Da Musk a Zuckerberg, ritratto dei ragazzi «viziati» di Silicon Valley
di Marco Valsania
5' di lettura
New York - Vengono celebrati come i grandi visionari del 21esimo secolo. Imprenditori e guru delle nuove frontiere hi-tech. Ma anche condannati quali ragazzi terribili - per quanto oggi un po’ invecchiati - della Silicon Valley. Ricchi e viziati. A volte petulanti. Talvolta tanto arroganti da cadere in gravi controversie e scandali, personali e di business. È una galleria di volti noti e meno noti, di fortune colossali e a volte di sfortune altrettanto esplosive. Dai loro ritratti affiorano i lineamenti di un monito, contro i rischi di staccare assegni in bianco a profeti del business e Wall Street.
Elon Musk
Il 46enne chief executive del leader dell'auto elettrica Tesla, con un patrimonio personale da 19 miliardi di dollari, ha fatto notizia di recente con il suo comportamento sopra le righe. Reduce da un trimestre con perdite record per 784,6 milioni di dollari, ha preso di mira gli analisti durante la conference call sui risultati: ha apostrofato le loro domande sulle finanze di Tesla come indesiderate e si è rifiutato di rispondere. Agli interrogativi dei professionisti della finanza ha preferito quelli ricevuti attraverso un canale YouTube dedicato alla finanza, HyperChange Tv, considerato un fan del gruppo. “Surreale”, è stato il giudizio di Jeffrey Osborne, veterano analista di Cowen che ha partecipato alla call. Il momento che ha fatto esplodere il “caso” ha visto per protagonista Tony Sacconaghi di Sanford Bernstein. Aveva chiesto lumi su futuri requisiti di capitale. Musk ha replicato: “Passiamo alla prossima. Domande ottuse e noiose non sono ben accette”. Musk lo scorso 11 aprile ha anche sbattuto il telefono in faccia al direttore dell'autorita' federale per la sicurezza stradale Ntsb, Robert Sumwalt.
Mark Zuckerberg
Il Ceo e fondatore di Facebook, 33 anni e un patrimonio da 70 miliardi, si è presentato in giacca e cravatta alle audizioni al Senato sullo scandalo di violazioni della privacy del social network. Ma se il portamento è stato calmo, a conti fatti le sue risposte sono state evasive: non ha spiegato come e perché la società abbia consentito o ignorato gli abusi sulla raccolta e l'uso di dati personali degli utenti. Ha spesso preferito ricordare gli inizi modesti dal gruppo, nello studentato di Harvard, piuttosto che ammettere il suo strapotere attuale. Ha presentato ripetute scuse e promesso miglior supervisione, anche sui contenuti visto lo scandalo parallelo della fake news nella politica che hanno visto le infitrazioni della Russia. Ma qualche migliaio di assunzioni previste a questo fine difficilmente paiono adeguate alle dimensioni della sfida. La realtà che Facebook ha oggi un controllo ineguagliato su informazioni personali di miliardi di persone non appare aver trovato risposte e prese di coscienza all'altezza da parte del suo grande protagonista. Zuckerberg, a Facebook, ha il 60% dei diritti di voto.
Sheryl Sandberg
Il direttore operativo di Facebook, 48 anni e 1,6 miliardi di patrimonio, è nota come una delle donne più potenti nell'universo ancora molto maschile dell'hi-tech americano. Ma nonostante il successo personale non è stata risparmiata da polemiche e accuse di insensibilità. Per le stesse ragioni del suo capo, Zuckerberg, la disattenzione alle violazioni delle privacy. È rimasta silenziosa e quasi assente dall'assunzione di responsabilità per lo scandalo. Sandberg è stata però anche criticata per la sua versione di femminismo troppo corporate, finita sotto i riflettori dopo la pubblicazione nel 2013 del libro best seller “Lean In”: è stata criticata per indulgenza nei confronti dei privilegi delle élite, con l'accento posto su azioni e carriere individuali di donne executive piuttosto che su impegno sociale e collettivo per migliorare la condizione delle donne nel mondo del lavoro.
