Punto fisso ospitalità

Da Roma a Bali, case di moda e brand di nicchia investono sull’hôtellerie

È in atto un passaggio di competenze e visioni che porta il patrimonio creativo e imprenditoriale del settore fashion verso nuove sfide. Fatte di suite, residenze e hotel a cinque stelle in giro per il mondo.

di Mariangela Rossi

Una sala del Domaine de Fontenille, in Provenza.

3' di lettura

La moda, a volte, cede il passo all'hôtellerie. Nello stesso palazzo dove erano ubicati gli uffici di Versace, nel 2023 vedrà la luce un boutique hotel firmato J.K. Place, il Gruppo co-fondato da Ori Kafri che sarà tra i futuri player della ricettività di lusso a Milano. Altre volte sono le maison di moda – di nicchia, eclettiche, giovani – che puntano sull'alta ospitalità, sviluppando un nuovo business che con quello iniziale ha in comune visione estetica, immaginazione creativa e solidità finanziaria.

L’accesso via acqua del Venice Venice, affacciato sul Canal Grande.

In Italia l'esempio più recente è Venice Venice: a febbraio ha aperto le prime nove suite d'arte all'interno di Palazzo Ca' da Mosto, in riva al Canal Grande e annesso all'altra ala dell'hotel, ugualmente storica e in fase di ultimazione. Un'idea nata dai visionari Alessandro e Francesca Gallo, già fondatori di Golden Goose, oggi del fondo Permira. Tutto ciò che si vede nell'hotel, dagli arredi agli accessori, personalizzati e ideati dalla coppia o da piccoli marchi ricercati, è in vendita al Venice M'ART, la loro area nel Sotoportego dedicata allo shopping. «Siamo innanzitutto dei creativi, quindi il concept parla della nostra visione e dell'incanto per questa città, di come intendiamo esprimere ed esportare la venezianità. Anzi, la postvenezianità, per evocare la dimensione avanguardistica che la anima», spiega Alessandro Gallo, già direttore artistico del Padiglione Venezia alla Biennale.

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Una delle nove suite del Rhinoceros, tra la Bocca della Verità e l’Arco di Giano, a Roma.

A Roma un palazzo del Seicento ai confini dei Fori Imperiali è stato oggetto di un lungo lavoro di restauro curato da Jean Nouvel, voluto da Alda Fendi. «Si può vivere, mangiare e abitare dentro una galleria d'arte che si sviluppa su sei piani, accessibile a tutti», commenta l'ideatrice, insieme alle due figlie Giovanna e Alessia Caruso Fendi parlando del loro Rhinoceros. Al suo interno, 24 appartamenti di design dove soggiornare o vivere, come fanno artisti, curatori e galleristi internazionali. Un luogo solido, di contrasti audaci, ben rappresentato dal nome come un “corno” architettonico tra la Bocca della Verità e l'Arco di Giano, che Fendi ha restituito alla città con l'illuminazione da Oscar di Vittorio Storaro.

Oltralpe la novità è Château Voltaire, di proprietà di Thierry Gillier, pronipote del creatore di Lacoste e fondatore di Zadig & Voltaire. Se il suo stile è elegante e rilassato, anche l'hotel, aperto di recente nel I arrondissement di Parigi, con l'accorpamento di tre edifici del XVII e XVIII secolo, di cui uno ex sede dell'azienda, lo rappresenta al meglio. Linee essenziali, leggermente D.co, alternate a citazioni grafiche e gotiche, su progetto degli architetti Festen. Il mondo della moda lo ama già, frequenta il bar La Coquille d'Or, la brasserie l'Émil e prenota l'appartamento all'ultimo piano, con un jardin d'hiver e la terrazza arredata dal paesaggista Louis Benech.

Il ristorante del Domaine de Fontenille.

Anche Frédéric Biousse, artefice del successo di Comptoir des Cotonniers e poi del gruppo SMCP, si è avvicinato alla Provenza più suggestiva, nel parco del Luberon, per dar vita, insieme al gallerista Guillaume Foucher, al Domaine de Fontenille. A metà tra un hotel e una sofisticata residenza privata, con un ristorante stellato e un orto aperto al pubblico, accosta ricordi ad opere d'arte contemporanea e propone agli ospiti yoga nei vigneti e concerti jazz tra cedri e ulivi secolari. In attesa di aprire un hotel anche in Italia, si accingono ora a inaugurarne uno sulla costa dell'Atlantico, Les Hautes Mers, sull'Île-d'Yeu.

Il giardino del Lou Pinet a Saint-Tropez, parte della collezione Maisons Pariente.

Ad alto tasso di mondanità, invece, sono i luoghi scelti da Patrick Pariente. Creatore del brand Naf Naf negli anni Settanta, si è lanciato insieme alle due figlie, Leslie Kouhana e Kimberley Cohen, nell'hôtellerie più esclusiva acquistando L'Apogée Courchevel e affidandone la gestione a Oetker, e poi dando vita a Maisons Pariente, una collezione di 5 stelle che spazia dalla Provenza (Crillon LeBrave) a Saint-Tropez (Lou Pinet), sino a Méribel, con Le Coucou e i due nuovi chalet adiacenti, lanciati nel 2021. Al portfolio mancava un hotel metropolitano, ma la famiglia ha provveduto: Le Grand Mazarin aprirà a settembre nel Marais.

Il salotto dello Chalet Églantine, a Méribel, sempre parte della Maisons Pariente.

Anche Maison Kitsuné − da “casa”, per il legame con Parigi e “volpe”, animale versatile che connota il brand creato da Gildas Loaëc e da Masaya Kuroki − va oltre la moda. Dopo un Café, un'etichetta musicale, collezioni stagionali e varie collaborazioni, arriva nel mondo dell'ospitalità: il suo primo hotel sarà a Uluwatu Beach, a sud di Bali.

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