La storia del diciottenne Giovanni D’Antonio, conteso da 10 università americane
Campione alle olimpiadi della filosofia e conteso dalle più prestigiose università americane, sarà sul palco con il presidente Mattarella e terrà una lectio magistralis su “La speranza”
di Vera Viola
I punti chiave
3' di lettura
Uno dei protagonisti sul palco della inaugurazione di Procida - capitale italiana della cultura nel 2022 – è il giovane Giovanni D’Antonio. Diciotto anni, di San Gennaro Vesuviano, allievo del liceo scientifico Torricelli di Somma Vesuviana: sabato sera, quando la piccola isola del Golfo di Napoli darà il via alla celebrazione, subito dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, D’Antonio terrà una Lectio Magistralis di taglio filosofico sul tema “La speranza”.
Conteso da una decina di università americane
«Mi creda, sono un ragazzo normale – esordisce – temo di apparire come un secchione o un presuntuoso. Non è così». A soli diciotto anni e ancora prima della maturità il suo curriculum vitae è già da record. Tanto che una decina di università americane lo ha invitato a trasferirsi negli Usa per continuare gli studi. «Entro i primi di maggio sceglierò – si impegna – Non è facile, ho l’imbarazzo della scelta tra Harvard, Princeton, Yale, Columbia, Stanford University. Sono onorato da tanta attenzione. Le università americane mi offrono anche borse di studio. Non speravo di ottenere tutto ciò. Mi iscriverò a Economia e a Ingegneria informatica: due corsi perchè in America è possibile da tempo e le università sono organizzate per consentire ciò».
Primo classificato alle Olimpiadi della filosofia
Giovanni nasce e vive a San Gennaro Vesuviano, piccolo centro con 12mila abitanti. Suo padre è avvocato, sua madre insegnante di matematica. È figlio unico, molto seguito dai genitori che ripaga con ottimi risultati scolastici. Ha interesse per materie umanistiche e per quelle scientifiche poiché – dice – «c’è un filo che lega tutto: la filosofia». Ed è da qui che nasce anche la storia dei suoi recenti successi. Giovanni infatti, con il suo liceo, partecipa alle Olimpiadi della Filosofia nel 2021 e si qualifica primo in Italia e quarto nel mondo. Un successo anche per il suo liceo, per il Paese: la notizia circola e viene amplificata dai media nazionali.
Intanto, il giovane vesuviano talentuoso, acquisita fiducia in sè stesso, pensa al futuro, all’università in cui continuare gli studi e sogna di poter frequentare i migliori atenei nel mondo. Detto fatto: invia curricula e domande di ammissione ad undici università tra le prime nei ranking mondiali. Sostiene test, colloqui. Il Liceo scientifico Torricelli viene coinvolto poiché dagli Usa arriva la richiesta di referenze. E, sorpresa! Tra marzo e aprile tutte le istituzioni interpellate lo invitano.
Poi l’invito a Procida
Le buone notizie, si sa, circolano velocemente di bocca in bocca. Ne tiene conto il dg di “Procida capitale italiana della cultura 2022”, Agostino Riitano, che lo vuole sul palco a tagliare il nastro. «Parlerò della speranza – anticipa il filosofo –: un tema simbolico se è un ragazzo che ne parla a un Paese che spesso sembra che la stia perdendo». Giovanni lima il suo intervento, ma non vuole anticipare altro. E da domenica tornerà a pieno ritmo ai suoi impegni e ai suoi piaceri. «Amo lo sport – racconta di sè – pallavolo, corsa...Ho cari amici...poi devo prepararmi per la maturità». Un sogno? «Vorrei saper cavalcare – dice – non l’ho mai fatto».
Sogno di lavorare per frenare il cambiamento climatico
Il paese? La scuola? «San Gennaro è un piccolo centro – afferma questa volta con qualche titubanza – con tutti i problemi di un Sud che ancora presenta un ampio divario dal Nord. Ma non voglio parlarne male. Ci sono problemi, sono noti e vanno risolti. Non ho percezione di insicurezza, siamo cittadini tranquilli». E infine, quale lavoro vorresti fare? «Mi piacerebbe fare l’imprenditore – dice sicuro – fondare una impresa che contribuisca ad affrontare i problemi seri della umanità. Primo tra tutti quello del cambiamento climatico, le cui conseguenze sono già evidenti». E la guerra? «Penso che c’è un Paese che cerca di resistere – osserva con lucidità – e che sta soffrendo. A scuola abbiamo raccolto generi alimentari da donare e dato tutta la nostra solidarietà ai non pochi colleghi ucraini. Ma penso che circolino informazioni non sempre corrette. Se si riuscisse a distinguere tra verità e propaganda, forse, immagino, anche la soluzione diplomatica potrebbe essere più vicina».
loading...