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Dopo le lavatrici, i pannelli fotovoltaici intelligenti per strade e città altamente tecnologiche. La sfida parte dallo stabilimento ex Whirpool di Napoli grazie alla collaborazione tra la nuova impresa Italian Green Factory controllata dal gruppo Tea Tek (che ha rilevato lo stabilimento e assunto 312 ex dipendenti Whirlpool) e l’Enea.
Il sito industriale ora guarda ai pannelli fotovoltaici di ultima generazione, o meglio, inseguitori solari e power skid, da utilizzare nelle città del futuro. È proprio nell’ambito della collaborazione tra l’azienda e l’agenzia di ricerca, infatti, che nasce il progetto che ha come obiettivo quello di sviluppare pannelli fotovoltaici in grado di resistere a forti carichi e a fenomeni meteo estremi, adatti ad autostrade e strade pedonali e ciclabili in città.
«Tea Tek, con cui collaboriamo da anni, ha rilevato la Whirpool per la riconversione industriale del sito: dove si facevano le lavatrici si insedierà un complesso per la produzione di sistemi fotovoltaici con l’intenzione poi di insediare una linea di produzione di pannelli innovativi per produzioni particolari - racconta Girolamo di Francia, referente de progetto e responsabile del laboratorio Enea di sviluppo applicazioni digitali, fotovoltaiche e sensoristiche -. Si tratta di elementi che hanno applicazioni diverse e in settori che riguardano sia le smart city, sia le infrastrutture intelligenti».
Un programma che va oltre i tradizionali prodotti e punta a fornire tasselli fondamentali per le città e le strade del futuro, in cui la tecnologia e l’innovazione si sposano con le infrastrutture.
«Enea sta studiando moduli che, diversamente dai comuni pannelli fotovoltaici, siano in grado di resistere a carichi statici anche di diverse tonnellate, al passaggio di automezzi in movimento e a condizioni metereologiche anche estreme – argomenta ancora Di Francia –. Quando parliamo di applicazioni stradali del fotovoltaico oggi ci riferiamo principalmente a coperture del manto, barriere antivento, pavimentazioni di percorsi pedonali, ciclabili o di linee tranviarie».
Un percorso avviato già in altri Paesi e ora iniziato anche in Italia.
«Gli studi applicativi in questo segmento sono iniziati in tempi recenti a livello mondiale con particolare riguardo alla possibilità di sviluppare ambienti di guida più sicuri ed efficienti – aggiunge – . Enea ha calcolato che installando pannelli fotovoltaici solo sul 10% di strade e autostrade italiane si avrebbe una capacità di produzione di energia superiore ai 20 Gw».
Nel programma di ricerca e sviluppo che viene portato avanti non c’è spazio solo per l’energia. Una parte «importante» dello studio riguarda i dati che vengono immagazzinati dai sensori sistemati sui pannelli installati in un’area parcheggio, lungo una pista pedonale o ciclabile o nella corsia di emergenza di una strada trafficata. «Attraverso i sensori si potranno raccogliere le informazioni relative al flusso di traffico o alla velocità, giusto per fare un esempio, ma anche altre informazioni come lo stato di usura di un ponte o di un’altra infrastruttura – argomenta ancora il ricercatore –. Naturalmente si tratta di impieghi immediati cui si dovranno poi aggiungere quelli all’orizzonte che riguardano i dati destinati ai mezzi a guida autonoma». Il progetto portato avanti dall’azienda napoletana rientra nell’ambito di una collaborazione avviata da tempo proprio con l’agenzia di ricerca. Non a caso le due realtà collaborano da anni all’iniziativa denominata Marta (Monitoraggio e gestione avanzata in rete di impianti fotovoltaici), ministero delle Imprese e del Made in Italy con un finanziamento di 4,6 milioni, Fondo per la crescita sostenibile e, come sottolineano «stanno accrescendo tale collaborazione nell’ambito di un accordo, ancora in fase di definizione, volto ad individuare altri progetti di ricerca da localizzare sempre nell’ex Whirpool».
Opportunità e sfida in cui la conversione di un sito industriale, cui è legato anche il salvataggio di 320 posti di lavoro, si unisce con la sostenibilità. «Sviluppare moduli per applicazioni stradali è una delle vie più interessanti per un fotovoltaico pervasivo, di ampia diffusione e che – conclude Ezio Terzini responsabile della divisione Enea di Fotovoltaico – non sottrae il suolo alla sua funzione originaria ma lo valorizza, aggiungendo quella di una generazione elettrica pulita».
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