IL PIANO DEL GOVERNO

Dai medici ai congelatori, tutte le incognite per la vaccinazione di massa

L’Italia partirà con le prime vaccinazioni al personale sanitario il 27 dicembre. Ecco tutti i cinque problemi più urgenti ancora da risolvere

di Andrea Carli

Vaccini, hub si prepara

5' di lettura

L'Italia partirà con le prime vaccinazioni al personale sanitario il 27 dicembre. Sono cinque le incognite che potrebbero influire sull’operazione vaccinazione anti coronavirus.
La prima: la possibilità che qualcuno decida di non vaccinarsi, considerato che allo stato attuale, per espressa volontà del governo, non è previsto un obbligo in tal senso. C’è poi, allo stato attuale, la mancanza di un numero adeguato di medici e infermieri per somministrare le prime 1.833.975 dosi di vaccino anti Covid 19 che verranno distribuite da Pfizer Biontech e inviate alle Regioni. La terza incognita è rappresentata dalla necessità di dotarsi in tempi stretti di congelatori particolari, in grado di conservare i vaccini a meno 70 gradi. Il quarto nodo: l’effetto che una eventuale terza ondata di contagi potrebbe avere sull’operazione di vaccinazione della popolazione. Infine, il quinto “punto debole”: il vaccino di Sanofi arriverà con sei mesi di ritardo, facendo mancare all’Unione europea 300 milioni di dosi, 40 milioni alla sola Italia.

La prima fase: operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle residenze per anziani

Nella prima fase saranno vaccinati operatori sanitari e sociosanitari, pubblici e privati, nonché ospiti e personale delle residenze per anziani. Nella seconda fase della campagna ci sarà il richiamo per i primi vaccinati e si inizierà a somministrare le dosi alle categorie più fragili.

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«A febbraio pensiamo di iniziare a vaccinare le persone in ordine decrescente di fragilità, scendendo nella curva anagrafica - ha spiegato il Commissario straordinario Domenico Arcuri - Confermiamo, se i processi autorizzativi lo consentiranno, una quantità di dosi per vaccinare tra la prossima estate e il prossimo autunno tutti gli italiani che lo vorranno». Parole che fanno pensare a un’uscita dalla pandemia non prima della fine dell’anno prossimo, nella migliore delle ipotesi.

La mancanza (allo stato attuale) di un obbligo di vaccinazione

Come già ribadito dal ministro della Salute Speranza, secondo un'ottica europea non si partirà con la previsione dell'obbligo vaccinale ma con la persuasione e l’informazione. L'obiettivo è raggiungere l'immunità di gregge, il che significa vaccinare 40 milioni di italiani. Ma la sola possibilità che alla fine qualcuno possa decidere di non vaccinarsi è destinata a influire sulla non facile partita per il contenimento dei contagi. «L'obbligo di vaccinarsi prevederebbe una norma di legge primaria - ha sottolineato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo -. È un percorso che va fatto attraverso il Parlamento. Se dovesse esserci sarà per categorie ad alto rischio come i sanitari. Per gli altri, come un semplice pensionato, vale di più il convincimento. Personalmente riguardo alle vaccinazioni sono per un'idea un po' più rigida», ha poi confidato.

Secondo un sondaggio Demopolis per Rai Radio 1, otto italiani su 10 sono pronti a farsi vaccinare: il 40% il prima possibile, il 44% in un secondo momento. Solo il 16% non ha intenzione di farlo. Per raggiungere almeno il 70-80% della popolazione e l'immunità di gregge sarà importante una campagna informativa sul vaccino sicuro, non obbligatorio e gratuito, visto che anche tra il personale sanitario risulta esserci una quota di diffidenti o refrattari. Il ministro Boccia ha anticipato che ci sarà un’anagrafe, come per tutte le altre vaccinazioni, e ha aggiunto che chi non lo farà (il vaccino anti-Covid, ndr) «si assumerà una responsabilità verso gli altri. Bisognerà fare un ragionamento su questo».

