Sigarette più care da oggi: un pacchetto costa 20 centesimi in più
La manovra ha riconfigurato i criteri per il calcolo della quota specifica in misura fissa, nonché di quella ad valorem, che determina l’accisa
di Andrea Carli
I punti chiave
2' di lettura
Arriva una brutta notizia per i fumatori. Da mercoledì 15 febbraio, un pacchetto di sigarette costerà venti centesimi in più. I rincari riguardano 78 marche. Il contesto normativo di riferimento è la manovra. Entrata in vigore a gennaio, la legge di Bilancio (articolo 1, comma 122 della legge 197/2022) ha previsto che l’importo fisso per unità di prodotto è pari a 28 euro per 1.000 sigarette.
Per il 2024 l’importo specifico fisso per unità di prodotto è 28,20 euro per mille sigarette; a partire dal 2025 in 28,70 euro per mille sigarette. Questi importi modificati risultano diminuiti rispetto ai precedenti previsti dal disegno di legge di bilancio. In una prima fase infatti era stato previsto un importo specifico fisso per unità di prodotto, determinato, per l'anno 2023, in 36 euro per 1.000 sigarette, per l'anno 2024, in 36,5 euro per 1.000 sigarette e, a decorrere dall'anno 2025, in 37 euro per 1.000 sigarette.
Le accise aumentano, i produttori mettere mano o meno al prezzo
Considerato l’aumento delle accise, i produttori possono decidere se aumentare il prezzo di vendita o meno. Le variazioni dei prezzi dei tabacchi lavorati e di prodotti assimilati sono infatti stabilite in conformità alle richieste dei fabbricanti e importatori. Ora, dal 1° al 31 gennaio 2023 alcuni produttori e importatori hanno richiesto all’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli la variazione del prezzo di vendita di alcune marche di tabacchi lavorati, e per le quali risulta conclusa l’istruttoria procedimentale. Di qui i rincari che scatta da mercoledì 15 febbraio.
La determina
L’Agenzia ha pubblicato una determina (“Inserimento di nuove fasce di prezzo e variazione dei prezzi, nella tariffa di vendita, di alcune marche di tabacchi lavorati a decorrere dal 15 febbraio 2023”), nella quale sono riportati, nella tabella A dedicata alle sigarette, tutte le marche che hanno registrato un aumento del prezzo del pacchetto. Tra queste, per ricordarne alcune, Chesterfield, Philip Morris, Marlboro, Diana, Merit, Muratti.
Rincari anche per sigari e trinciati per pipa
Non aumenta solo il costo dei pacchetti di sigarette tradizionali, ma anche quello di sigari, tabacco da fiuto o trinciati per pipa. Con un margine più ampio: su questi prodotti le accise sono intorno al 30-35%, contro il 75% delle sigarette. Le marche dei sigari che registrano un aumento sono riportate nella tabella B della determina; nella tabella D c’è il tabacco trinciato, nella E sono invece riportati gli altri tabacchi da fumo.
Le novità introdotte dalla manovra
La manovra ha riconfigurato i criteri utilizzati per il calcolo della quota specifica in misura fissa, nonché di quella ad valorem, che determina l’accisa sui tabacchi lavorati. È stato inoltre innalzato l’importo dell’accisa minima gravante sul tabacco trinciato usato per arrotolare le sigarette, aggiornato l’importo dell’onere fiscale minimo per le sigarette, ridotte le aliquote dell'imposta di consumo gravante sui prodotti liquidi da inalazione e rideterminata, in riduzione, la tassazione delle sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, destinate ad essere inalate senza combustione. Sono stati definiti alcuni adempimenti a cui sono tenuti i soggetti che effettuano l’immissione in consumo di prodotti contenenti nicotina diversi dai tabacchi lavorati provenienti da uno Stato dell’Ue. La norma ha stabilito, tra l'altro, che questi soggetti sono tenuti al pagamento dell’imposta di consumo.
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