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Da mercato a museo. La connessione, a pensarci, esiste: una trasposizione dal nutrimento del corpo a quello dello spirito, con le botteghe rimaste tali e quali, una dopo l’altra, diventate oggi sipari tra le sale dove sono esposte le opere d’arte. L’impatto è un grande edificio a pianta circolare, che tra poco sarà ampliato per realizzare una biblioteca. Se prima ci si andava a fare la spesa, dal 2019 entrare dentro il Macte, il Museo di arte contemporanea di Termoli, vuol dire provare l’emozione di osservare quadri, sculture, installazioni di artisti del nostro tempo. Una ricchezza in più per questa città portuale, turistica e industriale, punto di riferimento nel mondo dell’arte per il Premio Termoli, uno dei più longevi d’Italia, nato nel 1955.
Le due strade si incrociano, perché è proprio dal Premio Termoli che arrivano le 500 opere della collezione permanente del Macte, opere che prima della nascita del museo venivano conservate negli spazi comunali. Proprio questa affinità storica ha spinto il comune a realizzare un vero e proprio museo di arte contemporanea, esempio di integrazione pubblico-privato: il comune di Termoli ha ceduto alla Fondazione Macte in comodato d’uso sede e collezione, con il sostegno economico affidato al socio privato, Emi Holding, una società di investimenti che opera principalmente sul territorio del Molise, tra trasporti, servizi, turismo, immobiliare.
«Una gestione organizzata su logiche manageriali e imprenditoriali, con una visione a medio lungo termine», dice il presidente della Fondazione, Paolo De Matteis Larivera. «Un modello di governance a trazione privata», continua il presidente. Una scelta condivisa, una soluzione per evitare che i cambi di maggioranza politica nell’amministrazione comportino discontinuità nella progettazione e nella visione artistica e culturale del museo.
C’è bisogno di grande impegno per valorizzare un museo di arte contemporanea in una piccola città del Molise, fuori dalle rotte dell’alta velocità, non certo in cima alla lista delle destinazioni turistiche. Lo sanno bene sia il presidente, sia la direttrice artistica, Caterina Riva, che lavorano fianco a fianco, nei diversi ruoli che svolgono, per rafforzare immagine e contenuti del Macte. «Cerchiamo di dare un’offerta particolare, con proposte specialistiche che possano attrarre un pubblico mirato, come per esempio la mostra “Le 3 ecologie”, una collettiva di artisti italiani e internazionali che ha avuto come tema la lotta per la sopravvivenza nelle diverse parti del mondo», spiega la direttrice.
Ma si punta a crescere, anche con la collaborazione con altri musei: è in sinergia con il Maxxi di Roma, spiega la direttrice, che si terrà ad ottobre la mostra su Jacovitti, il celebre fumettista, nato a Termoli nel 1923. Ci sarà una campagna pubblicitaria comune, forse un biglietto integrato. È l’avvio di un percorso più ampio che proietta il Macte su scala nazionale, così come un prossimo imminente passo, a cui sta lavorando il presidente: una collaborazione strutturale, su un programma pluriennale, con un investitore privato. Una ricerca che dura da tempo e che si sta per concretizzare: «ho avuto la disponibilità di Carpenè Malvolti, realtà imprenditoriale a livello nazionale, soggetto che convoglierà attorno a sé altri 4 o 5 partner strutturali».
Le risorse servono, se si vuole crescere: per realizzare le iniziative culturali, per allargare gli spazi, come è già nei progetti, con un’ala dedicata a biblioteca. I visitatori lo scorso anno sono arrivati a quota 4mila. Ma il Macte ha la peculiarità di essere un museo gratuito, una scelta, dicono sia il presidente che la direttrice, che ne sottolinea il valore sociale e l’impegno sul territorio. Infatti, spiegano, è molto forte il legame con le scuole, le visite sono costanti durante l’anno, i ragazzi sono coinvolti, cimentandosi nel laboratorio dentro il museo, un’attività che è stata anche inserita in alcuni percorsi didattici.
E poi c’è la grande risonanza del Premio Termoli, arrivato alla 63° edizione, che nel 2020 ha allargato il raggio con una nuova sezione dedicata all’architettura e al design, accanto a quella tradizionale sulle arti visive. Le opere della sezione arti visive sono già in mostra. I vincitori saranno proclamati il 16 settembre.
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