenti sono tre. Il primo è la campagna pubblicitaria di H&M per la collezione beachwear 2019 che mostra giovani donne in bikini. La notizia è che non si tratta di supermodelle dal corpo scolpito, ma di ragazze normali che non nascondono i fianchi morbidi. Le immagini, postate dal brand svedese sui social, hanno subito riscosso un successo trasversale: chi deciderà anche solo di provarsi il bikini, potrà farlo con “leggerezza”, senza dover confrontare la propria immagine (imperfetta, come tutte) davanti allo specchio con un modello di perfezione irraggiungibile.
Il secondo è quello di Bella Hadid, lei sì supermodella e influencer con cachet stellari, che al Met Gala 2019 ha indossato un abito di Moschino con un pronunciato cut out che lascia intravedere delle smagliature. Prontamente immortalate dai fotografi sul red carpet del Metropolitan museum di New York. La modella, 24,2 milioni di follower su Instagram, non solo ha ripostato l'immagine sul suo account, ma ha ricevuto parecchie lodi sui social media proprio per l'atteggiamento “body positive” che l'ha portata a indossare l'abito senza curarsi delle potenziali critiche.
Il terzo risale a qualche giorno fa: Gucci ha lanciato il suo primo lipstick e Alessandro Michele ha scelto Martin Parr per immortalare una serie di sorrisi decisamente imperfetti, con l’obiettivo di veicolare il concetto che la vera bellezza sta proprio nelle imperfezioni.
Qualcosa sta cambiando, insomma. Ma le aziende della moda, utilizzando quegli stessi strumenti che promuovono le immagini impeccabili di top model e influencer, saranno in grado di diffondere con costanza questo un messaggio diverso, opposto? Il vero interrogativo è questo.
Il tema del body positive, a dire il vero,è uno dei cavalli di battaglia di molte influencer: da Chiara Ferragni, che lo scorso anno aveva replicato a un articolo ( che la descriveva insieme alle sue amiche «rotonde e felici») con l'hashtag #bodyshamingisforlosers (Deridere qualcuno per il proprio corpo è da sfigati) e la precisazione che «le donne devono sentirsi bene con se stesse, non sembrare perfette» fino a Serena Williams, la pluri iridata tennista che non ha mai nascosto le sue forme prorompenti (né su Instagram né sulle copertine dei magazine che l’hanno voluta come protagonista) anche dopo la nascita della figlia Alexis Olympia, nata nel 2017.
Sempre in prima linea su questo fronte c’è anche l’Estetista Cinica, alias Cristina Fogazzi che ha fatto dei social un volàno e, insieme, uno strumento di comunicazione con le donne, spesso troppo severe con se stesse o a caccia di miracoli (soprattutto dall’estetista): «Molte delle ragazze che seguite su Instagram – ha detto in una story, commentando proprio la campagna H&M–non sono ragazze con un fisico normale, ma con un fisico da modelle. Non tutte le donne hanno un fisico da modelle, ma non fanno nemmeno le modelle. Non so dove andiate al mare voi, ma nelle spiagge dove vado io Gisele Bundchen non l'ho mai incontrata».
E che dire di Meghan Markle: la duchessa del Sussex proprio oggi pomeriggio si è mostrata al pubblico per presentare, così come vuole la tradizione, il royal baby alla stampa ( e al mondo intero), senza nascondere il corpo ancora gonfio dopo il parto (cosa che, peraltro, molti giornali hanno sottolineato). Un gesto forse poco spontaneo ( a volere la presentazione è il protocollo della casa reale), ma interpretato in modo “coraggioso”, senza vergognarsi del proprio aspetto o temere il giudizio altrui. Un coraggio apprezzato dagli utenti social che stanno sostenendo l’atteggiamento dell’ex attrice con numerosi commenti.
Il mondo della moda, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, epoca d’oro delle supermodelle, ha avuto standard di bellezza e forma fisica piuttosto irrealistici. Con conseguenti polemiche che hanno investito gli stilisti (anche lo stesso Karl Lagerfeld , che disse «nessuno vuole donne curvy in passerella»), le case di moda e i magazine, accusati di aver fatti sfilare o messo in copertina ragazze emaciate, dall'aspetto addirittura poco sano. E di averne fatto un altrettanto poco sano modello da seguire, rischiando di accentuare la diffusione dei disturbi alimentari tra le giovanissime (e non solo).
Le forme? Relegate all’immaginario curvy. Un business, peraltro, sempre più “visibile”: se il marchio Elena Mirò (gruppo Miroglio) sfilava a Milano già dieci anni fa e nel 2011 Vogue Italia aveva dedicato il servizio principale al tema, mettendo in copertina tre modelle formose, la settimana della moda di New York di febbraio 2019 è stata aperta da un retailer multimarca plus size, 11 Honor.
Il tema dell’eccessiva magrezza in passerella non va sottovalutato: la questione delle modelle troppo magre ha portato alcuni Paesi a promulgare leggi che vietano di mettere sotto contratto le mannequinn troppo magre, se non ne è stato certificato prima l'indice di massa corporea. La Francia, per esempio, ha adottato la legge “anti anoressia” nel 2017. In Italia, per ora, c'è solo una proposta di legge depositata a Montecitorio nel luglio 2018, a firma delle deputate Cinque Stelle Azzurra Cancellieri e Maria Lucia Lorefice.
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