Da Dalì e il surrealismo a Giuseppe Penone: le mostre da visitare subito
Sette esposizioni, sette rassegne che spaziano dai grandi protagonisti del contemporaneo ai capolavori del surrealismo, dal pop americano ai preraffaelliti. Da Torino a Londra, da Milano a Roma, gli eventi che valgono un viaggio.
di Redazione
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Lee Lozano, Strike, Pinacoteca Agnelli (Torino)
Concentrare la propria pratica in poco più di dieci anni, combattere il sistema, annunciare uno sciopero contro l'arte, cambiare nome più volte e scomparire nel nulla: Lee Lozano è stata una donna dalle scelte radicali, sia sulla scena newyorkese degli anni Sessanta – dove ha tenuto banco con le sue provocazioni, immagini sessuali, taccuini e istruzioni per le performance - sia nella decisione di essere dimenticata, sotto una lapide senza nome. Di lei parlano ancora le opere, raccolte nella prima rassegna monografica italiana con la curatela di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti: Strike , alla Pinacoteca Agnelli di Torino (fino al 23 luglio), verrà poi presentata alla Bourse de Commerce di Parigi (da settembre a febbraio 2024). Al centro della mostra la serie dei Tools, in cui martelli, cacciaviti e altri arnesi diventano parti del corpo umano, e la serie degli Airplanes, in cui gli oggetti entrano in relazione con gli orifizi della donna.
Giuseppe Penone, Gesti Universali, Galleria Borghese, Roma
La Galleria Borghese torna ad aprirsi al contemporaneo e si concede un appuntamento al buio, riuscitissimo, con Giuseppe Penone: a cura di Francesco Stocchi, Spazio di luce (dal 14 marzo al 28 maggio) sposa l'anima minerale dei marmi e delle sculture con gli innesti organici di foglie e legno dell'artista. Nei Giardini del museo il dialogo è tra la parte metallica delle sculture in bronzo e la ricchezza delle piante installate ex novo per sorreggere le opere.
A primavera anche il CRRI - Centro di Ricerca Castello di Rivoli dedicherà spazio a Giuseppe Penone: questa volta per mostrare le opere su carta donate dall'artista nel 2021. Si tratta di 219 pezzi, tra i quali una serie di materiali d'archivio, oltre alla versione espositiva di Svolgere la propria pelle – finestra, 1970-2019. La donazione segue quelle in favore del Philadelphia Museum of Art e del Centre Pompidou di Parigi.
Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo, Mudec, Milano
Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo (fino al 30 luglio) è la mostra del Mudec che esplora i temi del sogno, della realtà, della psiche, dell'amore e del desiderio attraverso la lente surrealista. In esposizione ci sono 180 fra dipinti, sculture, disegni e documenti provenienti del museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, in dialogo con alcune opere della collezione permanente del museo milanese. Le sei sezioni in cui è organizzata raccontano il complesso mondo del Surrealismo, che oltre all'arte ha toccato il pensiero poetico e filosofico.
The Rossettis, Tate Britain, Londra
Inaugura il 6 aprile alla Tate Britain di Londra The Rossettis , la mostra che ripercorre il romanticismo e il radicalismo della generazione dei preraffaelliti, da Dante Gabriel Rossetti a Fanny Cornforth, da Jane Morris a Elizabeth Siddal. Il loro rivoluzionario approccio all'arte, all'amore e alla vita viene raccontato in un'esibizione immersiva che coinvolge la fotografia, il design, la pittura e la lettura di poesie (fino al 24 settembre).
Esplosioni. Artisti in Guerra, Castello di Rivoli, Torino
140 opere di 39 autori che hanno sperimentato l'orrore del conflitto: apre il 15 marzo Esplosioni. Artisti in guerra , mostra a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio. C'è Alberto Burri, che mentre serviva come medico nell'Esercito italiano in Nord Africa venne portato in un campo di prigionia in Texas. Ci sono le immagini di Elizabeth (Lee) Miller, che entrò con l'esercito americano a Buchenwald e Dachau. E ci sono due nuove committenze, affidate all'afgano Rahraw Omarzad e all'ucraino Nikita Kadan.
Rita Ackermann. Hidden, Masi, Lugano
Nel 1992 Rita Ackermann lascia l'Ungheria per New York, cuore della scena artistica del tempo. Qui, per costruire il suo percorso, affronta la necessità di collegare la cultura pop americana e l'enigmatica oscurità europea, che si conciliano solo in un'essenza di paradosso perpetuo. Più tardi, vivendo gli effetti dell'abbandono al culto del pop, fa un passo ulteriore nella sua poetica: rinuncia alla figura, un processo che la porta a creare dipinti simili a disegni su una lavagna. Per ripercorrere le fasi della sua carriera, il MASI Lugano propone la personale Rita Ackermann. Hidden , con una selezione di opere dell'artista, realizzate negli ultimi 30 anni a New York (fino al 13 agosto).
Icônes , Palazzo Grassi, Venezia
La parola “icona” ha più accezioni: l'etimologia greca rimanda ai concetti di immagine e somiglianza, il suo utilizzo si riferisce generalmente alla pittura religiosa, mentre in tempi recenti è stata associato all'idea di modello. L'immagine è al centro di Icônes , mostra concepita per gli spazi espositivi di Punta della Dogana, a cura di Emma Lavigne e Bruno Racine. Tra figurazione e astrazione, il percorso invoca le sfaccettature dell'immagine fra pittura, video, suono, istallazione, performance, attraverso una selezione di opere della Collezione Pinault e dialoghi inediti tra artisti. Fra gli altri, David Hammons/Agnes Martin; Sherrie Levine/On Kawara (dal 2 aprile al 26 novembre).
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