Da Lodi alla conquista dell’Europa. Quattro milioni di fatturato per i cocktail in busta di Nio
Dopo l’apertura di una filiale commerciale in Uk ora l’obiettivo dell’ex startup, che ha all'attivo oltre 400 cocktail realizzati sia per le box destinate all'e-commerce sia su commissione, è di raggiungere i 10 milioni nel 2021
di Maria Teresa Manuelli
3' di lettura
Quattro milioni di euro di fatturato consolidato nel 2020 e l'obiettivo di arrivare a dieci nel 2021, una filiale diretta nel Regno Unito e l'intenzione di aprirne altre in Europa. Nio Cocktails, la ex startup di cocktail pronti (Nio, ovvero Needs Ice Only) in bustine grandi come un cd, chiude un anno in decisa evoluzione. «Il 2020 ha rappresentato una grandissima crescita per l'azienda, prima di tutto in Italia, dove abbiamo ormai affermato con il nostro e-commerce la posizione di leader nel mercato online nel segmento e consolidato la nostra rete di rivenditori, ormai quasi 300 nel territorio nazionale, selezionati per il loro posizionamento premium», dichiara Luca Quagliano, un passato di manager in Benetton, Calzedonia, Levi's e Vodafone, e uno dei fondatori assieme a Alessandro Palmarin. Oltre ai successi nel nostro Paese, il 2020 è stato caratterizzato dal lancio della branch commerciale in Uk, dove la società ha un team di otto persone e una filiale che nel suo primo anno di attività è riuscita a spedire più di 70 mila ordini e-commerce ai cittadini del Regno Unito. A seguito di questo risultato, il modello fortemente orientato al direct to consumer (e-commerce) sarà replicato in altri Paesi: Francia, Spagna, Germania, Svezia e Olanda. Mentre in quelli meno strategici, come Svizzera, Norvegia, Grecia, entrerà attraverso distributori. Il passo successivo sarà arrivare negli Stati Uniti, dove già sono avvenuti contatti da diversi distributori.
Continuo sviluppo e miglioramento del prodotto, delle operations e della struttura interna quindi per il brand nato nel 2017 come fornitore b2b per retailer specializzati, negozi design, concept store, hotel, ristoranti, wine store, duty free, compagnie aeree, yachting ecc. e che con il lockdown ha dovuto ri-orientare la propria strategia al consumatore finale: oggi in Italia il b2b vale il 60% e il direct to consumer il 40% del fatturato. Un modello spinto quest'anno anche da investimenti pubblicitari, sia in tv che online. «Il nostro è un obiettivo, certamente di crescita, ma non indiscriminata: prima di tutto vogliamo fare bene e restare ai massimi livelli di qualità del prodotto, del servizio e del packaging». L'azienda è nata per portare nelle case degli italiani la cultura del bere miscelato di alta gamma. «Per la qualità degli ingredienti e la creatività delle ricette ci siamo affidati a Patrick Pistolesi, figura di spicco nel mondo della mixology e sigillo di garanzia di tutte le creazioni». I cocktails sono prodotti artigianalmente secondo le ricette di Pistolesi, utilizzando i migliori spirits (vantano accordi con i più affermati produttori) e una filiera italianissima, nello stabilimento di proprietà di 1000 mq in provincia di Lodi. «Ricette, packaging, risorse umane... è tutto made in Italy. I primi tentativi li abbiamo fatti nel garage di mia suocera, ma oggi disponiamo di linee produttive all'avanguardia. Anche il packaging è frutto di uno studio accurato, realizzato con cartoncino e plastica riciclabile, che non rilascia sostanze a contatto con l'alcol. Tra l'altro siamo stati noi a far sì che questo tipo di attività, che in Italia non esisteva, venisse normata: prima di noi non c'era una legge che la consentisse».
A oggi l'azienda ha all'attivo oltre 400 cocktail, realizzati sia per le box destinate all'e-commerce sia su commissione con partner di eccellenza (tra i brand Armani, Bulgari, Acqua di Parma, Panerai, Maiani, GQ, Sanpellegrino, Perrier, Marina Rinaldi, Martini Bacardi...). «Riceviamo tante richieste di acquisto. Questo ci onora, ma ancora aspettiamo l'occasione e il momento giusto», conclude Quagliano.
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