Dagli Usa al Giappone, la corsa a ordinare la pillola anti-Covid di Merck
Le richieste avanzate agli enti regolatori sono soggette a revisione da parte delle più importanti agenzie del farmaco mondiali
di Nicola Barone
I punti chiave
3' di lettura
Accordi per più di 6 milioni di dosi della sua pillola sperimentale anti-Covid. Almeno sinora, perché per l’azienda Merck cresce di giorno in giorno l’interesse dei governi di tutto il mondo alle prese (in molti casi) con fasi di rimbalzo della pandemia. Mentre muove grandi passi l’antivirale “concorrente” di Pfizer, del quale è stata interrotta anzitempo la sperimentazione, capace di ridurre il rischio di malattia grave dell’89% (oltre dunque gli stessi risultati nei trial del primo).
Prenotati dal Giappone 1,6 milioni di cicli
Ultimo arrivato nel gioco d’anticipo per assicurarsi dosi sufficienti di molnupiravir, la pillola antivirale sperimentale anti-Covid sviluppata dall’americana Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e dalla connazionale Ridgeback Biotherapeutics, è il Giappone. Previa autorizzazione o approvazione del farmaco, Tokyo acquisterà circa 1,6 milioni di cicli del medicinale per circa 1,2 miliardi di dollari, tasse comprese. Le richieste avanzate agli enti regolatori per molnupiravir sono in fase di revisione da parte delle agenzie del farmaco oltre che giapponese (Pmda) anche dell’americana Fda ed dell’europea Ema.
Via libera nel Regno Unito, per Usa due opzioni
Il farmaco è stato autorizzato nel Regno Unito, primo Paese al mondo a concedergli il via libera (con prelazione di 480.000 dosi), per il trattamento di Covid-19 da lieve a moderato negli adulti positivi a infezione da Sars-CoV-2 che hanno almeno un fattore di rischio per progredire verso una forma grave di malattia. Merck prevede di produrre 10 milioni di cicli di molnupiravir entro fine 2021, e almeno 20 milioni nel 2022. Un ruolo da battistrada nella corsa a “fare scorta” di molnupiravir è degli Stati Uniti, che eserciterà due delle sue opzioni per acquistare un totale di 1,4 milioni di cicli aggiuntivi del farmaco orale, per circa 1 miliardo di dollari, se al prodotto verrà concessa l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua) o l’approvazione da parte della sua autorità regolatoria. Esercitando queste opzioni, il governo Usa si è impegnato ad acquistare complessivamente circa 3,1 milioni di cicli di molnupiravir, per circa 2,2 miliardi di dollari. Al governo americano resta ancora la possibilità di acquistare oltre 2 milioni di cicli addizionali, attraverso ulteriori opzioni previste dal contratto.
Dalla Francia alla Tailandia
Merck e Ridgeback hanno fatto domanda alla Fda per avere l’ok alla somministrazione della pillola nel trattamento di Covid-19 da lieve a moderato negli adulti a rischio di progressione verso forme gravi e di ricovero in ospedale. La richiesta sarà discussa dagli esperti dell’ente regolatorio americano il prossimo 30 novembre, durante la riunione del Comitato consultivo Fda sui farmaci antimicrobici. La lista dei Paesi acquirenti aumenta e va dalla Francia (50.000 dosi) all’Indonesia ( tra 600.000 e 1 milione), passando per Malesia (150.000), Filippine (300.000), Corea del Sud e Tailandia 200.000.
Speranza: al lavoro con Aifa e commissario per l’acquisto
«In questi giorni siamo al lavoro con Aifa e con la struttura commissariale perché lo stesso meccanismo di autorizzazione e di acquisto» degli anticorpi monoclonali «possa essere utilizzato anche per i nuovi farmaci promettenti di Merck e Pfizer», ha precisato il ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo al Question time alla Camera. Intanto il pericolo che la pillola contro Covid-19 molnupiravir possa dare vita a varianti del virus, al momento, è solo teorico e viene considerato non preoccupante.
Un articolo di Science ha infatti smorzato le preoccupazioni dopo che nei giorni scorsi, sulle pagine di Forbes, William A. Haseltine, scienziato e imprenditore noto per i suoi lavori su cancro, Hiv e genomica, ha espresso preoccupazione sulla possibilità che il meccanismo d’azione dell’antivirale sviluppato da Merck (Msd in Italia) possa selezionare nuove varianti del virus SARS-CoV-2. Il farmaco funziona inserendo errori casuali nel codice genetico del virus, che aumentano man mano che SARS-CoV-2 si replica, fino a diventare letali.
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