Il piano delle Regioni per le riaperture: al ristorante anche di sera, al cinema e a teatro senza tampone
Per i ristoranti, proposti due metri di distanza tra i clienti al chiuso e almeno un metro all’aperto. Le Regioni puntano anche alla riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri con appositi protocolli.
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
5' di lettura
Il governo lavora a fare di maggio il mese della ripartenza. E il cronoprogramma delle riaperture di ristoranti, cinema, teatri, musei, palestre e delle tante altre attività che da mesi soffrono una crisi senza precedenti, dovrebbe iniziare a prendere forma già questa settimana. Dopo aver valutato i dati del monitoraggio settimanale dei contagi coronavirus e l’andamento delle vaccinazioni, si terrà venerdì 16 aprile alle 11 la cabina di regia tra il premier e le forze di maggioranza per trovare un punto d'incontro fra i “rigoristi” (centrosinistra) e gli “aperturisti” (centrodestra). Sarà il primo passo nella direzione del nuovo decreto legge che sostituirà quello attuale in scadenza a fine mese. Al termine della riunione di questa mattina Draghi interverrà in conferenza stampa, per illustrare le soluzioni attese nel nuovo decreto.
Il possibile cronoprogramma delle riaperture
Dopo il fine settimana del primo maggio, probabilmente ancora in zona rossa, dal 3 dovrebbero ritornare le zone gialle, congelate dal decreto attualmente in vigore, con bar e ristoranti aperti a pranzo. Ma da metà maggio l'Italia potrebbe finalmente ritornare a una quasi normalità con locali aperti anche la sera - soprattutto se con tavoli all'aperto - con il coprifuoco spostato alle 23 o alle 24, cinema e teatri aperti (con nuovi protocolli) e la possibilità di spostarsi tra le Regioni (gialle). Mentre a fine maggio si dovrebbe poter tornare a frequentare palestre o piscine.
Le richieste delle Regioni
Sul tavolo del vertice odierno ci saranno però le proposte dei governatori, che hanno dato il via libera alle linee guida aggiornate, messe a punto dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni (su cui sarà ora chiesto il parere del Cts) per definire le riaperture delle prossime settimane. I governatori spingono per riaprire i ristoranti a pranzo e a cena (il che dovrebbe inevitabilmente essere accompagnato da uno slittamento di una-due ore del coprifuoco). Ma puntano anche alla ripartenza di cinema, teatri, palestre e piscine. Chiedendo riaperture anche nelle zone ad «alto rischio epidemiliogico» quindi anche rosse e arancioni purché i protocolli di sicurezza basati su distanziamento e mascherine siano «integrate con strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione». Una richiesta che difficilmente potrà essere accolta dal governo.
Nei ristoranti due metri di distanza tra i tavoli al chiuso
Le Regioni puntano a dare la precedenza alla riapertura dei ristoranti, sia perché «rappresentano le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure», sia perché «costituiscono settori in cui il rispetto delle misure previste è più concretamente realizzabile e controllabile». Privilegiata la prenotazione, con regole più stringenti al chiuso (almeno un metro di distanza tra i clienti di tavoli diversi, estendibile a due metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) che all’aperto (almeno 1 metro). Va mantenuto per due settimane l'elenco di chi ha prenotato, per favorire l’eventuale rintracciamento dei positivi.
Obbligo di finestre aperte per areare i locali
Si conferma l'obbligo di mascherina per i clienti quando non sono seduti. E l’invito a usare menù digitali. In bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e in tutti i locali dove non ci sono posti a sedere vanno limitati gli accessi (numero chiuso). Per la consumazione al banco bisogna assicurare la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra clienti non conviventi. La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. È obbligatorio mantenere aperte, a meno che le condizioni meteorologiche o altre situazioni di necessità non lo consentano, porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria. Ok poi ai giochi di carte in ristoranti e bar ma nel rispetto della distanza di 1 metro e con mascherina. «integrate con strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione».
Ingressi contigentati in piscina
Nelle palestre vanno evitati assembramenti. La distanza di sicurezza deve essere almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica e almeno 2 metri durante l'attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa) e negli spogliatoi. Va mantenuto l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere inoltre rilevata la temperatura corporea, impedendo l'accesso quando supera 37,5 °C. Macchine e attrezzi vanno disinfettati dopo ogni singolo utilizzo. Va favorito il ricambio d'aria negli ambienti interni. Mentre nelle piscine la densità di affollamento in vasca si calcola assicurando almeno 7 metri quadri di superficie d'acqua a persona. Tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1 metro. Gli ingressi vanno calcolati e gestiti in base a questi indici.
Niente tampone obbligatorio per entrare a teatro e a cinema
Nei cinema e teatri i posti a sedere dovranno prevedere un distanziamento minimo di un metro tra uno spettatore e l'altro, a meno che non si tratti di conviventi. Va privilegiata la prenotazione e va mantenuto l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Sparisce nella nuova bozza l'obbligo di tampone («evidenza di un test negativo nelle ultime 48 ore») o di completamento del ciclo vaccinale per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli, così come previsto nella prima bozza. Solo negli scenari epidemiologici definiti ad alto rischio, ossia nelle zone arancioni, si parla (così come anche per palestre e piscine) di «strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione». Era stato del resto lo stesso ministro della Cultura Dario Franceschini ad assicurare, rispetto alle ipotesi circolate, che non sarebbe servito il tampone obbligatorio per tornare al cinema o al teatro. Franceschini ha inoltre inviato al Comitato tecnico scientifico un documento in cui chiede di aumentare i posti a sedere, con un pubblico “raddoppiato” rispetto alle regole adesso in vigore: fino a 500 persone al chiuso e 1000 all'aperto.
Le precauzioni ulteriori, l'ipotesi di richiedere un tampone, come hanno fatto in questi giorni i parchi olandesi o com'era stato per il concerto 'apripista' di Barcellona, entrerebbero in campo invece - questa l'idea del ministro - per eventi particolari, situazioni speciali la cui organizzazione verrebbe lasciata alla valutazione delle Regioni, concerti o manifestazioni da tenersi rigorosamente all'aperto ma aperti anche a qualche migliaia di spettatori.
Il possibile cronoprogramma delle riaperture
Mentre è dato per certo il prolungamento dello stato di emergenza (in scadenza a fine aprile), probabilmente fino al 31 luglio, il governo lavora a un allentamento progressivo delle restrizioni, così come ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa alla Camera . Con ogni probabilità il primo passo sarà la riapertura dei ristoranti a pranzo all’aperto a fine aprile nelle regioni con i dati migliori. Il ripristino delle zone gialle dovrebbe avvenire a maggio, con riapertura possibile anche di cinema e teatri. Entro fine maggio ci potrebbe essere la novità della riapertura di bar e ristoranti anche di sera nei locali dotati di tavoli all’aperto.
Ipotesi rientro in classe di tutti gli studenti delle superiori
Ma il governo studia anche il capitolo scuole, con la speranza di poter rivedere in aula tutti gli studenti delle superiori, al 100%. Un'ipotesi fortemente voluta dallo stesso premier Mario Draghi, ma sulla quale peserà la curva dei contagi. «Se i trasporti saranno, e devono essere, organizzati in modo adeguato - è il monito della ministra Elena Bonetti - anche la riaperture delle scuole secondarie di secondo grado potrà essere fatta».
loading...