Dai frigoriferi ai vertici mondiali dell’auto: l’inarrestabile scalata di Geely
Geely nasce in Cina nel 1986 per produrre componenti per frigoriferi. Nel 1997 inizia a costruire automobili. Oggi è la più grande industria automobilistica privata della Cina, possiede marchi europei come Volvo e Lotus, è in società con Mercedes Benz e Renault. Merito della visione del suo fondatore: Li Shufu
di Antonio Larizza
I punti chiave
5' di lettura
In principio furono frigoriferi. Siamo nel 1986. A soli 23 anni, grazie a un prestito del padre, Li Shufu fonda Geely, in una Cina rurale dove non solo non c’erano automobili, ma mancavano anche le strade. Infatti, l’azienda cresce producendo tutt’altro: componenti per frigoriferi ed elettrodomestici di ogni genere.
Poi, nel 1997, la svolta: Li Shufu decide di iniziare a produrre automobili. Nessuno se ne accorge, soprattutto nella vecchia Europa, ma è l’inizio di una inarrestabile scalata che avrebbe portato Li Shufu e la sua Geely sul tetto dell’automotive mondiale.
Oggi il gruppo Geely è la più grande azienda automobilistica privata della Cina. Nell’ottobre del 2020 ha fatto la storia dell’auto diventando il primo marchio cinese ad essere riuscito a vendere più di 10 milioni di veicoli a livello mondiale.
Li Shufu possiede marchi europei premium come Volvo e Lotus. È socio – al 50% con Mercedes Benz – della società che controlla il marchio Smart. Ha creato una joint venture con Renault per la produzione di motori ibridi e termici.
Con un fatturato di 55,86 miliardi di dollari, nel 2022 il gruppo Geely ha guadagnato la 229esima posizione nella classifica Fortune Global 500. Da quando, nel 2012, è entrato per la prima volta nella classifica, il gruppo cinese non ne è mai più uscito, scalando in 11 anni oltre 200 posizioni.
Nel 2022 i marchi del gruppo Geely hanno venduto più di 2,3 milioni di veicoli, il 4,7% in più rispetto al 2021, superando la quota di 2 milioni di veicoli per il quarto anno consecutivo.
Come ha fatto Li Shufu a creare l’impero Geely? La risposta non può che essere articolata. Si tratta di un mix di visione imprenditoriale, investimenti finanziari in marchi con forte heritage – per rilanciarli senza però stravolgerne l’identità – continua innovazione tecnologica.
Ma anche formazione interna di nuovi talenti combinando formazione pratica, istruzione in aula e ricerca: con i suoi 10 istituti di istruzione superiore privati, negli anni Geely ha formato oltre 180.000 tra ingegneri e tecnici dell’automotive.
Il «caso» Volvo
L’Occidente si è accordo di Geely nel 2010, quando Li Shufu comprò Volvo Cars pagando a Ford 1,8 miliardi di dollari. Meno di un terzo della cifra pagata dalla casa americana pochi anni prima. I puristi dell’auto gridarono allo scandalo: «Volvo è diventata cinese!». Il marchio svedese sembrava destinato a una fine ingloriosa.
Ma Li Shufu, amante tra le altre cose del design scandinavo, sapeva cosa stava facendo. Ha concesso, oltre ai capitali per il rilancio – 900 milioni di dollari – piena autonomia ai dirigenti Volvo. Ha lasciato in Svezia il quartier generale. Ha fornito tecnologie, capacità innovativa e visione di lungo periodo. E i risultati sono arrivati.
All’arrivo di Geely, Volvo vendeva 334 vetture all’anno. Nel 2019, anno migliore di sempre, ne ha vendute 705.452, di cui 155mila in Cina.
L’accordo con Renault
Il “caso” Volvo ha mostrato al mondo che Li Shufu ha tutti i numeri per sedere nel salotto mondiale dell’auto. Nel 2022 il gruppo Geely è risultato 11esimo nella classifica globale per auto vendute, a un passo dalla decima posizione occupata da Bmw.
Se si guarda alle sole vendite di vetture elettrificate (bev e ibride) a livello globale, Geely sale all’ottavo posto, davanti a Mercedes Benz e alla Renault–Nissan–Mitsubishi Alliance.
