Dagli standard nazionali alla formazione del personale, le sfide per la telemedicina dopo l’emergenza Covid
Presentato alla Camera un documento di posizionamento e orientamento, anche in vista delle risorse messe in campo in ambito Pnr
di An.C.
I punti chiave
- Norme, pratiche e prestazioni poco coordinate tra le singole Regioni
- I 4 snodi per far decollare la telemedicina
- Liscia (Netcomm): tavolo pubblico privato per far dialogare filiera e amministrazioni
- Le risorse messe a disposizione dal Pnrr
- Ravera (Humanitas): ora indicatori e standard comuni per le televisite
- Perrino (Medtronic): app per seguire a domicilio pazienti con patologie cardiache
- Luppi (Msd Italia): abilitare un ecosistema sanitario connesso
5' di lettura
La telemedicina come opportunità che si può sviluppare sulla base dell’incontro tra la tecnologia, le esigenze del paziente - vero punto di partenza (e di arrivo) - e la costante mediazione scientifica dei medici, potenziata dal contributo della formazione. Sullo sfondo, una visione a 360 gradi del sistema salute, e un obiettivo: la capacità di gestire ogni singolo malato direttamente sul territorio nel quale vive, oltre il modello della semplice televisita, teleconsulto o telemonitoraggio, già oggi realtà.
Il tutto partendo da una considerazione: la pandemia Covid 19 ha accelerato il percorso di digitalizzazione della sanità, rendendo concrete delle prestazioni e dei servizi da remoto che fino a un anno fa erano considerati futuribili. Durante l’emergenza Coronavirus, tra lockdown, misure restrittive varie e difficoltà a prenotare visite, i servizi digitali si sono dimostrati uno strumento essenziale per garantire la qualità della presa in carico e la tempestività dell'assistenza, favorendo l'azione sinergica tra professionisti sanitari con differenti specializzazioni e sviluppando l'assistenza domiciliare integrata.
Norme, pratiche e prestazioni poco coordinate tra le singole Regioni
Se da un lato le istituzioni hanno permesso il più velocemente possibile alle strutture e al personale sanitario di servirsi delle tecnologie necessarie per prendersi cura dei pazienti più fragili anche a distanza, dall'altro lato la necessità di affrontare tempestivamente e in emergenza le sfide poste dalla pandemia ha prodotto l'affermarsi di norme, pratiche e prestazioni poco coordinate tra le singole Regioni, producendo involontariamente iniquità e diseguaglianze difficili da contrastare in assenza di provvedimenti quadro.
I 4 snodi per far decollare la telemedicina
Ecco allora, in questo contesto, quattro snodi fondamentali per valorizzare gli investimenti in telemedicina attualmente previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, garantendo ai cittadini la possibilità di accedere alle migliori cure disponibili e al personale sanitario di usufruire dei supporti digitali per poter svolgere la propria attività in maniera sempre più efficace. Sono emersi in occasione della presentazione alla Camera del documento di posizionamento e orientamento “Pnrr. Il programma di Netcomm per la sanità digitale”. Il documento scaturisce dal progetto di collaborazione tra Netcomm, il Consorzio del commercio digitale italiano e Istituto Clinico Humanitas, Medtronic e MSD, promosso per contribuire concretamente all'evoluzione digitale del sistema della salute in Italia.
Si va dall’individuazione di standard nazionali, chiari e vincolanti per l’accreditamento degli strumenti utilizzabili per i servizi di telemedicina (quali ad esempio, l'integrazione del Fascicolo sanitario elettronico, le modalità e i formati di condivisione delle immagini e la certificazione medicale degli strumenti diagnostici utilizzati) a una definizione delle prestazioni di telemedicina che possa garantire al personale sanitario un'adeguata suddivisione del tempo dedicato all'attività ambulatoriale, in presenza e da remoto, definendo anche i requisiti relativi all'erogabilità della prestazione anche al di fuori della sede fisica accreditata. Il terzo snodo consiste in un’adeguata formazione del personale sanitario in modo da sostenere e guidare la transizione digitale del settore sanitario. Infine, serve un puntuale studio della sostenibilità economica delle attività di telemedicina, che ne definisca delle specifiche tariffe in grado di tener conto degli investimenti necessari all'erogazione delle stesse.
Liscia (Netcomm): tavolo pubblico privato per far dialogare filiera e amministrazioni
«L’evoluzione verso un sistema sanitario sempre più connesso e a valore aggiunto è una priorità alla quale l'Italia deve tendere in maniera rapida ed efficace - ma sottolineato Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. Alla luce degli importanti ed imminenti investimenti previsti dal Pnrr, riteniamo sia necessario istituire un tavolo pubblico-privato che garantisca un confronto fattivo e costante tra la filiera sanitaria e le amministrazioni – anche territoriali – che si occuperanno dell'implementazione del Piano e che, a regime, possa contribuire all'innovazione digitale del sistema della salute nel nostro paese».
