Dal fitness al camping: i gadget più strani per tornare a vivere all’aria aperta
Dal fitness al camping, per chi è resiliente dentro nonostante i lunghi mesi di lockdown ecco una selezione di prodotti per restare connessi
di Luca Tremolada
3' di lettura
Sta già accadendo. Con le giornate che si allungano, le dosi di vaccino somministrato che aumentano e le zone dell'Italia che si schiariscono l'uscita fuori porta, il week end in campeggio o la gita all'aperto diventano opzioni finalmente potabili. I mesi di lockdown ci hanno cambiato, il ritorno all'aria aperta non sarà una passeggiata.
Lo dimostrano i numeri di un mercato che come nel caso degli articoli sportivi nel 2020 ha perso poco più di due miliardi di euro. E che sta vedendo la luce solo ora. Se poi aggiungiamo tutta quella galassia di gadget e servizi per il fitness e la salute possiamo mettere a fuoco in modo più concreto un mercato miliardario che è stato quasi interamente messo nel cassetto per tutto il lockdown ma non ha smesso di crescere.
Secondo Canalys, il mercato globale dei dispositivi indossabili, audio e da polso, è cresciuto per tutto il 2020. Stando ai dati di Canalys, oggi al mondo ci sono 432 milioni di accessori audio indossabili, mentre orologi e smartband per il fitness ammontano a circa 185 milioni. L'agenzia prevede che la curva resterà in salita anche nel 2021.
Parliamo quindi di dispositivi per lo sport e la salute, tecnologie indossabili, braccialetti, smartwatch e tutto quello che possiamo portarci appresso a patto di restare connessi. Il che volendo è un controsenso.
Si fugge da smartworking, schermi, videoconferenze, social e videogiochi per poi mantenere una qualche connessione con quella vita. E quindi contapassi, tracker e bracciletti per misurare le nostre prestazioni all'aria aperta, ma anche saponette wi-fi per portarci internet nelle seconde case, serie tv, social e magari un pezzo del 2020. Si chiama resilienza e non funziona mai a senso unico.
Un consiglio quindi è quello di staccare davvero, disconnettersi senza indugio. Ma se proprio non ce la facciamo almeno restare connessi con fantasia. Alcune proposte divertenti arrivano dal mondo delle startup o da produttori “minori” e specializzati che da sempre hanno animato questo mercato proponendo gadget tradizionali per lo sport e il tempo libero potenziati con quel tanto di tecnologia a disposizione a basso costo.
Alcuni di questi prodotti sono suggestivi e non sempre funzionano come dovrebbero. Ma hanno il merito di offrire se non proprio soluzioni almeno tentativi di risposte. Per esempio, Laserbeak è una doccia portatile con batteria incorporata da 4.800 mAh che permette di farsi docce calde in campeggio.
Oneconcept Ecowash-Pico è la mini lavatrice da campeggio con funzione centrifuga e carico da 3,5 kg. La potenza è pochina, solo 380 Watt e la durata del lavaggio non supera i 10 minuti. Poi c'è la borraccia smart: Larq produce una bottiglia si auto-pulisce ogni due ore ed elimina il 99.9999% dei batteri.
Gli zaini sono un mondo a parte, iperspecializzato e tecnologicamente molto curato in termini di design e materiali. Segnaliamo solo a scopo turistico ill Lowepro Photo Sport 300 AW un modello da trekking con uno “scomparto” ad hoc per l'attrezzatura fotografica. Lato campeggio però le cose più strane si trovano sui siti americani, con coperte da pic nic potenziati con pannelli solari per la ricarica dei propri dispositivi e accessori analogici o Filmatic il proiettore più piccolo al mondo full Hd (solo 200 grammi il peso) per portarsi dietro film, serie tv e “trasmetterli” su qualsiasi superficie.
Alcuni sembrano usciti da Paperopoli, dalla casa di Archimede Pitagorico. Ma dentro questi gadget ci sono anche intuizioni e piccole innovazioni incrementali. Come nel caso di Swemax un bionsensore realizzato da una startup di Parma che dichiara di essere in grado di “leggere” il sudore degli atleti e indicare quando integrare liquidi e sali minerali per prevenire crampi e infortuni. Biometrica, questo è il nome della startup, ha realizzato un dispositivo composto da un cerotto intercambiabile che cattura microscopiche gocce di sudore e le trasmette al device elettronico cui è collegato.
Per questa startup, come anche per i grandi big dell'elettronica di consumo, pesa come un macigno la crisi dei chip che sta mettendo in ginocchio interi settori commerciali dall'auto alle schede grafiche. Per i piccoli insomma sarà sempre più difficile fare ricerca, anche con la fine del lockdown.
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