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Dai fondi alla gestione, come partirà il Museo nazionale della Shoah

Approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge proposto dal ministro Gennaro Sangiuliano

di Nicola Barone

Giornata della Memoria, la testimonianza di Sami Modiano

2' di lettura

A ridosso della Giornata della Memoria il ministro della Cultura aveva parlato di un «dovere morale», dar vita finalmente al Museo nazionale della Shoah a Roma. Una grande tragedia «mai giustificabile sul piano della storia, dell’etica e della morale». Passati non ancora due mesi da allora il governo dà seguito all’impulso di Gennaro Sangiuliano approvando un disegno di legge ad hoc con le dotazioni economiche e alcuni criteri generali di funzionamento.

Vigilanza al MiC

A tutti gli effetti sembra avvicinarsi a un epilogo favorevole la vicenda che tra alti e bassi si trascina da venti anni. Il provvedimento prevede che il ministero della Cultura prenda parte alla Fondazione Museo della Shoah cui viene anche affidata la gestione della struttura. Ottenuto il sì del Parlamento, la Fondazione potrà operare sotto la vigilanza del ministero della Cultura che programma le attività museali anche tenuto conto degli indirizzi della Presidenza del Consiglio dei ministri. Per la realizzazione del Museo la spesa autorizzata ammonta a 4 milioni di euro per l’anno in corso 2023, 3 milioni di euro per il 2024, 3,050 milioni di euro per il 2025 e, a decorrere dall’anno 2026, 50.000 euro annui.

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Gli stanziamenti

Ai relativi oneri si provvede, quanto alle spese necessarie all’istituzione del Museo, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del ministero dell'Economia e delle finanze. Analogamente per i 50.000 euro annui finalizzati al sostegno delle spese necessarie per il funzionamento del Museo, a decorrere dall’anno 2025.

Fondazione nata nel 2008

«Per la localizzazione di questa struttura mi affiderò e seguirò solamente le indicazioni della comunità ebraica», aveva a suo tempo anticipato Sangiuliano. Fino a questo momento è noto un progetto dell’architetto Luca Zevi che ha già fatto alcuni passi formali e un’area a Villa Torlonia, lungo la via Nomentana. Come detto l’idea di realizzare un luogo di altissimo valore simbolico ha avuto fasi alterne: e la Fondazione Museo della Shoah è nata nel luglio 2008 proprio con la esplicita missione di dare impulso alla costruzione del Museo nazionale. «Una struttura di grandissima utilità comune, soprattutto per le numerose attività pubbliche dedicate alla Shoah, dirette ai giovani, ai docenti ed ai cittadini italiani e stranieri, che vi avranno un luogo di riferimento con personale altamente specializzato».

Le altri grandi città del mondo

Secondo gli animatori del progetto la sua realizzazione permetterà alla Capitale d’Italia di affiancarsi alle grandi città del mondo (Gerusalemme, Washington, Berlino, Londra, Parigi) che dispongono di Musei dedicati alla Shoah. «Gli allestimenti e la raccolta di documentazione, curati dai maggiori storici contemporanei, permetteranno a visitatori, docenti e studenti di conoscere in profondità cosa è stata la Shoah».

Dureghello (Comunità ebraica): servono tempi certi

Al governo e al ministro della Cultura un ringraziamento «per la concreta attenzione al tema della memoria» arriva da Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. «Il sostegno affinché Roma abbia finalmente un museo della Shoah speriamo rappresenti un impulso per fornire definitivamente risposte da parte dell’amministrazione in merito alla sua realizzazione che auspichiamo sia celere. Servono tempi certi e scelte realizzabili in tempi brevi per garantire alla capitale d’Italia un museo come tutte le grandi capitali europee».

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