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Avvocati, dal 2024 Cassa forense passerà al contributivo

Decisione conseguente alle proiezioni sulla sostenibilità di lungo periodo

di Matteo Prioschi

Lavoro, Sbarra: “Salvaguardare il potere di acquisto di salari e pensioni”

2' di lettura

La Cassa forense passerà dal calcolo retributivo della pensione a quello contributivo. L'ente ha comunicato il 3 novembre l'approvazione, da parte del Comitato dei delegati, di un nuovo regolamento che dovrebbe entrare in vigore nel 2024, dopo aver ricevuto il via libera dai ministeri competenti.

Le regole vigenti

Attualmente le pensioni di vecchiaia, vecchiaia anticipata e anticipata sono costituite da una quota definita “base” calcolata con un sistema retributivo e un’altra, detta “modulare” e volontaria, determinata con il sistema contributivo. Il meccanismo principale della quota base considera la media dei redditi professionali dichiarati ai fini Irpef e rivalutati, riferiti agli anni di iscrizione fino all’anno precedente quello di decorrenza della pensione. L’importo medio viene moltiplicato con il coefficiente dell’1,40% per ogni anno di effettiva iscrizione e contribuzione.

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Resta il retributivo con 18 anni di anzianità

Dal 2024 questo sistema sarà mantenuto per gli avvocati già iscritti con almeno 18 anni di anzianità al 31 dicembre 2023, però il coefficiente di rendimento passerà, sempre dal 2024, dall’1,40% all’1,30 per cento. Agli iscritti con meno di 18 anni di anzianità a fine 2023, la pensione verrà calcolata con il sistema retributivo fino al 2023 e con quello contributivo dal 2024. Gli iscritti dal 2024 si vedranno applicare interamente il calcolo contributivo.

Per i neo iscritti

Verranno modificate le regole sul contributo minimo in modo da agevolare i primi anni di iscrizione, di solito caratterizzati da redditi bassi. In particolare l’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo passerà al 16% nel 2024 e al 17% nel 2026, ma il contributo soggettivo minimo sarà ridotto dagli attuali 3.000 euro circa a 2.200 euro. Ciò, secondo quanto calcolato da Cassa forense, determinerà una riduzione dei contributi dovuti fino a un reddito di 17.324 euro. Inoltre non ci sarà contributo minimo nei primi quattro anni di iscrizione e sarà dimezzato dal quinto all’ottavo anno, con la possibilità di versare comunque i minimi previsti.

Quota di pensione più elevata

La quota modulare, a cui oggi si può contribuire con un aliquota tra l’1 e il 10% del reddito professionale netto a fini Irpef, potrà essere innalzata fino al 15% per garantirsi una quota di pensione più elevata. Inoltre verrà aumentato dal 7,5% al 10% il contributo soggettivo a carico dei pensionati che proseguono l’attività, consentendo a costoro di ricevere aumenti periodici dell’assegno ma che avranno anche finalità di solidarietà.

Le regole di accesso alle pensioni di vecchiaia, vecchiaia anticipata e anzianità non cambiano, ma per gli iscritti dal 2024 ci sarà solo la pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di anzianità contributiva, invece degli attuali 35. La riforma approvata dal comitato dei delegati, frutto di due anni di studio, risponde alle indicazioni emerse dall’ultimo bilancio tecnico attuariale a 30 anni, in base alle quali nel lungo periodo ci potrebbero essere problemi di sostenibilità finanziaria a causa del cambiamento demografico dei professionisti.

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