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Da scuola a centro d'arte: il nuovo destino di Palazzo Diedo

Il filantropo miliardario Nicolas Berggruen acquista lo storico Palazzo Diedo a Venezia e lo restaura per farne la sede del Berggruen Arts&Culture

di Silva Menetto

Palazzo Diedo. Photo Alessandra Chemollo

3' di lettura

Pare che a Venezia i palazzi storici non siano destinati a diventare solo grandi alberghi a cinque stelle. E' un momento di grande vivacità infatti nel mondo dell'arte e delle fondazioni private, sempre più interessate ad avere un posto in prima fila nella città lagunare che è uno dei crocevia mondiali di arte e cultura.
Solo per fare degli esempi, la Fondation Valmont di Didier Guillon ha scelto Palazzo Bonvicini come quartier generale da cui sostenere gli artisti e l'arte contemporanea; Palazzo Vendramin Grimani a San Polo è diventato sede della Fondazione italo-francese dell'Albero d'Oro; a Cannaregio Palazzo Manfrin è la nuova sede della fondazione dell'artista anglo-indiano Anish Kapoor.

L'ultima acquisizione in ordine di tempo è opera di Nicolas Berggruen, filantropo e collezionista d'arte parigino che vive a Los Angeles, fondatore del Berggruen Institute che dal 2010 lavora sui temi della democrazia, delle politiche internazionali e delle sfide globali del XXI secolo.Dopo aver comperato solo un anno e mezzo fa la Casa dei Tre Oci, alla Giudecca, per farne la prima sede europea del Berggruen Institute, il magnate ora si è assicurato anche uno dei più bei palazzi nobiliari di Venezia, Palazzo Diedo, a Cannaregio, per trasformarlo nella sede del suo progetto composito e internazionale rivolto all'arte: il Berggruen Arts&Culture.

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Venezia. Palazzo Diedo è la nuova sede del Berggruen Arts&Culture

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Sul rio della Maddalena

Costruito ai primi del Settecento come dimora per l'importante famiglia dei Diedo, il palazzo che si affaccia sul rio della Maddalena è distribuito su 5 livelli, con una superficie complessiva di circa 4000 metri quadrati, due piani nobili, un imponente numero di finestre e soffitti affrescati da Francesco Fontebasso e Costantino Cedini. Nel secolo scorso Palazzo Diedo è stato per decenni una scuola elementare dove generazioni di veneziani hanno imparato a leggere e scrivere, quindi è passato a sede del Tribunale di sorveglianza. Adesso, nelle mani di Nicolas Bergrruen, la nuova grande sfida: diventare la base operativa di Berggruen Arts&Culture, con un articolato programma internazionale per promuovere la creazione artistica a Venezia e nel mondo, ospitando artisti in residenza, installazioni, simposi e mostre temporanee oltre a una parte della strepitosa collezione d'arte contemporanea del filantropo d'oro.

I restauri sono partiti e richiederanno un intervento quanto più conservativo possibile dell'edificio settecentesco tutelato dalla Soprintendenza: a dirigere i lavori è l'architetto Silvio Fassi, e tutte le maestranze sono all'opera, in lotta contro il tempo, perché l'inaugurazione di Palazzo Diedo, nella sua nuova veste, è stata fissata per la primavera 2024, in concomitanza con la prossima Biennale d'Arte.

Mario Codognato

Direttore artistico di Berggruen Arts & Culture è Mario Codognato, curatore d'arte contemporanea di fama internazionale e a Venezia alla guida anche della Anish Kapoor Foundation. Spetterà a lui curare le mostre di Palazzo Diedo e la collezione Berggruen, oltre ad eventuali piccole mostre alla Casa dei Tre Oci.Ma per non rimanere ad aspettare con le mani in mano durante il periodo dei restauri, Nicolas Bergrruen ha già coinvolto nella sua nuova avventura il primo artista. La scelta è caduta sull'americano/olandese Sterling Ruby, a cui è stato affidato il compito di dare vita al palazzo durante la fase di ristrutturazione con un progetto di residenza d'artista che si articolerà in quattro atti.Il primo atto dell'operazione è già visibile al pubblico: Ruby ha creato una scultura in rilievo, HEX, che si staglia appesa alla facciata di Palazzo Diedo. E' un'installazione composta da tubi di acciaio riciclati, il telaio arrugginito di un camion, un enorme cerchio rosso e una bandiera gialla, assemblati in un modo che si rifà alle relazioni spaziali del Costruttivismo. Tutti i materiali sono arrivati da Los Angeles, dove Ruby ha il suo studio, ma poi sono stati adattati secondo le esigenza del palazzo veneziano.HEX rimarrà esposta sulla facciata di Palazzo Diedo fino al prossimo novembre, quando Sterling Ruby interverrà con altre due installazioni sulle impalcature esterne, accompagnando lo scorrere del tempo dei restauri. L'ultimo atto del progetto invece sarà una mostra vera e propria dei lavori che Ruby realizzerà in residenza a Palazzo Diedo, intersecando probabilmente il suo lavoro con suggestioni dei maestri del vetro di Murano e con i merletti di Burano. La mostra sarà parte integrante dell'inaugurazione ufficiale del palazzo ad aprile 2024.

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