Sport e guerra

Da Premier e Ligue 1 stop alle tv russe e la Cina oscura il campionato inglese

Le tensioni per l’invasione dell’Ucraina si rispecchiano anche nella gestione mediatica degli eventi calcistici sempre più al centro di dispute tra entertainment e geopolitica

di Marco Bellinazzo

(REUTERS)

3' di lettura

Non bastassero le conseguenze della guerra in Ucraina sui calendari di tutte le discipline sportive, le squalifiche di atleti, nazionali e club russi e bielorussi, la cancellazione di eventi e la fuga degli sportivi stranieri dai campionati russi, negli ultimi giorni si è aperto anche il fronte mediatico. Non sorprende che gli eventi calcistici siano al centro di dispute per la loro collocazione oramai radicata nell’entertainment e nella geopolitica. Tuttavia, l’estensione di questi intrecci e le conseguenze che ne derivano sul piano delle scelte politiche dovranno indurre a serie riflessioni sul futuro della gestione dei diritti tv.

I giocatori del Manchester City si schierano indossando magliette che mostrano la bandiera ucraina e parole con la scritta “No War” prima della partita di calcio della Premier League inglese tra Everton e Manchester City al Goodison Park di Liverpool, nel nord-ovest dell’Inghilterra il 26 febbraio 2022. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

I dubbi della Premier League

Subito dopo lo scoppio del conflitto, la Premier League ha avviato una revisione degli accordi televisivi con la società russa che trasmette oltre l'ex Cortina di Ferro il campionato inglese. Si tratta del servizio over-the-top Okko di Rambler Media appartiene alla banca statale Sberbank. Questo contratto vale circa 7 milioni di euro annui ed è in vigore fino alla fine della stagione. Nel frattempo la Premier ha già venduto i diritti tv degli anni successivi in Russia a Match TV, di proprietà di Gazprom Media, la più grande holding mediatica russa controllata da Gazprombank. Il nuovo contratto della durata di sei anni prevede un corrispettivo di circa 50 milioni di euro totale e “dovrebbe” entrare in vigore dalla la stagione 2022/23. «L istiamo esaminando molto da vicino in termini di sospensione o cessazione - ragionava l’amministratore delegato della Premier League Richard Masters il 3 marzo scorso durante il Business of football Summit del Financial Times -. Per molti aspetti, vorrei che il popolo russo vedesse la forza del sentimento in Premier League e nel calcio inglese in questo fine settimana». Nel weekend tra il 5 e il 7 marzo, infatti, i capitani dei 20 club del massimo campionato inglese sono scesi in campo con fasce speciali con i colori giallo e blu, mentre sugli schermi di tutte le tv del globo hanno campeggiato il brand della Premier sullo sfondo della bandiera ucraina e la frase “Football Stands Together”.

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I giocatori dell’Everton tengono le bandiere ucraine prima della partita di calcio della Premier League inglese tra Everton e Manchester City al Goodison Park di Liverpool, in Inghilterra, sabato 26 febbraio 2022. (AP Photo/Jon Super)

Le decisioni della Premier

Nelle stesse ore Mosca tacitava ogni voce della stampa e dei media indipendenti, facendo calare la cappa della censura anche sui social network, e programmando la disconnessione del Paese dal Web per l’11 marzo. L’8 marzo, tuttavia, i 20 club della Premier League hanno votato all'unanimità la sospensione dei rapporti con Rambler. I club della massima serie inglese hanno anche votato la donazione da un milione di sterline (1,2 milioni di euro) a sostegno del popolo ucraino attraverso il Disaster Emergency Committee.

La Ligue 1

Già il 4 marzo scorso la Ligue de Football Professionnel ha deciso di sospendere il contratto di trasmissione della Ligue 1 Uber Eats in Russia con il canale Match Tv. L’organo di governo del calcio professionistico francese ha così annunciato la sospensione del contratto per la trasmissione delle partite in Russia con questa breve nota pubblicata sul suo sitoufficiale. Una scelta su cui sono in atto riflessioni anche da parte della Liga spagnola e della Bundesliga (le cui partite sono trasmesse, come quelle della Champions) dalla stessa emittente streaming Match tv.

La censura della Cina

Sul fronte opposto, a conferma della (temuta) forza mediatica del calcio, la Cina – tra i pochi paesi ad astenersi durante la votazione della mozione di condanna dell'Onu per l'invasione dell'Ucraina – a sua volta ha bloccato preventivamente la trasmissione sulla piattaforma di streaming iQiyi Sports, che è subentrata a PP Sports di Suning entrata in rotta di collisione con la Premier per una serie di inadempimenti, e che vanta un'esclusiva fino alla stagione 2024/25, delle partite della Premier League inglese del weekend tra il 5 e il 7 marzo proprio a causa delle iniziative a sostegno di Kiev. Non certo una novità per Pechino. Nel 2019, l’emittente di stato cinese CCTV aveva oscurato Arsenal-Manchester City dopo che il centrocampista tedesco dei Gunners Mesut Ozil, molto vicino al regime di Recep Tayyip Ergodan, aveva postato messaggi contro la persecuzione nei confronti della minoranza islamica degli Uiguri nello Xinjiang.

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