oltre 5mila A PROTESTARE

Da oggi docenti universitari in sciopero: a rischio i primi appelli di autunno

di Andrea Carli

(FOTOGRAMMA)

3' di lettura

Da oggi fino al 31 ottobre almeno 5.444 tra docenti e ricercatori che insegnano in 79 università italiane non si presenteranno al primo degli appelli della sessione di esame autunnale dell’anno accademico 2016-2017. Si tratta di una forma di protesta promossa dal Movimento per la dignità della docenza universitaria per farsi riconoscere gli scatti di stipendio bloccati dal 2011. Tutti gli esami di quell’appello sono rinviati all’appello successivo, che si terrà - questo sì - regolarmente. La proclamazione della protesta prevede che se l’appello è unico si scioperi e poi si chieda un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero. Una protesta con queste caratteristiche non si vedeva dagli anni Settanta.

Via libera della Commissione di garanzia sugli scioperi
La sessione autunnale inizia formalmente oggi, 28 agosto, e si chiuderà appunto il 31 ottobre. Anche se lo sciopero non tocca le altre attività istituzionali, come le lezioni o le sessioni di laurea, e ha ottenuto il via libera della commissione di garanzia sul diritto di sciopero, diversi studenti universitari si trovano a non poter contare sul primo appello per passare un esame. Considerato che di solito nella sessione straordinaria di autunno gli appelli sono due, perdere il primo significa aver a disposizione una sola opportunità per superare l’esame. Un esame non passato si va automaticamente a “sommare” al carico di lavoro della sessione successiva.

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La richiesta
In una lettera inviata il 27 giugno alla Presidenza del Consiglio dei ministri e a i ministeri Istruzione, Università e Ricerca, Funzione pubblica, Economia, Lavoro e ai rettori i docenti universitari hanno chiesto che gli scatti di stipendio, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal primo gennaio del 2015 (come avvenuto per gli altri comparti Pa) anziché - come è stato previsto dall’ultima legge di bilancio - solo dal 1° gennaio 2016. E che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015.

Le mosse degli atenei e l’incertezza per gli studenti
Gli atenei interpellati fino a ora segnalano che è difficile prevedere quanti saranno gli appelli a saltare. Da una parte fanno presente che non tutti i 49mila tra professori e ricercatori universitari in servizio (fonte Roars) aderiranno alla protesta; dall’altra spiegano che difficilmente chi ha intenzione di non presentarsi il giorno del primo appello della sessione autunnale lo comunicherà in via preventiva alla segreteria dell’università o agli organi di ateneo. Di certo, aggiungono, la confusione tra gli studenti è e aumenterà sempre di più man mano che si avvicina la scadenza, tant’è che sono considerevoli le richieste di informazioni che in questi giorni giungono agli sportelli, soprattutto per via telefonica.

La Statale di Milano: impossibile sapere chi aderirà alla protesta
Dall’Università degli Studi di Milano, ad esempio, spiegano che al momento 114 docenti hanno firmato l’appello online ma non è ancora possibile avere informazioni certe su chi parteciperà effettivamente allo sciopero (potrebbero farlo anche docenti che non lo hanno fatto). Domani l’ateneo milanese pubblicherà sul sito un’informativa per gli studenti.

Il prorettore dell’Università di Pisa: ancora presto per fare un bilancio
Sulla stessa linea la testimonianza del prorettore alla didattica dell’Università di Pisa (264 docenti nella lista di chi ha sottoscritto la lettera), Marco Abate: «La sessione autunnale di esami all’Università di Pisa - ricorda - avrà inizio il 1° settembre, quindi per avere i dati di adesione allo sciopero sarà necessario aspettare qualche settimana».Intanto sul suo sito l’università toscana ha invitato gli studenti che intendono sostenere esami nella sessione autunnale a effettuare come di consueto l’iscrizione online, in quanto l’astensione dei docenti potrà essere verificata solo nel giorno fissato per l’appello. Un consiglio che nasce dall’auspicio che alla fine la protesta venga promossa da un numero di professori più contenuto, con ripercussioni più soft sugli studenti dell’ateneo.

La vicerettrice di Torino: la prossima settimana incontrerò gli studenti
Anche all’università di Torino la sessione inizierà a settembre. C’è ancora qualche giorno per fare il punto sull’impatto che questa iniziativa avrà sull’attività dell’ateneo. I docenti che hanno annunciato l’intenzione di aderire alla protesta sono, in questo caso, 220. La vicerettrice alla Didattica, Lorenza Operti, rivela che la prossima settimana incontrerà alcuni rappresentanti degli studenti per fare il punto della situazione. I quali, confida, le hanno già chiesto di sapere quali sono gli appelli a rischio. «Professoressa, certo lo sciopero dei docenti universitari è già di per sè una notizia...». «In genere non abbiamo sindacati - osserva Operti -. Personalmente non condivido le modalità della protesta, ma sono d’accordo sui motivi che ne sono alla base». Adesso non resta che spiegarli agli studenti.

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