Decreto Covid

Dal 1° aprile i docenti no vax possono tornare a scuola (senza insegnare)

L’obbligo vaccinale resta fino al 15 giugno ma il preside deve adibire l’insegnante senza vaccino ad altre mansioni. Finora sono 3.800 i prof inadempienti

di Eugenio Bruno

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

L’obbligo vaccinale per gli insegnanti (dose booster compresa) resta fino al 15 giugno. Ma, a partire dal 1° aprile, si allentano le conseguenze per i docenti no vax. Il preside non potrà impedire loro l’ingresso a scuola ma dovrà destinarli ad altre mansioni. A prevederlo è la versione finale del Dl 24/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo. Dalla relazione tecnica del provvedimento emerge anche una stima della platea di prof inadempienti: sono circa 3.800. E infatti vengono stanziati 30 milioni per la loro sostituzione fino al termine delle lezioni.

Obbligo vaccinale fino al 15 giugno

L’articolo 8 del decreto Covid conferma fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. In tutti i gradi d’istruzione, dall’infanzia alla primaria. E a tutti livelli: scuole statali, paritarie, istituti di istruzione e formazione professionale, centri per l’apprendimento degli adulti.
Immutato è anche il meccanismo dei controlli in mano al dirigente scolastico (e a ai suoi delegati) che utilizzeranno il sistema Sidi. Ai lavoratori non in regola verrà chiesto di produrre,entro cinque giorni dalla ricezione dell’invito, la documentazione che attesti la vaccinazione effettuata, la certificazione per l’eventuale esenzione o almeno la ricevuta della prenotazione per la somministrazione entro 20 giorni. Una volta ricevuto il vaccino il diretto interessato avrà 3 giorni per trasmettere la “prova”.
La novità introdotta dal Dl, e applicabile dal 1° aprile, riguarda gli insegnanti. L’adempimento dell’obbligo vaccinale viene considerata condizione necessaria per svolgere attività didattiche a contatto con gli alunni. Da qui l’input ai dirigenti scolastici di destinare i prof inadempimenti ad altre mansioni.

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Stanziati 30 milioni per le supplenze

Dalla relazione tecnica che ha accompagnato il provvedimento per la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato emerge anche una prima quantificazione della platea di insegnanti no vax. Alla data del 23 marzo sono 3.812. Di questi, 2.677 sono di ruolo e 1.135 non di ruolo.
Prendendo come base questa platea il Decreto stanzia 29 milioni per la loro sostituzione. Sul posto lasciato libero da un docente inadempiente il preside deve infatti nominare un supplente fino al termine delle lezioni. Cioè fino al 30 giugno. Risorse che arrivano, per metà, dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa appena rimpinguato dalla manovra 2022 con l’obiettivo di aumentare la dote a disposizione per il rinnovo del contratto. In pratica, a pagare la sostituzione dei loro colleghi no vax rischiano di essere i prof regolarmente vaccinati.

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