Servono 3mila medici e 12mila infermieri

Dal 6 dicembre, medici, infermieri e assistenti sanitari che vogliono contribuire all'attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti Sars-Cov-2, possono inviare la loro candidatura per via telematica al portale che è stato predisposto. Il contratto verrà stipulato dalle agenzie per il lavoro selezionate con un bando che si chiuderà solo il 28 dicembre (si veda anche Il Sole 24 Ore del 17 dicembre). Per il bando di reclutamento dei sanitari da impiegare nella campagna di vaccinazioni anti-Covid «abbiamo ricevuto 11.282 candidature in 18 ore, risultato in qualche misura superiore alle nostre aspettative; di questi 6.381 sono medici», ha detto Arcuri.

La partita delle misure anti-Covid in manovra

Per dare attuazione al piano vaccini anti Covid un emendamento alla manovra, all’esame della commissione Bilancio della Camera in prima lettura, potrebbe prevedere la copertura economica per l’assunzione di 3mila medici e 12 mila infermieri. Anche i medici specializzandi già a partire dal primo anno di corso della scuola di specializzazione potrebbero essere chiamati a concorrere allo svolgimento dell'attività di profilassi vaccinale alla popolazione. La proposta di modifica - secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza - tuttavia è ancora in discussione e non è certo che arrivi con la legge di Bilancio (potrebbe entrare nel decreto di fine anno).Governo e maggioranza stanno lavorando per presentare nelle prossime ore un emendamento alla manovra in commissione Bilancio per uno stop all'Iva sui vaccini anti-Covid. Sul tavolo anche l'ipotesi di esentare dal pagamento dell'imposta sul valore aggiunto tamponi e siringhe e di consentire alle farmacie di entrare in campo per la campagna di vaccinazione.

Intanto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli ha assicurato che sono 60mila i medici di medicina generale, di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali e 118 pronti a somministrare i vaccini anti Covid. Anelli ha detto di attendere una convocazione dal ministro Speranza, per «capire come collaborare».

La corsa per dotarsi dei congelatori

Saranno 294 i punti in tutta Italia in cui verranno somministrate le prime dosi di vaccino della Pfizer, ma solo 222 (che diventeranno 289 dal 7 gennaio) sono dotati di celle Ult (Ultra-low temperature) per la conservazione delle dosi a bassissime temperature. E sette presidi ospedalieri - 5 in Liguria, uno nel Lazio e uno in Puglia - ne sono sprovvisti. I numeri sono contenuti in una delle tabelle che Arcuri ha presentato nel corso della riunione con le Regioni per l'approvazione del piano vaccini.

Le regioni si stanno muovendo per acquistare i congelatori che consentano di conservare il vaccino alla temperatura di meno 70 gradi. Gli ultra congelatori vengono prodotti dalla Desmon, con sede a Nusco, in provincia di Avellino, in Campania. Il progetto è in fase avanzata, la produzione è già attiva. E non c’è solo l’Italia in attesa. Gli Stati Uniti hanno chiesto la disponibilità per 2.500 prodotti, la Francia e l'Arabia Saudita ciascuna per mille e l'Olanda, che pure sembra molto interessata, non ha ancora quantificato. L'offerta tuttavia per ora è molto limitata in quanto destinata a un mercato di nicchia. Si può immaginare che, alla luce della nuova esigenza globale, si dovrà fare i conti con l'allungamento dei tempi di consegna da parte dell’azienda che li produce. Il conto alla rovescia per non farsi trovare impreparati è già iniziato.

La variabile di una terza ondata di contagi

C’è poi una quarta incognita. Sarebbe complicato avviare la campagna di vaccinazione negli stessi giorni in cui si manifestasse una terza ondata di contagi. «La curva dei contagi - ha sottolineato Arcuri - è ormai stabilmente congelata e prosegue nel trend decrescente, ma purtroppo non si è appiattita, non è sparita. Sarebbe davvero complicato iniziare la più grande campagna di vaccinazione di massa forse di sempre in una condizione di recrudescenza della curva dei contagi, la possibile e temuta terza ondata».

Il nodo Sanofi

Infine, l’ultimo nodo: il ritardo del vaccino Sanofi. Arcuri ha confermato le 202 milioni di dosi per il nostro paese, ma ha anche chiarito che arriveranno «non più in 15 bensì in 21 mesi: infatti «Sanofi, che doveva fornire 40 milioni di dosi nel terzo e quarto trimestre del 2021, ha un ritardo e le darà nel secondo e terzo trimestre del 2022»

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