ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùBilancio di sostenibilità

Dal clima all’economia circolare, Ispra è il facilitatore delle politiche pubbliche italiane

L’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale ha portato a termine un milione di accessi al catasto rifiuti e 76 mila analisi di laboratorio. Emerge dal bilancio di sostenibilità 2023

di Davide Madeddu

(EPA)

2' di lettura

Un milione di accessi al catasto dei rifiuti, 76 mila analisi di laboratorio. E poi 374 relazioni tecniche sui siti di interesse nazionale da bonificare e 86 relazioni istruttorie per autorizzazioni integrate ambientali trasmesse al ministero dell’Ambiente (Mase). Sono alcuni numeri, contenuti nel bilancio di sostenibilità, dell’Ispra, l’I stituto superiore per la protezione e ricerca ambientale impegnato in attività tecnico-scientifiche a supporto di istituzioni, imprese e cittadini, con 1.193 unità e 45 aree tecnologiche di ricerca.

Sostenibilità e concretezza

«Per la sostenibilità servono azioni concrete e il settore pubblico è chiamato a fornire il proprio contributo - premette la direttrice generale Maria Siclari - perché la sostenibilità non è più solo un obiettivo da perseguire, ma deve diventare una direzione comune, in cui ognuno ha il suo ruolo e da cui nessuno deve essere o sentirsi escluso, perché tutte le organizzazioni, siano esse private che pubbliche, hanno il dovere sociale oltre che giuridico di contribuire».

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Il Bilancio 2023, racconta l’attività svolta dall’Ispra l’anno precedente che incide su tutti i temi dell’agenda italiana per la sostenibilità: dalla lotta al cambiamento climatico alla sostenibilità della mobilità e dell’ambiente urbano, continuando con la transizione verso un’economia circolare, sostenibilità dell’industria e delle infrastrutture, protezione degli ecosistemi e della biodiversità.

Un facilitatore per le politiche pubbliche

«Scorrendo il rapporto, si può avere un quadro della situazione ambientale a livello nazionale, un quadro complesso ma reso fruibile attraverso il supporto di numeri e risultati concreti, con i quali - argomenta la direttrice - l’Istituto si qualifica, ancora una volta, “facilitatore” per le politiche pubbliche, in virtù delle proprie funzioni istituzionali, del capitale umano, della tecnologia, della scienza e delle risorse economiche».

Quindi i numeri. Con il dato più significativo che riguarda un milione di accessi al catasto dei rifiuti con oltre due milioni di pagine visitate.

I numeri

Poi le 247 richieste Ecolabel lavorate (le etichette ecologiche in vigore in tutta Europa che si applicano a prodotti e servizi esclusi prodotti alimentari e farmaceutici) e 1.051 Emas (il sistema di audit ed ecogestione cui possono aderire volontariamente le aziende).

Ci sono poi anche le relazioni tecniche trasmesse al Mase per la vigilanza e il controllo sui rifiuti. Sempre in ambito di rifiuti ci sono poi il controllo dei dati sul 100% dei comuni italiani e le verifiche su 650 impianti di gestione.

I siti da bonificare

In relazione all’ambiente ci sono poi le iniziative che riguardano i siti Sin, ossia i Siti di interesse nazionale da bonificare per cui l’Istituto tiene aggiornato il censimento e lo stato degli interventi. In questo caso sono state predisposte 374 relazioni tecniche. Non mancano poi 76 mila analisi di laboratorio condotte.

E i progetti finanziati con il Pnrr: 2 progetti sulla missione “rivoluzione verde e transizione ecologica” e 4 progetti sulla Missione “Istruzione e ricerca”. Inoltre 1 progetto, finanziato dal Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc), per il rafforzamento complessivo delle strutture e dei Servizi di Snpa connesso alla missione “salute e resilienza”.


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