Dai licenziamenti ai contratti di solidarietà: come cambia il lavoro in 12 punti
Ecco il pacchetto lavoro contenuto nel decreto Sostegni bis. La soglia dimensionale per il contratto di espansione si abbassa a 100 addetti. Cambiano anche i contratti di solidarietà. Niente decalage Naspi fino a dicembre e altre 4 mensilità di reddito di emergenza.
di Claudio Tucci
I punti chiave
- Contratto di rioccupazione, sgravi al 100% per sei mesi
- Contratto di espansione, la soglia scende a 100 addetti
- Naspi, il decalage si blocca fino a dicembre
- Sgravi per commercio-turismo
- Rem, altre 4 mensilità
- Nascono le scuole dei mestieri
- Grandi crisi industriali altri 6 mesi di cassa per cessazione
- Blocco dei licenziamenti per chi utilizza la cassa
5' di lettura
Dai licenziamenti il cui divieto andrà avanti ancora dopo il 30 giugno (ma non è ancora chiaro come) al contratto di espansione la cui soglia dimensionale, per l’applicabilità, scende da 250 a 100 dipendenti, intercettando così anche le pmi. Debutta poi un nuovo contratto subordinato a tempo indeterminato di rioccupazione incentivato con l’esonero contributivo al 100% - fino a 6mila euro su base annua - per la durata di sei mesi, con l’obiettivo di spingere l’inserimento dei disoccupati. E si ritoccano anche contratti di solidarietà e Naspi. Il pacchetto lavoro contenuto nel decreto Sostegni bis vale intorno ai 5 miliardi. Ecco misura per misura in che cosa consiste in 12 voci.
Contratto di rioccupazione, sgravi al 100% per sei mesi
Arriva il nuovo contratto di rioccupazione, strumento operativo dall’entrata in vigore del decreto e fino al 31 ottobre. Va definito con il consenso del lavoratore un progetto di inserimento per l’adeguamento delle competenze di durata di sei mesi; al termine le parti possono recedere dal rapporto di lavoro o proseguire come in un ordinario contratto a tempo indeterminato.
Al datore di lavoro privato (con esclusione del settore agricolo e del lavoro domestico) è riconosciuto per un massimo di sei mesi l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali (con esclusione di premi e contributi Inail) nel limite di 6mila euro su base annua, riparametrato su base mensile.
Sono fissati alcuni paletti: i datori di lavoro nei sei mesi precedenti l’assunzione non devono aver proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o collettivi nella stessa unità produttiva. Inoltre il licenziamento intimato durante o al termine del periodo di inserimento - o di un lavoratore impiegato nella stessa unità produttiva e con lo stesso livello di inquadramento - comporta la revoca dell’agevolazione e il recupero del beneficio già fruito. L’importo è cumulabile con gli esoneri contributivi già previsti (per il Sud, per donne e giovani).
Contratto di espansione, la soglia scende a 100 addetti
Si abbassa da 250 a 100 dipendenti la soglia dimensionale per il contratto di espansione che consente, tra l’altro, di far uscire personale dall’azienda (in alternativa al licenziamento collettivo) fino a cinque anni in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia o di anzianità.
Contratto di solidarietà a maglie più larghe
Si ritocca anche il contratto di solidarietà: le aziende che a giugno avranno lo sblocco dei licenziamenti, con un calo del 50% di fatturato (non più 30%), possono stipulare un contratto di solidarietà che porta la retribuzione dei lavoratori al 70%, ma l’impresa deve impegnarsi nella stipula dell’accordo collettivo al mantenimento dei livelli occupazionali. La riduzione massima di orario viene innalzata, portando il tetto della riduzione media all’80% e quello della riduzione complessiva al 90 per cento.
Naspi, il decalage si blocca fino a dicembre
Inoltre il decalage della Naspi, ovvero il taglio del 3% che scatta dal 4° mese di fruizione dell’indennità di disoccupazione, si congela fino al 31 dicembre; e sempre fino a fine anno il ministero del Lavoro potrà concedere una proroga di sei mesi della cigs per cessazione per quelle aziende di particolare rilevanza strategica sul territorio che hanno avviato il processo di cessazione aziendale, frenato a causa del Covid-19.
