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Da Manu Chao a «Diaz»: l’eredità culturale del G8 di Genova

Il Clandestino della Patchanka, il successo di «No Logo», Montalbano che minaccia le dimissioni. Cosa resta di libri, film e canzoni di quella stagione

di Francesco Prisco

Una scena del film «Diaz» di Daniele Vicari (2012)

3' di lettura

Il G8 di Genova non è mai finito. Almeno se consideriamo il dibattito tra chi sosteneva le ragioni della globalizzazione e il movimento No Global. Ancora di più se consideriamo il dibattito che ci ha accompagnato dopo i fatti di piazza Alimonda, la morte di Carlo Giuliani, la scuola Diaz, la Caserma di Bolzaneto. Un dibattito di idee che, in altre epoche, non avremmo esitato a definire ideologico. Se non fosse che il termine oggi suona ai più con un’accezione dispregiativa. Quella stagione ci ha lasciato un’eredità culturale che passa attraverso una bibliografia assai nutrita, documentari e film documentaristici, una lista di canzoni lunga così. Qui di seguito proponiamo una guida minima per chi intende approfondire.

I libri sulle idee di Genova

Ci sono libri sul G8 di Genova e libri sulle idee di chi si opponeva all’idea di un mondo globalizzato. Partiamo da questi ultimi: il punto di riferimento è senza dubbio No logo , saggio della giornalista canadese Naomi Klein uscito nel 2000. Un’inchiesta su come le multinazionali hanno cambiato il mondo (in peggio, secondo l’autrice). Nike, McDonald’s, Shell: ce n’è per tutti. Raccoglieva le ragioni del popolo di Seattle, divenne la Bibbia del Genoa Social Forum. Altro punto di riferimento del movimento è Noam Chomsky, linguista e attivista americano di area radical. Tra le sue opere più celebri, La fabbrica del consenso. La politica e i mass media , scritto a quattro mani con l’economista Edward S. Herman (Il Saggiatore, uscito per la prima volta nel 1988).

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I libri sui fatti di Genova

Veniamo quindi ai saggi sui fatti di Genova. Ricostruzione d’autore quella di G8. Cronaca di una battaglia di Carlo Lucarelli (Einaudi, 2009), dove il celebre giallista pone una serie di domande cui i processi non hanno fornito risposta. La bibliografia su quanto avvenne in città è davvero vastissima e spazia da ricostruzioni dei protagonisti di quella stagione (come il libro scritto a quattro mani per Feltrinelli da Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci, L’eclisse della democrazia. Dal G8 di Genova a oggi: un altro mondo è necessario ) a testimonianze dirette (come I fatti di Genova. Una storia orale del G8 di Gabriele Preglio per Donzelli) fino al graphic novel ( Carlo Giuliani, il ribelle di Genova di Francesco Barilli, Manuel De Carli, Becco Giallo). Ci fermiamo qua, ma la lista potrebbe essere ancora più lunga. Se ci spostiamo alla fiction, persino Montalbano, il commissario più celebre della storia della letteratura (e della televisione) italiana si è «sporcato» le mani con Genova. Ne Il giro di boa , romanzo di Andrea Camilleri uscito nel 2003 per Sellerio, il poliziotto numero uno di Vigata arriva a un passo dalle dimissioni, in polemica con i vertici di polizia. Due anni più tardi, l’opera diventerà una puntata della serie in onda su Rai 1. Con annesse polemiche.

I film

Nel 2012, a poco più di dieci anni dagli eventi storici, al Festival di Berlino vengono presentate due pellicole sui fatti di Genova. La prima e più nota è Diaz , film di Daniele Vicari sui pestaggi nella scuola che era sede del Genoa Social Forum. Un’opera corale: tra gli interpreti, Claudio Santamaria è capo della Mobile di Roma, Elio Germano un giornalista bolognese, Jennifer Urlich l’attivista tedesca picchiata nei pressi della scuola. Il film è fuori concorso ma piace molto all’estero e si aggiudica il secondo premio del pubblico della sezione Panorama. A quell’edizione della Berlinale si fa notare anche The Summit di Massimo Lauria e Franco Fracassi . Documentario sì, ma militante.

Le canzoni

Poi ci sono le canzoni: quelle che ascoltavano i militanti del Genoa Social Forum e quelle che racconteranno i fatti di Genova. In alcuni casi autori e interpreti coincidono. Si veda alla voce Manu Chao, il Clandestino della Patchanka, musicista simbolo della generazione No Global che a Genova c’era. Era l’anno del suo tormentone Me gustas tu , dopo tutto. Un anno più tardi racconterà il dramma di quei giorni in Que pasó, que pasó . Nada sceglie le immagini di quei giorni come commento video al suo Gesù . C’è il combat folk dei Modena City Ramblers de La Legge giusta e il metal dei Linea 77 di Avevate ragione voi . Ci sono i Bandabardò di Fine delle danze e Muoio, Good-bye degli Africa Unite. Qualcuno disse che la musica è la forma d’arte più immediata. Nessuno si stupisca, allora, se negli anni immediatamente successivi ai fatti di Genova sono state pubblicate quasi 200 canzoni sul tema. Che, in 20 anni, non hanno ancora esaurito il proprio ruolo di testimonianza.

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