Dai corpi militari alle università, ecco come si diventa 007 in Italia
I servizi hanno iniziato ad attingere alle Università, enti di ricerca e anche a imprese private
di Carlo Marroni
3' di lettura
Come si entra nei servizi? Il sistema della sicurezza e informazione della Repubblica da oltre 15 anni è cambiato, con la legge varata nel 2007 dal governo Prodi, che ha messo la presidenza del consiglio in cima alla piramide delle nostre agenzie. Che sono due: Aise (ex Sismi) per la sicurezza esterna, e Aisi (ex Sisde) per quella interna. Sopra c'è il Dis, che è l'organo di cui si avvalgono il Presidente del Consiglio dei ministri e l'Autorità delegata (con il governo Meloni è il sottosegretario Alfredo Mantovano) per l'esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell'analisi e nelle attività operative di Aise e Aisi.
La sede
La sede principale da pochi anni è in Piazza Dante a Roma – inaugurata con una grande cerimonia pochi anni fa - mentre le sedi secondarie note sono a Forte Braschi e in Via Lanza. Quindi, per tornare alla domanda: come si diventa 007 italiani? Le strade sono sostanzialmente due: il trasferimento da una delle forze armate o da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, oppure dall'esterno.
La procedura
Fino a pochi decenni fa anni fa l'ingresso da Esercito, Marina e Aeronautica – e dai Carabinieri - era la regola, cui si sono aggiunti la Guardia di Finanza e sempre più la Polizia. Ma come detto si sono aperte le porte all'esterno. E i servizi hanno iniziato ad attingere alle Università, enti di ricerca e anche a imprese private, dove hanno certo professionalità particolari, in particolare nel campo dell'informatica e della cybersecurity. Nel caso di esito positivo del percorso specie per i giovani entrati da fuori inizierebbero un percorso interno di formazione, c'è una vera e propria scuola, con docenti sia interni che esterni (questi ultimi provvisti del Nos, nulla osta di sicurezza).
Il sito web
Sul sito www.sicurezzanazionale.gov c'è il percorso da fare per chi fosse interessato: «Vuoi sottoporre il tuo curriculum al Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica? Ritieni di possedere caratteristiche peculiari che potrebbero essere di eventuale interesse per l'intelligence nazionale? Se la risposta a queste domande è sì, puoi inviare la tua candidatura spontanea attraverso la nuova procedura online disponibile in questa sezione del sito».
I potenziali aspiranti
Ma – avverte il sito – «attenzione. Non si tratta di una selezione né di un concorso. La procedura, che potrai utilizzare quando e come vorrai, si configura come un canale aperto per la creazione di un bacino di potenziali aspiranti, da cui eventualmente attingere qualora emergesse l'esigenza di una professionalità come quella evidenziata nel tuo curriculum. E, non meno importante, sostituisce l'invio di auto-candidature a mezzo mail. I curricula inviati agli indirizzi reperibili in questo sito, infatti, NON potranno più essere presi in considerazione e non verrà dato seguito alle mail di accompagnamento».
La riforma del 2007
La legge 124/2007 di riforma del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica ha sensibilmente ampliato gli ambiti d'intervento dei Servizi informativi, «ora non più circoscritti alla difesa della sicurezza, integrità e indipendenza delle istituzioni democratiche da minacce provenienti dall'interno o dall'esterno, ma ampliati anche alla tutela degli interessi strategici nazionali in campo politico, militare, economico, scientifico e industriale, e sicurezza informatica nazionale».
La policy
È in questa cornice che si colloca la policy in materia di personale fatta propria dal Comparto intelligence, con investimenti crescenti sul capitale umano. «La ricerca di risorse d'eccellenza per far fronte alle sfide emergenti è proseguita, in parallelo, attraverso il sito istituzionale. È stato così possibile individuare e assumere nuove giovani professionalità in possesso di specifiche conoscenze e competenze, specie nei campi tecnologico-informatico, linguistico, geopolitico ed economico-finanziario».
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