Sgravi per commercio-turismo
Per il comparto commercio-turismo-terme viene reintrodotto lo sgravio contributivo per le imprese che non richiedono più la cassa integrazione per i propri dipendenti e li fanno rientrare in servizio pur avendone usufruito in precedenza per far fronte all’emergenza Covid. La legge di Bilancio 2021 ha previsto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per aziende che non richiedono trattamenti di integrazione salariale fruibili fino al 31 marzo.
Anpal, sì al commissariamento
Novità anche per Anpal, con il commissariamento dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro e l’uscita di scena del presidente Mimmo Parisi. Il commissario servirà a traghettare l’agenzia in vista del cambio della governance fortemente voluto dal ministro Orlando: entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto sarà modificato lo Statuto ed entro 60 giorni sarà nominato un direttore con poteri gestionali e il compito di attuare indirizzi e linee guida adottate d’intesa con il Cda (di tre membri, con un rappresentante delle regioni) e approvate dal ministro del Lavoro (al quale riferirà periodicamente).
Vengono rifinanziati i centri per l’impiego (70 milioni per il 2021) e sul fronte della sicurezza viene finanziata l’assunzione a tempo indeterminato di medici e tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro (3,4 milioni per il 2021 e 10 milioni per il 2021).
Nascono le scuole dei mestieri
Viene poi istituito un fondo presso il ministero del Lavoro (Scuola dei Mestieri) con una dote di 20 milioni di euro per integrare politiche attive del lavoro e sistema di industria nazionale, a livello locale; e per mettere in campo percorsi di formazione per i giovani nelle aziende per sostenere l’integrazione del mondo del lavoro dei Neet.
Rem, altre 4 mensilità
Nel decreto Sostegni bis ci sono anche altre quattro mensilità di reddito d’emergenza per assicurare la copertura nei mesi estivi alle famiglie in difficoltà. Per richiedere le ulteriori quattro mensilità di Rem, relative a giugno, luglio, agosto e settembre, la domanda dovrà essere presentata all’Inps entro il 31 luglio.
Autonomi e professionisti
Prorogata la scadenza dei versamenti contributivi al 20 agosto 2021.
Blocco dei licenziamenti per chi utilizza la cassa
La norma è ancora oggetto di confronto all’interno deokl governo. La disposizione in ingresso al Cdm portata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, prevede per le aziende che chiedono la cig covid entro fine giugno, dalla data di entrata in vigore del dl, il blocco dei licenziamenti allungato al 28 agosto. Dal primo luglio poi le imprese che utilizzano la cassa ordinaria non dovranno pagare le addizionali ma non potranno licenziare mentre utilizzano la cassa integrazione.
Grandi crisi industriali altri 6 mesi di cassa per cessazione
Proroga di sei mesi della cassa integrazione per cessazione purché venga richiesta entro la fine del 2021.
Indennità per alcune categorie di autonomi di 1.600 euro
C’è poi l’indennità di 1.600 euro per un’ampia platea che comprende i lavoratori che già hanno ricevuto l’indennità, gli stagionali del settore del turismo e degli stabilimenti termali, dipendenti stagionali e lavoratori in somministrazione appartenenti a settori diversi (che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 e l’entrata in vigore del decreto, e hanno lavorato almeno 30 giornate nel medesimo periodo); lavoratori intermittenti (con almeno 30 giornate di lavoro nello stesso periodo); autonomi privi di partita Iva iscritti alla gestione separata con almeno un contributo mensile versato, titolari di contratti occasionali; incaricati alle vendite a domicilio (con reddito 2019 superiore a 5mila euro e titolari di partita Iva attiva, iscritti alla Gestione separata). A condizione che non siano titolari di contratto di lavoro subordinato (con esclusione dell’intermittente senza indennità di disponibilità) o di pensione.
L’indennità di 1.600 euro va anche ai dipendenti a tempo determinato del turismo e degli stabilimenti termali e agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (con almeno 30 contributi giornalieri versati dal 1° gennaio 2019 all’entrata in vigore del decreto e un reddito 2019 entro 75mila euro, non titolari di pensione o di contratto a tempo indeterminato, o con 7 contributi giornalieri versati e un reddito entro 35mila euro).
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