Peter Thiel
Il 50enne finanziare che ha co-fondatore PayPal e oggi Palantir nei big data è quasi altrettanto noto per i suoi successi - una ricchezza da 2,5 miliardi - come per le sue idee e azioni controverse. Conservatore libertario, la sua ideologia è una rarità a Silicon Valley. Ma sono le sue azioni e comportamenti fuori dal business tradizionale che l'hanno portato alla ribalta: ha sostenuto fraggiandola la denuncia del lottatore Hulk HIogan contro il sito Gawker, che aveva pubblicato video di una sua relazione extracogoniugale. Una scelta motivata dal risentimento nei confronti del sito che qualche anno prima aveva rivelato la sua omosessualità. Definì il caso, che portò al fallimento di Gawker, come una “grand missione filantropica”. Thiel è anche famoso per finanziare progetti di futuristiche città galleggianti (seasteading) e allungare indefinito della vita umana.
Travis Kalanick
Il 41enne fondatore di Uber ha visto la combinazione della sua arroganza, aggressività e tolleranza di abusi contro le donne costargli le redini della società. Un anno fa un ingegnere, Susan Fowler, mise nero su bianco in un blog la cultura che aveva osservato nella società in termini di molestie sessuali. Sotto accusa finì presto lo stesso comportamento abrasivo di Kalanick fuori e dentro l'azienda. Divennero pubblici i suoi vanti di conquiste femminili. Registrazioni lo videro maltrattare e inveire contro un autista di Uber. La sue gestione finì anche sotto indagine per un software che consentiva di evitare ispezioni delle autorità e multe. E per una battaglia in tribunale con Google du furto di segreti industriali sulle tecnologie self-driving, poi conclusa con un patteggiamento. Nel giugno del 2017 Kalanick fu spinto alle dimissioni da amministratore delegato. È rimasto tuttavia nel board del colosso del ride sharing e ha un patrimonio personale tuttora stimato in 4,8 miliardi di dollari.
Elizabeth Holmes
A 34 anni la fondatrice di Theranos ha visto il suo patrimonio azzerato dagli scandali. La Sec ha concluso di recente che i vertici dell'azienda sono stati responsabili di uno scandalo a cavallo fra finanza e tecnologia da oltre 700 milioni di dollari. Tanti i fondi che hanno raccolti nel corso di anni, ingannando gli investitori sull'efficacia delle tecnologie e la performance del gruppo. Holmes ha accettato un accordo che le sottrae il controllo della società, le affibbia una multa da mezzo milione di dollari e la mette al bando per dieci anni da qualunque incarico dirigenziale o nei board di aziende quotate. La tecnologia inventata da Theranos, sbandierata come rivoluzionaria per gli esami di sangue usando solo poche gocce, non rispettava affatto le promesse e veniva utilizzata dal gruppo soltanto per una minuscola frazione degli esami più semplici. Tra le menzogne più eclatanti si conta il vanto che la tecnologia di Theranos fosse stata adottata dal Dipartimento della Difesa e utilizzata in Afghanistan e su elicotteri destinati a evacuazioni mediche. Completamente fasulla anche la previsione di bilancio che Theranos avrebbe generato oltre cento milioni di dollari di entrate nel 2014.
Martin Shkreli
Il 35enne uomo d'affari e finanziere è stato condannato in marzo per truffa a sette anni di carcere. È stata la fine di una meteorica carriera, che lo ha viso salire alla ribalta oltre che come investitore anche come dirigente farmaceutico, aggressivo e maleducato oltre collezionista di dischi rari e opere d'arte. Nel 2015 finì nella bufera quando, alla guida di Turing Pharmaceuticals, ottenne la licenza per il tradizionale farmaco antiparassitario Daraprim alzò il suo prezzo di 56 volte a 750 dollari. Del medicinale non esistevano versioni generiche e il ricaro suscito' unanime condanna. Nel dicembre di quello stesso anno fu arrestato per reati commessi quando era gestore di fondi e successivamente per aver ingannato investitori. Nel 2017 av affetto cinquemila dollari per una cicca di capelli d Hillary Clinton, portato alla revoca della sua liberta' condizionale per timore ce avesse incitato un assalto con la candidata presidenziale. Lui disse che scherzava e in precedenza aveva preso il desiderio di clonare Clinton. Il suo patrimonio resta di 70 milioni di dollari.
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