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Dagli stabilimenti meridionali i due terzi della produzione

Pomigliano e Melfi: i due principali poli di Stellantis hanno registrato nel 2022 volumi in calo rispetto al 2019. Intanto, nel 2024 si prepara l’avvio di quattro nuovi modelli a motore elettrico

di Filomena Greco

 Lo stabilimento del gruppo Stellantis a Melfi

3' di lettura

Con i due terzi della produzione di auto in Italia concentrata negli stabilimenti Stellantis del Sud, Pomigliano e Melfi si confermano i poli di produzione con i maggiori volumi. Ma nonostante la “vocazione” per la produzione di massa Melfi ha visto dimezzare le unità prodotte rispetto ai picchi del 2016-17 e Pomigliano è scesa negli ultimi anni sotto la soglia delle 200mila auto.

Il tema dei volumi produttivi dunque è al centro del futuro industriale dei due stabilimenti. Lo ha ricordato il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, durante l’ultima assemblea degli industriali lanciando un vero e proprio allarme sulla tenuta dell’intero distretto intorno al plant lucano. Nonostante Melfi abbia già avuto indicazioni nel quadro del piano industriale di Stellantis, Dare Forward, è il sito che ha vissuto negli ultimi due anni i problemi principali legati al calo dei volumi produttivi. Nel primo trimestre dell’anno, come evidenzia il report periodico svolto dalla Fim-Cisl, a Melfi sono state prodotte 50.870 autovetture tra Fiat 500 X e Jeep, Renegade e Compass. Un dato in lieve crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 (+2,7%), ma sotto del 24% rispetto ai volumi del 2019, già in calo rispetto agli anni di massima produzione. Rapportato dunque al periodo precedente al Covid, la perdità è di oltre 16mila auto, la più pesante negli stabilimenti di assemblaggio auto. «La situazione dello stabilimento nel corso del 2023 dovrebbe essere in miglioramento rispetto al 2022 – sottolinea Ferdinando Uliano della segreteria nazionale della Fim-Cisl – per un minor impatto generato dagli stop produttivi dovuti alla mancanza di materiale, che nel corso del 2022 sono stati complessivamente pari a 297 turni lavorativi, circa 104 giorni di lavoro».

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Nel primo trimestre gli stop produttivi sono stati complessivamente 22 e per evitare ripercussioni negative, fanno sapere i sindacati, si è dovuto intervenire con vari strumenti come trasferte infra-gruppo e la stipula di un nuovo contratto di solidarietà. In parallelo poi Stellantis prosegue con i piani di incentivi all’uscita su base volontaria che nell’ultimo anno ha coinvolto quasi mille lavoratori...

Il 2023 sarà per Melfi un anno di passaggio, per accompagnare la riorganizzazione dello stabilimento in vista dell’avvio della produzione dei quattro nuovi modelli multibrand elettrici sulla piattaforma Bev STLA Medium, confermati nel piano Stellantis a partire dal 2024. «Sarà fondamentale verificare nel corso dei prossimi mesi la tempistica di attuazione delle produzioni – aggiunge Uliano – per tutelare l’occupazione e ridurre l’impatto degli ammortizzatori sociali sulle buste paga». Restano le incognite pesanti per la logistica e le imprese dell’indotto. «Serve uno specifico accordo di programma per attrarre nuovi investimenti» dicono i sindacati.

Nello stabilimento di Pomigliano d’Arco il lancio del Tonale – nuovo modello dell’Alfa Romeo – ha portato al raddoppio delle turnazioni. Il modello Fiat Panda, entrato nella storia della fabbrica campana del Gruppo, viene confermato almeno fino al 2026. La produzione nel corso del primo trimestre del 2023 ha raggiunto quota di 46.700 unità, in aumento del +22,7% rispetto all’anno scorso ma ancora sotto del 14,5% rispetto alla fase pre Covid. Pomigliano risulta lo stabilimento di autovetture con la maggiore crescita rispetto all’andamento dell’anno scorso. La crescita dei volumi rispetto al 2022 è costituita in gran parte dalla salita produttiva del nuovo suv Alfa Romeo Tonale che da solo cuba 16.400 pezzi a cui sono aggiunte da gennaio 30.300 Fiat Panda. La salita produttiva del Tonale ha portato ai due turni sulla linea e la cessazione del contratto di solidarietà su entrambe le dorsali produttive, con un incremento occupazionale di oltre 300 lavoratori, provenienti da altri siti del Gruppo in particolare da Melfi. Con la prospettiva della piena occupazione per i 4.200 addetti e la possibilità di assorbire anche i lavoratori del Polo Logistico di Nola dopo quelli di PCMA. La “promessa”, dunque, è di tornare a superare la soglia delle 200mila autovetture nel Plant Giambattista Vico.

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