Dal Def alle nomine, ore decisive per il governo
Martedì 11 aprile il ministero del Tesoro porterà il documento di economia e finanza in Consiglio dei ministri. Sarà il primo dell’esecutivo Meloni
I punti chiave
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Dopo la pausa pasquale, il governo scende in campo in due partite di grande rilievo. La prima si sviluppa sul campo dei conti pubblici, con ripercussioni sulle scelte di politica economica e sulla trattativa con Bruxelles nei prossimi mesi. La seconda chiama direttamente in causa la strategia di gestione delle partecipate dal Mef. In entrambi i casi, si delineeranno gli equilibri nella maggioranza.
Def, fonti Mef: nel 2023 Pil +1% e deficit al 4,5%
Crescita che centra l’1% del Pil e deficit al 4,5%, rispetto a uno scenario tendenziale che vede il Pil allo 0,9% e il deficit al 4,35%: sono queste, secondo quanto si apprende da fonti Mef, le stime programmatiche che il governo si appresta a scrivere nel Documento di economia e finanza, martedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per il 2024 il Pil, sempre nel quadro programmatico, sarà previsto a +1,4% e l’indebitamento si attesterà «oltre il 3%». Il debito proseguirà nei prossimi anni un percorso di lenta riduzione fino ad attestarsi «nel 2025 al 140,9%».
Il Def ha un valore rilevante, in quanto è la base “macro” sulla quale poi, dopo i successivi aggiornamenti (la Nadef), si imposterà la prossima manovra di bilancio. I rischi per la crescita sono sempre gli stessi: l’inflazione alta “importata” con i prezzi petroliferi innanzitutto. Un’altra incognita è il Pnrr, con il decreto atteso mercoledì in Senato. Il governo, e in particolare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già fatto sapere di essere comunque su una linea di “prudenza” nella gestione dei conti pubblici. Questo anche mentre in Ue ci si prepara a rimettere in moto il Patto di Stabilità e Crescita sospeso durante la pandemia con alcuni (la Germania) che chiedono un intervento sul debito decisamente forte: l’1% di rientro annuo contro lo 0,5 ipotizzato da Bruxelles. Un impegno che per i Paesi ad alto debito come l’Italia sarebbe decisamente gravoso.
In ogni caso le prospettive attualmente appaiono più rosee rispetto ai primi mesi dell’anno con l’inflazione che decelera anche se le tensioni sui prezzi sono state riaccese dalla recente decisione di tagliare la produzione di petrolio dell’Opec+. Altra incognita sono le politiche monetarie delle banche centrali decisamente restrittive proprio per contenere i prezzi. Su questo una proiezione più puntuale è attesa in settimana quando l’Fmi fornirà le nuove stime macro di primavera. La crescita mondiale è vista attualmente in decelerazione al 3%.
La partita delle nomine
L'agenda del governo include però anche la partita delle nomine. Entro giovedì 13, infatti, dovrebbero essere messi nero su bianco in un’unica tornata i nomi dei nuovi vertici di Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna. Non sono previsti incontri di maggioranza, ma negli scorsi giorni ci sono stati frequenti contatti e confronti tra i leader della maggioranza, ha confermato Matteo Salvini. e non si escludono ulteriori contatti prima del Consiglio dei ministri. L’obiettivo del governo sarebbe quello di chiudere entro la giornata di oggi, martedì 11 aprile , anche in vista della partenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per Washington per le riunioni di primavera del Fondo Monetario internazionale. Una volta chiuso il dossier, ci saranno le assemblee che ratificheranno le indicazioni provenienti dal governo: la prima assemblea, quella di Mps, è convocata per il 20 aprile. Seguiranno Rai Way (27 aprile), Enav (28), doppia convocazione per quella di Leonardo (assemblea in duplice convocazione, l’8 e il 9 maggio), Poste (8), Terna (unica convocazione 9 maggio), concludono Enel ed Eni, entrambe il 10 del mese prossimo.
Il disegno di legge Borsa
Oltre al Def, il Consiglio dei ministri di martedì darà inoltre il via libera al disegno di legge Borsa, che in 22 articoli riforma il mercato dei capitali. Tra le soluzioni previste dal provvedimento, una strada più in discesa per la quotazione delle Pmi, semplificazioni per gli investimenti delle Casse previdenziali, un rafforzamento potente del voto plurimo per renderlo davvero attrattivo, e un'ondata di revisioni dai prospetti alle regole per le assemblee fino alla disciplina della Consob.
Misure contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte
Nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri è stato inserito all’ultimo un disegno di legge contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte. La bozza prevede multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano «in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali» e altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi «deturpa o imbratta» questi beni o destina «ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione» o «incompatibile con il loro carattere storico o artistico».
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