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Da Immuni ad Evernote: ecco perché Bending Spoons ha comprato l'unicorno degli appunti digitali

Una società italiana che compra una società americana, della Silicon Valley oltretutto, fa sempre notizia, figuriamoci di questi tempi

di Gianni Rusconi

3' di lettura

Una società italiana che compra una società americana, della Silicon Valley oltretutto, fa sempre notizia, figuriamoci di questi tempi. A compiere l'impresa è Bending Spoons, la software house salita agli onori della cronaca due anni fa per aver sviluppato l'applicazione Immuni per il tracciamento del Covid nel nostro Paese, applicazione successivamente affidata (gratuitamente e in licenza perpetua) alla gestione di Sogei e PagoPA. L'azienda acquisita, per una cifra che non è stata rivelata (l'accordo si perfezionerà all'inizio del 2023) è la Evernote, popolare app per prendere appunti via smartphone che nel 2012 (a quattro anni dal lancio dell'app e grazie all'ingresso nella compagine azionaria dei fondi Sequoia, Meritech Capital e Nikkei) ha saputo raggiungere lo status di unicorno, toccando il miliardo di dollari di valore di capitalizzazione. Gli asset che passano sotto bandiera tricolore sono costituiti dai circa 100 milioni di dollari di ricavi ricorrenti, da milioni di clienti paganti (sui circa 250 milioni di utenti totali) e qualcosa come 11 miliardi di note create utilizzando gli strumenti di una piattaforma che, parole del Ceo e co-fondatore della startup milanese, Luca Ferrari, “si adatta perfettamente al portafoglio di Bending Spoons”.

Il mancato salto in avanti del 2020

“Anche se la proprietà sta cambiando, il nostro impegno a mantenere i dati al sicuro e protetti rimane fermo, l'Evernote che conosci continuerà a esserci e la decisione di accettare l'offerta di Bending Spoons rappresenta il prossimo passo strategico nel nostro viaggio per diventare un'estensione del tuo cervello…. e ci consente di trarre vantaggio dalla loro comprovata esperienza nelle app e l'ampia gamma di tecnologie proprietarie”. Con un post sul blog ufficiale, il Ceo dell'azienda di Sunnyvale, Ian Small, ha provato da parte propria a rassicurare la comunità degli utenti (oltre che gli investitori) sulla bontà del sodalizio con la startup italiana e tirato di fatto un colpo di spugna sulla presunta perdita di appeal dell'app (disponibile in forma gratuita e con una versione a pagamento) a causa di una concorrenza sempre più agguerrita. L'obiettivo dichiarato, insomma, appare quello di rilanciare la piattaforma, superare l'impasse di una situazione di cassa evidentemente poco brillante (il massiccio ridisegno dell'app avvenuto nel 2020 e la collaborazione avviata con Moleskine non hanno contribuito ad invertire la tendenza) e proseguire un percorso di sviluppo tecnologico che ha registrato negli ultimi tempi il rilascio diverse nuove funzionalità. A Bending Spoons, secondo i bene informati, toccherà il compito di aggiungere ulteriori feature, a cominciare da quella (di recente rilasciata in beta) che permette a più persone di modificare gli appunti in modo simultaneo (e a una singola persona di modificare la stessa nota su dispositivi diversi) per arrivare in futuro al supporto per i calendari di Microsoft Office 365.

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Dai giochi a quiz al round da 340 milioni

È considerata oggi una delle più importanti player nel mondo dello sviluppo di app a livello europeo, ha nel suo curricula soluzioni come la suite di video editing Splice e il tool di editing di foto basato su intelligenza artificiale Remini ma è indubbio che Bending Spoons debba la sua popolarità presso il grande pubblico ad Immuni. Era infatti l'aprile di due anni fa, in pieno lockdown, quando il Governo italiano affidò alla società milanese il compito di realizzare l'app di tracciamento dei contatti per contrastare la diffusione del Coronavirus. Per tornare alla data di fondazione della startup, avvenuta a Copenaghen, occorre tornare invece indietro di sette anni, al 2013, mentre è dell'anno successivo la decisione dei cinque fondatori (quattro italiani) di trasferire le attività in Italia, a Milano, con l'ambizioso intento di portare sul mercato prodotti rivoluzionari. Ecco quindi nascere app di successo (soprattutto per iOs) come Live Quiz e 30 Day Fitness, superare in poco tempo la barriera dei 10 milioni di utenti attivi mensilmente su scala mondiale (oggi siamo a 90 milioni, con circa 500 milioni di download delle sue applicazioni) e diventare molto appetibile per gli investitori. Dopo l'ingresso di H14 (family office già azionista di Fininvest), del fondo asiatico NUO Capital e di StarTip, Gruppo TIP, lo scorso settembre è arrivata la chiusura di un round da 340 milioni di dollari sottoscritto da Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Cherry Bay Capital e altri importanti operatori del mondo finanziario italiani e internazionali. Ora la nuova scommessa da vincere si chiama Evernote.


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