Dallo sci agli spostamenti tra regioni, come cambiano le regole fino al 5 marzo
Entro il 25 febbraio il governo dovrà decidere se prorogare o meno lo stop ai movimenti fra regioni; entro il 5 marzo si saprà se possono ripartire sci, palestre, piscine e teatri, seppure con contingentamento. Il rischio che l’effetto varianti imponga nuove limitazioni
di Mariolina Sesto
Entro il 25 febbraio il governo dovrà decidere se prorogare o meno lo stop ai movimenti fra regioni; entro il 5 marzo si saprà se possono ripartire sci, palestre, piscine e teatri, seppure con contingentamento. Il rischio che l’effetto varianti imponga nuove limitazioni
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L’effetto varianti pesa sulle nuove regole per le riaperture legate al virus. Contrariamente alla scaletta di marcia della scorsa settimana, il calendario relativo al riavvio di alcune attività e ai potenziali allentamenti ha subito variazioni e rinvii. Vediamo cosa è certo e cosa è probabile accada da qui al 5 marzo.
Spostamenti fra regioni, si decide entro il 25 febbraio
Il decreto che regola il blocco degli spostamenti fra regioni, incluse quelle gialle, è stato prorogato fino al 25 febbraio. Entro quella data il governo dovrà decidere se prorogare ulteriormente lo stop o se dare il via libera agli spostamenti. Allo stato attuale, sembra avere maggiori probabilità la proroga del blocco, almeno fino al 5 marzo, data in cui scade il Dpcm con tutte le altre regole sulle chiusure.
Piste da sci chiuse fino al 5 marzo
Niente da fare per le piste da sci. Gli impianti, che dovevano riaprire a partire da oggi 15 febbraio, solo nelle regioni gialle, sono stati bloccati da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza domenica 14 febbraio. Lo stop vale fino al 5 marzo, come per le altre attività legate al tempo libero, dai cinema, ai teatri, dalle palestre alle piscine.
Entro il 5 marzo nuove regole su piscine, palestre, cinema e teatri
Il Dpcm in scadenza il 5 marzo contiene l’obbligo di chiusura per piscine, palestre, teatri e cinema. Entro quella data dunque il governo dovrà valutare se la curva epidemiologica consente di riaprire in tutto o in parte queste attività. Nei giorni scorsi è trapelato qualche spiraglio per una possibile riapertura sia pure condizionata al rispetto delle regole di distanziamento, al contingentamento dei posti e ad altri parametri che possano rendere sicura la riapertura di questi luoghi con la circolazione del virus. Ma l’allarme varianti diventato progressivamente più pressante ha raffreddato un po’ le speranze. Sarà il Cts insieme al ministro della Salute a decidere nelle prossime due settimane.
Allarme varianti e rischio di nuove restrizioni
In questo quadro, il nuovo allarme varianti può stravolgere il calendario e portare a un’inversione di marcia con restrizioni che possono diventare anche più pesanti rispetto a quelle attuali. Finora è sembrato sufficiente arginare il problema con micro zone rosse che hanno circoscritto le sole zone interessate dal fenomeno. Se però la diffusione si allargasse a macchia d’olio, potrebbero scattare chiusure ben più larghe. Il consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, ha chiesto un nuovo periodo di lockdown generalizzato.
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