Li Shufu ha appena siglato un importante accordo con Renault per lo sviluppo congiunto di motorizzazioni ibride e termiche, da affiancare alla corsa sull’elettrico. La nuova società controllata alla pari da Geely e Renault sarà un fornitore mondiale indipendente per la fornitura di motori ibridi di nuova generazione e termici a basse emissioni.
Per farlo potrà contare su una rete di cinque centri di ricerca e sviluppo, 17 fabbriche dislocate in tre continenti e 19 mila dipendenti. Avrà una capacità produttiva annua pari a 5 milioni di trasmissioni e motori – tra combustione interna, ibridi e ibridi plug-in – da distribuire in oltre 130 Paesi. Le due case automobilistiche stimano così di poter coprire l’80% della domanda futura di motori termici.
Tutti i marchi della galassia Geely
Difficile elencare i marchi appartenenti a Geely senza rischiare di tralasciarne qualcuno, tanto è il fermento con cui l’azienda cinese presenta nuovi brand. Oltre ovviamente a Geely Auto, i già citati Volvo Cars, Lotus e Smart.
Volvo Cars ha sede a Göteborg, in Svezia, e dispone di 10 stabilimenti di produzione e assemblaggio, tre centri di ricerca e sviluppo e tre centri di progettazione a livello globale. Oltre a 2.300 concessionari in più di 100 paesi.
Polestar, marchio specializzato in supercar elettriche “derivato” da Volvo, ha sede a Göteborg, in Svezia, e uno stabilimento di produzione a Chengdu, in Cina.
Lotus Group, con quartier generale a Hethel, nel Regno Unito, include lo stabilimento di produzione di Lotus Cars. Il Gruppo gestisce anche il Lotus Tech Creative Center.
Nella galassia Geely Auto stanno inoltre crescendo marchi come Zeekr, Livan, Proton, Radar e Geometry, sempre più focalizzati in vetture e suv elettrici di segmento premium con elevati standard tecnologici. In arrivo anche il brand premium Galaxy, da poco annunciato.
C’è poi il brand emergente Lynk & Co, joint venture tra Geely Auto e Volvo Cars, sempre più diffuso anche sulle strade italiane. Il marchio è stato fondato nel 2016 e da quando è nato ha venduto nel mondo oltre 800.000 veicoli, di cui 180.127 solo nel 2022.
L’elenco prosegue con il brand Levc (London Electric Vehicle Company), con sede ad Ansty, in Inghilterra, che si occupa di veicoli a zero emissioni da utilizzare nel mercato dei taxi.
Geely New Energy Comemrcial Vehicle Group controlla invece diversi marchi di tecnologia e servizi per veicoli commerciali elettrici come Farizon auto, Green Intelligent Link e Oneworld Technology. Tra quesi Farizon auto, basato a Hangzhou, in Cina, produce una gamma di veicoli commerciali che adottano motori con alimentazioni alternative.
La holding Geely ha inoltre diversificato la sua attività grazie a investimenti strategici. Geely Technology Group è la divisione dedicata all’innovazione del Gruppo Geely, attiva nello sviluppo di tecnologie e servizi per la mobilità del futuro. Attività svolte dalle controllate CaoCao, Joma, Qianjiang Motor. Mentre con il marchio Mitime Group Geely gestisce piste da corsa a Ningbo, Hunan e Utah.
Infine, Geely Talent Development Group ha sede a Hangzhou e gestisce scuole a Sanya, Hunan, Chengdu, Guangxi e altre città combinando formazione pratica, istruzione in aula e ricerca.
Sede e dimensioni
Il quartier generale di Zhejiang Geely Holding Group (ZGH) è a Hangzhou, in Cina. Il gruppo impiega attualmente oltre 120.000 persone in tutto il mondo; ha più di 40 stabilimenti di produzione e assemblaggio, 8 centri di ricerca e sviluppo e 6 centri di progettazione in Nord America, Europa, Cina e Sud-est asiatico.
Da sola, la divisione Geely Auto Group gestisce 5 centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo, con strutture a Ningbo, Hangzhou, Göteborg, Coventry e Francoforte, nonché due centri di progettazione globale a Shanghai e Göteborg.
Recentemente la società ha annunciato l’apertura del Geely Innovation Design Center Italy , il nuovo hub che da Milano coordinerà la creatività e il design del gruppo automobilistico cinese passato dai frigoriferi ai vertici mondiali dell’auto.
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