Dai seggi in parlamento al Quirinale, la corsa a ostacoli di Salvini per la federazione del centrodestra
Un eventuale listone del centrodestra, un nuovo partito con dentro anche gli azzurri, porta sì voti ma toglie anche posti.
di Barbara Fiammeri
I punti chiave
2' di lettura
Non è solo una parte dei forzisti a temere il progetto di federazione del centrodestra lanciato da Matteo Salvini. Anche nel partito del Capitano c'è più di un mal di pancia, pur se tenuto sotto traccia. La ragione è semplice. E sta nei numeri. Un eventuale listone del centrodestra, un nuovo partito con dentro anche gli azzurri, porta sì voti ma toglie anche posti. A maggior ragione con l'entrata in vigore della riforma del taglio dei parlamentari che verrà sperimentata per la prima volta alle prossime politiche.
I numeri in Parlamento
I deputati e senatori del Carroccio attualmente sono 196, una quindicina in più di quelli entrati alla Camera e al Senato dopo le elezioni nel 2018 in cui la Lega ottenne circa il 18% dei consensi. Per farli tornare tutti in Parlamento il Carroccio dovrebbe arrivare a superare il 30%. Alle europee del 2019 ci riuscì andando oltre il 34% ma allora Giorgia Meloni con i suoi Fratelli d'Italia era ancora ferma al 6%.
Il rischio perdita di seggi
Attualmente i sondaggi danno invece la Lega e Fdi distanti di circa due punti, entrambi attorno al 20%. Quindi con questi numeri soltanto il partito della Meloni porterà in Parlamento più deputati e senatori di quelli attuali. Tutti gli altri, Lega compresa, perderebbero invece seggi. Se poi bisognasse aggiungere in lista anche parte, sia pure esigua, degli esponenti oggi appartenenti ad altre formazioni politiche, a partire dai forzisti, i posti sarebbero ancora meno.
Per la Salvini obiettivo leadership del centrodestra
Il risultato più importante Salvini però probabilmente lo otterrebbe: essere il leader del primo partito della coalizione. E cioè non farsi superare da Giorgia Meloni nella corsa per la premiership.E Silvio Berlusconi? Che benefici trarrebbe il Cavaliere dal “federarsi” con Salvini?
Ambizione Quirinale per Berlusconi
Il leader di Forza Italia in realtà sponsorizzava la nascita di una federazione dei partiti di centrodestra ben prima di Salvini. Anzi, Berlusconi anche di recente ha detto pubblicamente che il suo obiettivo resta quello di un “partito unico” del centrodestra, sul modello del suo Pdl. Poco importa che la guida passerebbe all'alleato leghista. Soprattutto se in cambio gli venisse prospettata la possibilità di raggiungere il suo sogno di sempre: il Quirinale. A suffragare questa ipotesi, di cui si parla apertamente nei corridoi dei palazzi, è anche il cambio di posizione di Salvini.
L’ascesa di Meloni
Solo qualche settimana fa il Capitano indicava Mario Draghi come il “miglior” candidato alla successione di Sergio Mattarella. L'ascesa al Colle del premier avrebbe messo fine all'esperienza dell'attuale Governo e probabilmente portato alle elezioni la prossima primavera, un anno prima della scadenza naturale della legislatura. Questo voleva Salvini. Lo schema però è saltato a causa del rapido avvicinamento del partito di Meloni che nel giro di un mese potrebbe superare il Carroccio. Per Salvini significherebbe rinunciare a Palazzo Chigi. Meglio quindi prendere tempo e attrezzarsi, anzi rafforzarsi, mettendo dentro le forze minori del centrodestra in un contenitore unico. Quanto a Berlusconi, l'ex premier sa che l'ipotesi di arrivare alla presidenza della Repubblica è una mission impossibile, ma non ha nulla da perdere: anziché rinunciare in partenza meglio provare a essere Tom Cruise.
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