Dagli extraprofitti al Superbonus, alle intercettazioni: quando Fi si smarca dagli alleati al governo
Tra le proposte di modifica al decreto Asset e quelle al provvedimento omnibus, nella parte relativa alla giustizia, gli Azzurri hanno presentato correttivi non in linea con le posizioni di FdI e Lega
di Andrea Carli
I punti chiave
4' di lettura
Prima il pressing contro la tassa sugli extraprofitti delle banche, prevista dal decreto Asset, all’esame delle commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato. Poi gli emendamenti che riguardano le intercettazioni presentati al decreto Omnibus che contiene anche norme sulla giustizia. Su questi due dossier Forza Italia si è smarcata dalla linea indicata da quello stesso governo di cui è azionista al fianco di Fratelli d’Italia e Lega, con conseguenti fibrillazioni nella maggioranza.
Le distanze sugli extraprofitti delle banche
Sulla tassa sugli extraprofitti delle banche è tuttora impasse nel Governo. Il nodo rallenta l’iter del decreto asset, con i lavori in commissione al Senato rimandati alla prossima settimana. Le varie anime della maggioranza sono ancora in cerca di un compromesso, che tenga in equilibrio la scelta assunta in prima persona dalla premier e il pressing di Fi a modificare la misura. Uno stallo che cade peraltro alla vigilia di una settimana che si preannuncia di fuoco per l’esecutivo, con un doppio consiglio dei ministri chiamato a varare un nuovo decreto migranti, un provvedimento su energia e benzina e soprattutto la Nadef, con cui prenderà forma la prima cornice della manovra.
Le undici proposte di modifica
Gli Azzurri hanno messo nero su bianco le proprie richieste di modifica della tassa sugli extraprofitti delle banche in 11 proposte emendative. La proposte vanno dall'esclusione delle banche «di minori dimensioni e complessità operativa» al rafforzamento del concetto di una tantum («si applica esclusivamente all'anno 2023»). C'è la richiesta di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell'extraprofitto e si alza la percentuale dell'attivo che costituisce il tetto massimo del prelievo. Prevista anche la deducibilità. Fratelli d'Italia, con la premier Giorgia Meloni, e la Lega con il segretario Matteo Salvini hanno invece difeso la misura. «Sì a correttivi su extra-profitti ma a parità di gettito», ha chiarito la leader di Fdi.
Tajani: «Lavoriamo per un compromesso»
Lo stallo sulla tassa sulle banche ha preso forma in Senato. Le commissioni Ambiente e Industria hanno stralciato un quinto degli emendamenti (112 gli improponibili sui circa 550 presentati) e hanno deciso di sconvocare tutte le altre sedute della settimana, rinviando tutto alla prossima: si voterà martedì 26 settembre in commissione, poi di corsa in Aula per l’ok entro giovedì 28. Mancano i pareri dei ministeri ed eventuali nuovi emendamenti, hanno spiegato i relatori. Ma è sugli extraprofitti il vero incaglio: una discussione che viene portata avanti a livello governativo e che certo non verrà risolta prima del rientro della premier Giorgia Meloni dagli Usa. «Lavoriamo per un compromesso», ha spiegato da New York il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani, sfoderando ottimismo: «Vedremo se si potrà trovare un accordo, sono convinto che si troverà» e «con un testo del governo, siamo pronti a ritirare gli emendamenti». Qualche interlocuzione già c’è stata, ha chiarito il vicepremier, che punta a mantenere «il principio giusto di chiedere alle banche un sostegno», ma correggendo il testo per «non penalizzare risparmiatori e piccole banche» e «dare anche un segnale ai mercati internazionali».
Superbonus, FI rilancia: proroga a giugno per i condomini
Un altro dossier che ha visto Fi andare in una direzione diversa da quella degli alleati è quello del superbonus. Nonostante infatti il ministro dell'Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti abbia più volte chiarito che il Governo «non ha intenzione di procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute», chiudendo così la porta alle ipotesi di una riapertura dei termini per le ristrutturazione avviate con il Superbonus, con un emendamento al dl Asset Forza Italia ha chiesto di prorogare ancora di sei mesi, fino a giugno 2024, il Superbonus al 110% per i condomini se sono stati effettuati lavori per almeno il 30% entro dicembre di questo anno. Nel testo della proposta di modifica si prevede che «la detrazione continui ad operare per le spese sostenute sino al 30 giugno 2024, nella percentuale spettante al 31 dicembre 2023, a condizione che, alla medesima data del 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo».
«La situazione dei conti pubblici è abbastanza complessa - ha ricordato da parte sua il viceministro dell’Economia Maurizio Leo (FdI) a SkyTg24 Economia -, abbiamo ancora sulle spalle il fardello del Superbonus, sono circa 146 miliardi, 12 di irregolarità , 23 dagli ammontari compensati e quindi abbiamo circa 100 miliardi sulle spalle. Dobbiamo attendere quello che dirà Eurostat se questo comporterà un impegno di competenza del 2023, ma in ogni caso ci sarà un effetto finanziario nel 2024».
Intercettazioni: no del governo a emendamenti Fi su trojan
Un altro dossier, il terzo, che ha registrato divergenze nella maggioranza, con Forza Italia a promuovere una soluzione non condivisa dagli alleati (a partire da Fratelli d’Italia) è stato, sul fronte giustizia, quello delle intercettazioni. Forza Italia ha tentato il doppio affondo. Ma, alla fine, alla Camera, ci ha ripensato e su minaccia del governo di dare parere contrario, ha ritirato l’emendamento cardine : quello che limita le intercettazioni ambientali e l’uso del Trojan solo ai reati di mafia e terrorismo, droga e traffico di migranti. Eliminandolo per altri reati come quelli contro la pubblica amministrazione.
Il pacchetto di proposte di modifica
Tutto è iniziato la settimana scorsa quando il capogruppo in Commissione Giustizia della Camera, Tommaso Calderone, ha presentato un pacchetto di proposte di modifica al decreto omnibus che contiene anche norme di procedura penale. L’idea, che secondo quanto si è appreso nella maggioranza, avrebbe avuto la regia del vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, puntava a far passare la linea di FI sulle intercettazioni. Senza ulteriori tentennamenti. Ma contro gli emendamenti forzisti sarebbe arrivato il no di FdI e, su alcuni, anche quello della Lega.
Alla fine di un lungo braccio di ferro, lo stesso Sisto sembra che abbia dovuto rivedere le proprie posizioni avvertendo Calderone che il parere sulla proposta di modifica “cardine” (l’1.23) sarebbe stato negativo. Da qui, la decisione del deputato di ritirarlo, mentre gli altri sono stati accantonati. Probabilmente per arrivare ad un compromesso in vista del voto definitivo delle varie proposte di modifica che dovrebbe avvenire nelle prossime 24 ore.
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