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Dagli scarti degli allevamenti di pesce fertilizzanti per l’agricoltura

L’azienda di acquaponica The Circle ha ideato un sistema per estrarre sostanze azotate dalle acque: una risorsa che potrebbe rivelarsi preziosa a causa della crisi dell’import dalla Russia

di Davide Madeddu

Allevamento di carpe

2' di lettura

Dai pesci d'acqua dolce un aiuto all'agricoltura. Il tutto sfruttando gli elementi di scarto delle carpe “allevate” in campagna. Perché gli escrementi e le sostanza di scarto e l'ammoniaca prodotta e mescolati all'acqua diventano fertilizzanti per il settore agricolo.
A lanciare questa iniziativa, che chiude il cerchio sull'utilizzo dei rifiuti trasformandoli in materia prima o elemento chiave per la produzione agricola, è The Circle, azienda agricola acquaponica italiana di origini romane, fondata nel 2017 e oggi proprietaria di quello che viene definito «il più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5mila metri quadrati».

Il funzionamento del sistema ideato dall'azienda agricola è presto spiegato e parte dal fatto che i pesci d'acqua dolce allevati nei bacini acquaponici artificiali, solitamente “carpe koi o tilapie”, «producono sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi in base alla tipologia di mangimi e alla densità di popolazione della specie, i cui valori fondamentali vengono costantemente monitorati da appositi sensori di controllo».

L'acqua contaminata dal materiale organico prodotto dai pesci viene prelevata dalle vasche grazie a una pompa e portata verso un biofiltro che ospita una popolazione di batteri in grado di scindere le molecole di ammoniaca in nitriti e nitrati, azoto che è poi il nutriente principale per la coltivazione delle piante. Una volta passata attraverso il biofiltro, l'acqua, ricca di nutrienti, viene portata alle piante per irrigarle dall’alto verso il basso in modo da permettere alle radici di assorbire i nutrienti necessari e, contemporaneamente, di purificare l'acqua in eccesso che tornerà nelle vasche dei pesci permettendone la crescita.

«Il principio alla base della nostra tecnologia è che in natura non esistono scarti, è tutto un riciclo - dice Thomas Marino, co-founder di The Circle -. Una soluzione alla crisi che il settore agricolo sta affrontando esiste, così come gli incentivi da parte dell'Unione Europea per implementare l'acquaponica». Quanto al risultato sul campo: «The Circle testimonia che l'utilizzo dei pesci in agricoltura consente il risparmio di 135 litri di acqua per chilogrammo di prodotto, di 33mila chilogrammi/anno di CO2 non immessa in atmosfera e la riduzione di oltre il 90% di immissioni inquinanti con un abbattimento, inoltre, del lavoro usurante per l'operatore agricolo».

Un risultato importante, alla luce del fatto che nel 2021, come sottolineano dall'azienda, «nel 2021 l'Italia ha importato 65 milioni di euro di fertilizzanti dalla Russia, 20 milioni dalla Bielorussia e 55 milioni dall'Ucraina» e che potrebbe diventare strategico, alla luce degli aumenti che hanno interessato i concimi e che oggi «rischiano di mettere in ginocchio il settore agricolo».

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