Le risorse messe a disposizione dal Pnrr
Un miliardo dei 4 che, nell'ambito della missione 6 del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, verranno destinati all'assistenza sanitaria dei pazienti a casa andrà allo sviluppo della telemedicina.
Ravera (Humanitas): ora indicatori e standard comuni per le televisite
«L’accelerazione del processo di digitalizzazione della sanità - ha ricordato Luciano Ravera, amministratore delegato IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Humanitas San Pio X - è uno dei pochi lasciti positivi che ci ha lasciato l’epidemia. Durante il Covid la telemedicina si è rivelata un fattore importantissimo e vincente. Nella nostra esperienza di ospedale policlinico votato all'innovazione, la telemedicina è già oggi un servizio di valore per i pazienti e i loro caregivers, che possono così restare in contatto con i medici evitando frequenti spostamenti. Deve garantire qualità clinica ai pazienti, misurabile. Questa rivoluzione - ha continuato Ravera - è stata accelerata dalla pandemia, che ha visto Humanitas assistere i pazienti Covid continuando a garantire le cure ai pazienti oncologici del nostro grande Cancer Center. Ad oggi abbiamo effettuato alcune migliaia di televisite e prericoveri a distanza di cui il 25% per pazienti oncologici, molti con malattie rare. In pochi mesi abbiamo già formato all'utilizzo delle nuove tecnologie il 40% del personale sanitario delle aree più sensibili rispetto ai bisogni dei pazienti. Un'esperienza pilota che mettiamo a fattor comune affinché possa diventare un servizio ancora più diffuso grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. La telemedicina - ha concluso - consente inoltre di far dialogare competenze mediche tra i vari centri, come accade tra i nostri oncologi di Milano e Catania che partecipano a tumor board multidisciplinari per discutere il miglior percorso di cura per i pazienti. Ora, in Italia, la grande sfida è quella della qualità: solo con indicatori e standard comuni le televisite saranno un servizio che agevola i pazienti garantendo la stessa qualità clinica della visita in presenza».
Perrino (Medtronic): app per seguire a domicilio pazienti con patologie cardiache
«Stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione del sistema Salute in cui la tecnologia assume un ruolo fondamentale. – ha spiegato Michele Perrino, presidente, amministratore delegato Medtronic Italia e Strategic CardioVascular Leader Western Europe -. Dispositivi medici sono sempre più piccoli, intelligenti e smart, per dare risposta alla necessità di servizi personalizzati e più vicini ai pazienti, nel corso della diagnosi e della cura, anche al di fuori delle strutture ospedaliere. La telemedicina è il mezzo per monitorare gli esiti e i costi e impostare modelli adatti a ottenere risultati migliori in relazione al denaro speso. É in questa direzione - ha aggiunto Perrino - che si muove Medtronic. Get Ready è una app che permette ai medici di seguire al proprio domicilio i pazienti con patologie cardiache, ed è un esempio di come la tecnologia possa fare la differenza, trattare le cronicità, aumentando la qualità delle cure e della vita. Cronicità che in Italia colpiscono il 40% della popolazione per una spesa di circa 67miliardi di euro. Il nostro obiettivo è quello di migliorare la vita di 85 milioni di pazienti nel mondo entro il 2026. Questo - ha concluso Perrino - sarà possibile solo grazie all'utilizzo della telemedicina e nel fare sistema con tutte le realtà».
Luppi (Msd Italia): abilitare un ecosistema sanitario connesso
«L'industria farmaceutica è un player importante nell'attuale trasformazione digitale e una sfida che si sta imponendo all'intera Pharma Industry è il superamento del concetto di farmaco inteso come mero prodotto», ha sottolineato Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia. «È necessario sviluppare un quadro normativo, a livello Europeo e locale, per sostenere l’attuazione e l’integrazione della salute digitale con l'obiettivo di migliorare l’adozione e la diffusione di queste soluzioni innovative per ottenere migliori risultati clinici. É necessario abilitare un ecosistema sanitario connesso - ha concluso Luppi -, che utilizzi le applicazioni di salute digitali come parte dei percorsi di cura individualizzati dei pazienti e misuri i risultati basandosi su dati specifici di Real World Evidences. È importante facilitare la creazione di organismi governativi per garantire standard comuni, insieme ad una serie di misurazioni necessarie per qualificare le diverse soluzioni e ottenere finanziamenti adeguati».
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