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Da magistrato a criminale

Luigi Lo Cascio, giudice costretto a passare dall’altra parte della barricata, e la geniale avvocatessa Claudia Pandolfi sono i protagonisti dell’accattivante serie, che mescola storie di mafia, commedia nera e detriti pop

di Gianluigi Rossini

Crime. Luigi Lo Cascio è Nino Scotellaro

2' di lettura

Nel pressbook che Prime Video ha inviato come materiale stampa per The bad guy, gli sceneggiatori Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi citano come riferimenti Il Conte di Montecristo e Sciascia, l’Odissea e i Simpsons. I registi Giancarlo Fontana e (di nuovo) Giuseppe G. Stasi parlano di western, di Kurosawa e di Shakespeare.

Ma guardando i primi tre episodi (usciranno l’8 dicembre; i successivi tre, che non ho visto, andranno il 15), l’immaginario visivo e narrativo della serie sembra riprendere innanzitutto l’universo Breaking bad /Better call Saul: catene di causa effetto, personaggi con tratti forti e peculiari, un po’ da fumetto, mix di crime e black comedy; iniziare da un dettaglio per poi arrivare a un campo lunghissimo, riprendere l’azione da angolazioni inusuali, dominanza delle tonalità calde nei colori. L’altro riferimento che viene in mente è Bang Bang Baby, perché The bad guy sembra un tentativo più riuscito di fare un’operazione che, pur con molte differenze, ha un intento profondo simile: mescolare storie di mafia, commedia nera e detriti pop per ottenere un prodotto provocatorio e accattivante, divertente e stiloso.

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I protagonisti sono Luigi Lo Cascio nei panni del magistrato Nino Scotellaro, che dopo aver passato anni a combattere la mafia si ritrova costretto a cambiare barricata (diventando, appunto, il cattivo), e Claudia Pandolfi nei panni di Luvi Bray, geniale avvocata specializzata nel difendere i criminali. Ma la loro primazia non mette in ombra un intero mondo di personaggi e luoghi che arricchiscono enormemente il tutto, regalando numerosi momenti davvero efficaci: su tutti, il grottesco parco acquatico WowterWorld, le cui vasche di orche assassine hanno scopi più inquietanti del semplice intrattenimento. Il terzo episodio si apre con una canzone-spot di Colapesce e Dimartino su WowterWorld, un’idea magari non molto originale ma irresistibile, memorabile e memabile.

Il primo episodio è forse il più faticoso, soprattutto per il pesante trucco necessario a modificare il volto di Lo Cascio, che è ben motivato dalla storia ma riduce l’espressività dell’attore e distrae parecchio lo spettatore. Un po’ alla volta, però, la serie riesce a conquistare la nostra fiducia e iniziamo a tifare per Scotellaro.

«The bad guy»

Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi
Prime Video, dall’8 dicembre

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