Dai frantoi il riscatto dei detenuti alla Gorgona: ecco i vincitori del premio Agro-Social
Il secondo premio del bando finanziato da Confagricoltura e JTI è andato all’Associazione Cenci di Amelia, in provincia di Terni
di Redazione Economia
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Si chiama Recto Verso, il progetto di agricoltura sociale che insegnerà a fare l’olio erxtravergine d’oliva ai detenuti del carcere della Gorgona: dalla conduzione dell’oliveto fino alla spremitura delle olive nel frantoio, dall’imbottigliamento fino alle strategie di marketing. A mettere insieme detenuti e produzione olivicola è stata Betarice Massaza, dell’azienda Santissima Annunziata di San Vincenzo, in provincia di Livorno. Che per questa iniziativa si è aggiudicata il primo premio del bando “Agro-Social: seminiamo valore” realizzato da Confagricoltura e JTI Italia. Dopo aver appreso la tecnica della coltivazione e della trasformazione delle olive, i detenuti della Gorgona esporteranno questo modello prima in altri istituti penitenziari, e poi in altre aziende, con l’obiettivo di inserire nel mondo del lavoro chi come loro appartiene a una categoria socialmente fragile.
E proprio di persone fragili l’agricoltura sociale si occupa: malati psichici, portatori di handicap, detenuti, anziani. Istituite in Italia con una legge del 2015, le fattorie sociali sono oggi quasi 4mila, danno un lavoro vero a 35mila persone e producono un fatturato che sfiora i 250 milioni di euro. Una vera e propria realtà economica, questa, capace di crescere a un ritmo annuo del 25% e di generare non solo reddito, ma anche servizi di welfare in aree del territorio nazionale periferiche. Per sostenere questo - che è un vero e proprio comparto della nostra economia - il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e quello di Japan Tobacco Italia, Gian Luigi Cervesato, hanno voluto istituire da quest’anno un bando di finanziamento a fondo perduto, con un primo premio di 40mila euro e un secondo di 30mila. Lanciato la scorsa estate, il concorso ha ricevuto oltre 20 candidature provenienti dai territori coinvolti di Toscana, Umbria, Veneto e Campania.
Ad aggiudicarsi il secondo premio è stata l'Associazione Cenci di Amelia, in provincia di Terni, che coinvolge persone con fragilità fisica e psichica. Grazie ai fondi ricevuti, Franco Lorenzoni costruirà uno strumento astronomico a cui ci si affiderà per coltivare l’orto, secondo la più antica tradizione contadina. «Il nostro Paese – ha ricordato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - è leader in Europa per l'agricoltura sociale. La nostra associazione ha sempre creduto al ruolo determinante del settore nel contesto sociale ed economico. In questo momento storico poi, così delicato per l'Italia, siamo convinti della necessità di investire in questo modello di sviluppo virtuoso e competitivo, che permette di coniugare le politiche del welfare con la produttività e la salute». «Non può esserci crescita se non si garantiscono sostenibilità economica, sociale e ambientale - ha aggiunto Gian Luigi Cervesato, presidente e ad di JTI - in questa visione rientra il nostro impegno pluriennale per supportare e stimolare le capacità innovative che il territorio stesso può esprimere».
Alla premiazione hanno preso parte anche il viceministro all'Economia e Finanze, Antonio Misiani, e il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, Giuseppe L'Abbate: «Abbiamo avuto il piacere e l’onore - ha detto il sottosegretario L’Abbate - di premiare progetti che hanno saputo dare concretezza alle potenzialità del welfare rurale su cui abbiamo creduto sin dal 2015 quando, in Parlamento, approvammo la tanto attesa norma sull'Agricoltura Sociale. I soggetti più vulnerabili della società, grazie ad iniziative come queste, divengono così protagonisti attivi della vita agricola e produttiva dei territori, coniugando innovazione e antichi saperi». Ulteriori informazioni sui progetti vincitori sono consultabili sul sito www.coltiviamoagricolturasociale.it
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