Dai ristoranti ai cinema, le varianti Covid rallentano i protocolli per riaprire in sicurezza
Pressing a tutto campo da parte di alcune forze di maggioranza e delle categorie. Parola al Cts, ma è difficile che venga raggiunta un’intesa sulle nuove regole prima del via libera al nuovo provvedimento per il contenimento dei contagi
di Andrea Carli
5' di lettura
La linea di prudenza nei confronti dell’ipotesi di un allentamento delle misure anti Covid espressa dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo in occasione del recente incontro a palazzo Chigi con il premier Draghi e alcuni ministri - uno per ciascuna forza di maggioranza - fa pensare che la possibilità che gli esperti mettano mano a protocolli di sicurezza, primo passo per la riapertura o l’estensione di alcune attività, sia allo stato attuale contenuta. Con l’eccezione di cinema e teatri che potrebbero riaprire dal 27 marzo, ma solo in zona gialla.
Speranza: evitare una nuova diffusione incontrollata del contagio
In vista del Dpcm che, come ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza in un’informativa al Senato, sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, ristoratori, operatori del cinema e del teatro, titolari di palestre e piscine, gestori di impianti sciistici chiedono di riaprire, e si dicono disposti ad adottare regole ancora più stringenti pur di tornare a respirare. Ma la posizione espressa da Speranza in parlamento non delinea un’apertura su questo fronte.
«Non sottovalutare le difficoltà e i rischi è indispensabile - ha sottolineato il ministro - per tentare di evitare una nuova diffusione incontrollata del contagio, che metterebbe nuovamente in crisi i nostri ospedali e renderebbe più difficile la nostra campagna di vaccinazione. Non è un problema italiano: è il mondo nel quale viviamo che non è in una condizione di sicurezza, perché ancora forte è la circolazione del virus e perché si fanno strada varianti con un tasso di contagiosità elevato. E resta, purtroppo, molto alto il numero delle vittime».
Pressing a tutto campo per riaprire
Una richiesta, quella degli operatori, che è stata sostenuta anche da alcune forze politiche della maggioranza, in uno schema bipartisan: nelle ultime ore, infatti, sia il leader della Lega Salvini sia il presidente della Conferenza delle regioni, l’esponente del Pd Bonaccini, sia ancora il ministro dell’Agricoltura Patuanelli si sono detti a favore dell’ipotesi di lasciare aperti i servizi di ristorazione anche alla sera: almeno fino alle 22, orario di inizio del coprifuoco. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini si è espresso a favore della riapertura di cinema e teatri.
Dall’altra parte il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts: entrambi frenano, segnalando il rischio contagi, specie alla luce delle nuove varianti. Si tratta di individuare nuove regole, in grado di contemperare da una parte la salute delle persone, soprattutto nello scenario di una variante inglese che a metà marzo sarà predominante in tutta Italia, dall’altra la necessità dei diversi settori di tornare ad aprire. Una partita non facile, che ha in prima linea il Cts, il Comitato tecnico scientifico chiamato a definire i paletti nell’ambito di nuovi protocolli di sicurezza.
Patuanelli: con Cts al lavoro per protocollo sicurezza sulla ristorazione
«Occorre definire protocolli in grado di garantire la sicurezza delle persone, la salute dei cittadini, ma anche la possibilità per il settore della ristorazione di ripartire - ha sottolineato Patuanelli -. Attraverso il Cts stiamo lavorando a un protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza». Il dossier è anche sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Il 24 febbraio si è tenuta una lunga videochiamata tra il ministro, Giancarlo Giorgetti e il presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, Lino Enrico Stoppani. Un incontro, sebbene virtuale, durato circa un’ora, durante il quale i rappresentanti delle categorie hanno presentato al governo un documento contenente le misure emergenziali necessarie alla ripartenza di un settore messo in ginocchio dalla pandemia.
Tra le proposte delineate nel documento, l’adozione di un piano di ripartenza, riprendendo il lavoro già svolto con il Cts durante il precedente governo, per la riapertura graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta ai pubblici esercizi che dispongono di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni. «Giorgetti – spiega Stoppani – ha ascoltato la richiesta di dare al sistema dei pubblici esercizi, piegato da oltre un anno di sacrifici, una prospettiva di ripartenza in sicurezza, puntando sulla necessità di tornare a dare dignità al lavoro, auspicando la possibilità di una riapertura graduale nelle aree gialle la sera e nelle aree arancioni fino alle 18.00». È probabile che l’elaborazione di un nuovo protocollo di sicurezza per la ristorazione da parte del Comitato tecnico scientifico parta proprio da queste proposte. D’altro canto, è difficile che le nuove linee guida prendano forma prima del prossimo provvedimento anti - Covid, che potrebbe registrare il via libera del governo già alla fine di questa settimana.
Spiragli per il mondo dello spettacolo
In parallelo, si lavora a un protocollo di sicurezza per il mondo dello spettacolo. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, è stato audito mercoledì 24 febbraio dal Comitato tecnico scientifico presso la Presidenza del Consiglio. Nel corso dell'incontro, che è durato circa un'ora e mezza, Franceschini ha discusso i protocolli integrativi di sicurezza elaborati dalle Direzioni generali del Mibact sulla base dei documenti forniti dalle associazioni di categoria del cinema, dello spettacolo dal vivo e dalle istituzioni museali per individuare tempi e modalità per riaprire cinema, teatri e sale da concerto ed estendere le aperture dei musei e delle mostre d'arte anche nei fine settimana e nei giorni festivi.
Il Comitato Tecnico Scientifico si è riservato di valutare le proposte avanzate dal Ministro anche al fine di dare precise indicazioni in vista prossimo Dpcm Covid. Allo stato attuale non è escluso che le richieste ottengano il via libera dei tecnici, con una riapertura dal 27 marzo di cinema e teatri e di musei e mostre anche nel fine settimana. Entrambe le cose avverrebbero solo in zona gialla. E dopo la definizione di un nuovo protocollo di sicurezza: in quello presentato dalle associazioni di categoria si prevede l’obbligo per gli spettatori di indossare le mascherine FFp2, biglietti nominativi prenotabili online così da evitare le code alla cassa e garantire il tracciamento, la sanificazione delle sale prima che inizi lo spettacolo.
Cts: prudenza sulle riaperture di palestre e piscine
Anche il mondo delle palestre e delle piscine spinge per riaprire le strutture, chiaramente garantendo le condizioni di sicurezza. Nei giorni scorsi il Comitato tecnico scientifico ha messo in guardia dai rischi di ulteriori contagi che potrebbero arrivare da eventuali riaperture di impianti da sci, palestre o cinema. In un parere chiesto dal ministero dello Sport gli esperti hanno spiegato che palestre e piscine potranno riaprire solo quando il numero dei contagi sarà di 50 persone per 100mila abitanti. Una situazione da zona bianca, che ad oggi è ancora sulla carta. E la corsa della variante inglese non aiuta.
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