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Da Parigi a Cannes, gli hotel delle star per una notte o una vacanza da Oscar

Divi e produttori cinematografici si trasformano in designer per ripensare le suite dei loro alberghi preferiti. Da Francis Ford Coppola a Isabelle Huppert.

di Mariangela Rossi

La suite dell'Hôtel Martinez, a Cannes, ideata da Thierry Frémaux, direttore del Festival di Cannes (ph Michel Figuet).

3' di lettura

Come su un set: si può dire, quando uno spazio non è semplicemente dedicato a – per esempio la suite Ava Gardner allo Splendido Mare di Portofino – ma proprio pensato da. Da un'attrice Premio Cesar. O dal massimo critico cinematografico francese. O, ancora, da un regista collezionista di trofei. Sono già ospiti abituali, quindi perché non chiedere loro di personalizzare le stanze che abitano? È quello che sta succedendo nell'hôtellerie, dove sono i protagonisti del mondo del cinema a suggerire o scegliere il décor, aggiungendo tocchi di stile presi direttamente dalla propria vita. Un dettaglio, un abito, un libro. Qualcosa destinato a rendere unico e riconoscibile un luogo. Dopotutto, cinema e ospitalità hanno già dimostrato di poter lavorare insieme: basti pensare Robert De Niro e ai suoi Nobu Hotel (il prossimo aprirà ad aprile, a Roma) o al Gwinganna Lifestyle Retreat di Hugh Jackman, sulla Gold Coast australiana.

Frémaux insieme all'attrice Isabelle Huppert, anche lei ideatrice del décor di una suite dell'Hôtel Martinez, da poco rinnovato da Pierre-Yves Rochon (ph Thomas Vollaire).

Se quest'anno per la notte degli Oscar occorrerà attendere fino al 12 marzo, le atmosfere della più grande kermesse del cinema, e tutto il fascino del grande schermo e dei suoi protagonisti, si possono anticipare prenotando una camera d'albergo ad hoc. Molti hotel di lusso e con un passato glorioso vantano suite dedicate a icone della settima arte come Greta Garbo, Elizabeth Taylor o Grace Kelly – per la sua Diamond Suite all'Hotel de Paris, a Monte-Carlo, ha contribuito il figlio, Sua Altezza il Principe Alberto – ma l' Hotel Martinez di Cannes , da poco rinnovato da Pierre-Yves Rochon, è andato oltre. Riservando i 1.250 metri quadrati del suo settimo piano a Isabelle Huppert, attrice, e a Thierry Fremaux, direttore del Festival del cinema, perché scegliessero come trasformare i due appartamenti che si affacciano sulla grande terrazza.

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Il regista Francis Ford Coppola: suo il progetto della penthouse dell'Hôtel Lutetia (ph Eric Vernazobres).

Isabelle Huppert ha scelto di richiamare un'atmosfera a la Madame Bovary: sofisticata, in cui dominano il beige rosato e l'oro, tinte che ricorrono anche tra i vasi e le lampade, e occhieggiano nei giochi di specchi che esaltano la preziosità dei tessuti, e poi libri lasciati a disposizione dell'ospite. Thierry Fremaux ha invece optato per uno scenario grafico, maschile, con motivi optical bianchi e neri – un rimando tra pavimenti e tappeti – mobili dalle linee geometriche e particolari della sua altra vita da judoka (ha anche scritto un libro sul tema, pubblicato da Editions Stock), come una cintura da combattimento, lasciata in dotazione agli ospiti. Due essenze e due piatti contribuiscono all'armonia multisensoriale delle suite. Julie Masse, creatrice di fragranze di Mane, ha ideato Isabelle est là, con note di tuberosa di Grasse e fiori bianchi, per la prima, e Silence, composto da foglie di fico e legno di cedro, per la seconda. Christian Sinicropi, lo chef stellato del Martinez, ha messo a punto una proposta speciale per il servizio in camera: uova strapazzate alla maniera di Isabelle e funghi in fricassea per Thierry. Huppert, Orso d'oro alla carriera alla Berlinale 2022, è un'apprezzata co-designer: all' Hotel Lutetia , sulla Rive Gauche di Parigi, ha firmato una signature suite in cui ha lasciato ricordi di sé: un abito da sera di Yves Saint Laurent, la sceneggiatura de La pianista, regia di Michael Haneke, foto e libri, come Le poesie di A. O. Barnabooth di Valery Larbaud (in Italia e pubblicato da Einaudi).

Sempre al Lutetia, Francis Ford Coppola, habitué con la figlia Sofia, ha arredato la penthouse – disegnata da Jean-Michel Wilmotte, come la scala che conduce alla terrazza panoramica – con oggetti personali: sceneggiature, ritratti di famiglia, sculture della collezione Coppola, una copia de Il padrino di Mario Puzo con le sue personalissime note di regia.

L'attore e regista Adrian Grenier: The Ouroboros Mosquito è la camera progettata per il 21c Museum Hotel di Nashville (ph Courtesy 21c Museum Hotel Nashville).

Il 21c Museum Hotel a Nashville, oggi del Gruppo Accor, aveva comunque già fatto da apripista, affidando qualche anno fa una delle sue suite, The Ouroboros Mosquito, ad Adrian Grenier, attore, regista e produttore. Grenier aveva pensato a più creazioni d'arte: installazioni multimediali, un televisore a tubo catodico che trasmette le scene tagliate del suo documentario, Teenage Paparazzo, e una serie di opere che lo richiamano, tra cui stampe disegnate con Shepard Fairey.

Tornando a Parigi, soggiornare immersi nel cinema e possibile anche all' Hotel Paradiso . Qui le finestre delle camere si trasformano in maxi-schermi, le suite sono dotate di sala di proiezione privata e, sul tetto, se ne trova una all'aperto, con vista sulla Tour Eiffel. Inaugurato nel 2021 su progetto degli architetti Daniel Vaniche e Paula Castro, ha la firma dei fratelli Nathanaël ed Elisha Karmitz, tra i più importanti distributori di cinema d'autore, proprietari di molte sale cinematografiche e della società di produzione MK2. Adesso anche inventori di un nuovo modo di fruire della settima arte.

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