Dai Collegi di merito un possibile antidoto al caro affitti
Ghini (Fondazione Rui): «Non basta solo fornire un alloggio, servono anche formazione e orientamento»
di Redazione Scuola
2' di lettura
È ripartita in tutta Italia la mobilitazione degli studenti universitari contro il caro-affitti, diffusasi a maggio in molte città e sospesa per la pausa estiva in attesa di vedere qualche elemento concreto di cambiamento. Anche perché nel frattempo gli affitti sono addirittura rincarati, raggiungendo a giugno il prezzo medio più alto degli ultimi due anni.
«Il tema degli alloggi a prezzi accessibili è cruciale - commenta Giuseppe Ghini, presidente della Fondazione RUI, che gestisce 12 Collegi universitari di merito in 5 città italiane - perché impatta pesantemente sul diritto allo studio, sancito dalla nostra Costituzione».
Più richieste per i collegi
Sempre Ghini spiega: «In questi ultimi mesi abbiamo visto un aumento considerevole delle richieste per accedere alle nostre strutture, che in un panorama di rincari dilaganti si dimostrano ancora più competitive, oltre che di grande qualità. Le domande di iscrizione nelle nostre residenze, infatti, sono in costante crescita: dall’anno accademico 2020/2021, in tre anni sono quasi triplicate. In alcune città come Milano già a luglio abbiamo assegnato tutti i posti liberi, anche grazie a un’attenta politica di sostegno economico alle famiglie, che godono di molte e diverse agevolazioni. Circa il 90% dei nostri residenti ricevono infatti una borsa di studio basata sul merito e tarata sul reddito familiare. Grazie a questa politica di sostegno alle famiglie i Collegi di merito diventano una opportunità formativa e di crescita per tutti, indipendentemente dalla situazione economica di partenza».
Il modello di studio
«Mi piace pensare che non sia solo una questione di denaro - aggiunge Ghini - ma di un vero e proprio modello che va incontro alle esigenze degli studenti, dando loro non soltanto vitto e alloggio come se fossero a casa, ma soprattutto percorsi di formazione personalizzati e interdisciplinari, occasioni di arricchimento individuale e professionale, servizi di orientamento, tutoring e coaching che facilitano l’apprendimento e il successivo inserimento nel mondo del lavoro. I dati sulla dispersione scolastica (il recentissimo rapporto dell’Ocse “Education at a glance 2023” parla del 22% di giovani italiani che non riescono a ottenere un diploma di scuola superiore, contro il 14% della media Ocse) e quelli sul calo costante delle immatricolazioni, nonché delle lauree, ci dicono infatti che gli studenti non hanno bisogno solo di un posto dove abitare, ma anche di una rete di sostegno, che li aiuti a cogliere tutte le opportunità e a sfruttare al meglio gli anni di studio».
Guardando avanti
«La nostra mission - conclude Ghini - è proprio favorire il merito, non inteso soltanto come eccellenza nella performance, ma come sviluppo di tutti i valori e le dimensioni dell’individuo, con le esperienze, le inclinazioni, le capacità relazionali, le competenze che costituiscono la persona a tutto tondo. E ciò non significa affatto introdurre un ulteriore elemento di disuguaglianza, come qualcuno va dicendo, ma al contrario permettere a tutti coloro che hanno le qualità e l’abnegazione, ma non i mezzi economici, di raggiungere i più alti livelli negli studi, in ossequio all’articolo 34 della Costituzione. Solo così si può rimettere in moto quell’ascensore sociale che negli ultimi decenni sembra essersi inceppato, impedendo il doveroso ricambio delle classi dirigenti. E come sostiene il sociologo Luca Ricolfi nel suo ultimo libro, ‘La rivoluzione del merito’, per farlo non c’è mezzo migliore delle borse di studio».
Brand connect
Newsletter Scuola+
La newsletter premium dedicata al mondo della scuola con approfondimenti normativi, analisi e guide operative
Abbonati
loading...