Dai droni per organi alla bioplastica: ecco le finaliste del Master Startup Award
Sono otto le aziende selezionate per la finale del premio per scaleup nate dalla ricerca universitaria promosso dalla rete di PNICube
di Gianni Rusconi
4' di lettura
L'appuntamento per la finale è alle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) di Torino per il 30 settembre, nell'ambito dell'Italian Tech Week e ora si conoscono i nomi delle otto aziende che si contenderanno il 16° Italian Master Startup Award, il premio destinato alle scaleup della ricerca accademica promosso dalla rete nazionale degli incubatori universitari PNICube in collaborazione con I3P, l'incubatore di imprese del Politecnico di Torino.
Il concorso è riservato alle startup hi-tech con 3-5 anni di vita e prevede un premio in denaro di 10mila euro: i pitch delle finaliste, chiamate a illustrare il percorso fatto e gli obiettivi futuri, verranno valutati da una giuria composta da operatori di fondi di investimento, imprenditori accademici e manager d'impresa e saranno preceduti da un dibattito che vedrà partecipare fra gli altri nomi di spicco come Stefano Buono, presidente Liftt e Ceo di Newcleo, Claudia Pingue di Cdp Venture Capital Sgr e Alessandro Cillario, co-founder di Cubbit, start up con l'ambizione di diventare il più importante fornitore di servizi cloud distribuiti al mondo.
Tra le candidate ABZero è una realtà specializzata in tecnologie per il settore sanitario: più nello specifico, il progetto a cui sta lavorando prevede di portare sul mercato un sistema brevettato e unico al mondo per il trasporto aereo di materiali medicali e biologici salvavita altamente deperibili (come sangue, emocomponenti, organi, tessuti e medicinali). La peculiarità di questa soluzione, compatibile con il 90% dei droni esistenti, è rappresentata dalla consegna in totale autonomia e sicurezza grazie a una speciale “capsula intelligente” che protegge la qualità del bene trasportato e a sensori IoT installati a bordo che monitorano e garantiscono le condizioni ideali per il trasporto con l'ausilio di un software proprietario.
Nata in I3P e prima realtà in Europa ad avere dimostrato algoritmi di deep learning in orbita, Aiko è invece una deep tech che sviluppa soluzioni basate su intelligenza artificiale per aumentare il livello di automazione delle missioni spaziali. Il plus dichiarato? Tecnologie proprietarie che possono potenziare le prestazioni dei sistemi e introdurre autonomia nei processi decisionali, riducendo in modo sensibile i costi delle missioni stesse.
Ermes-Intelligent Web Protection è invece una start up fondata in I3P da esperti di web security e di intelligenza artificiale che promette di ridurre del 99% la finestra di esposizione agli attacchi informatici rispetto alle principali soluzioni presenti sul mercato. Il tutto grazie ad algoritmi brevettati in grado di analizzare più di dieci milioni di siti web ogni giorno e a un approccio di protezione dei dati di tipo distribuito: si tratta infatti di una soluzione “B2B on-device” che mette in sicurezza in tempo reale la navigazione in Rete dei dipendenti aziendali comprimendo da giorni a minuti il tempo di esposizione alle minacce online.
Nata a Genova e attiva nel campo dei macchinari per l'automazione dei processi industriali, Hiro Robotics ha come focus primario la progettazione e la fabbricazione di soluzioni per il trattamento dei rifiuti che integrano tecnologie di robotica collaborativa, computer vision e intelligenza artificiale. Tra quelle già a catalogo spicca un sistema di smontaggio di componenti derivanti da Tv e monitor a schermo piatto che garantisce il recupero del 99% dei materiali e una riduzione dei tempi di processo del 75% rispetto a lavorazioni manuali o alla triturazione indiscriminata dei rifiuti.
Isaac è nata nel 2018 nell'ambito dell'omonimo progetto del Politecnico di Milano e specializzata nello sviluppo di dispositivi intelligenti per la protezione dai terremoti e il monitoraggio di edifici e infrastrutture. Fra i suoi brevetti vi sono tecnologie antisismiche applicabili anche a costruzioni esistenti, partendo da un modello oleodinamico testato su edifici in scala reale.
Nata come spinoff del Politecnico di Milano, MgShell è una med tech che ha sviluppato un minuscolo dispositivo intraoculare (biodegradabile e a rilascio programmato di farmaco) in grado di salvare la vista dei pazienti affetti da degenerazione maculare senile, malattia cronica della retina centrale. L'obiettivo è ambizioso: rivoluzionare il trattamento della prima causa di cecità nei Paesi industrializzati, aprendosi al contempo alla cura di altre patologie, e portare in dote una sostanziale riduzione di costi e impatto su pazienti, caregiver e sistema sanitario.
In pancia all'Università di Padova ha mosso i suoi primi passi Rozes, un servizio di data intelligence - il primo al mondo secondo i suoi creatori - capace di individuare in pochi millisecondi il grado di similarità di un bilancio aziendale rispetto a quello di un'azienda criminale oppure di un'azienda fallita. Il segreto? Uno strumento predittivo che evidenzia in tempo reale potenziali criticità velocizzando i processi di valutazione del rischio sul portafoglio clienti e fornitori.
Arriva infine dall'Università degli Studi di Roma Tor Vergata lo spinoff Splastica, a cui si deve una tecnologia esclusiva per la produzione di bioplastica al 100% biodegradabile e al 100% compostabile utilizzando latte. Il processo di produzione su scala industriale, garantiscono i suoi fondatori, è a basso costo e basso impatto ambientale e può dar vita a stoviglie, tappi e gadget sostenibili secondo i principi dell'economia circolare.
loading...