ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEbara Pumps

Dal Giappone a Vicenza, il percorso per la carriera

di Barbara Ganz, Valeria Zanetti

2' di lettura

Un percorso di carriera che preveda alcuni anni all’estero, nelle diverse sedi produttive e filiali, è una consuetudine per multinazionali come Ebara, casa madre giapponese, produttore di pompe (di superficie o sommerse) per diversi ambiti, dal domestico (piscine, irrigazione) all’industriale (imbottigliamento, controllo della temperatura, acque reflue) fino ad applicazioni civili come l’anti incendio. In Italia - che fa capo a Ebara Pumps Europe - due sono gli stabilimenti: a Cles (Trento) e a Gambellara (Vicenza), per un totale di oltre 830 addetti. Così capita che a NordEst si trasferiscano persone che arrivano dal Giappone, ma anche dal Brasile o da altre consociate: «La barriera comunicativa è un fatto: comunicare in un inglese che deve essere perfettamente chiaro e comprensibile rende difficile esprimere sfumature emozionali e spesso conflitti e frustrazioni non emergono - spiega Loris Giancotti, general manager Product management & communication - rendendo da un lato meno dispersive le riunioni, ma dall’altro si rischia di non far percepire in tempo eventuali criticità». Come si trova uno straniero a NordEst? «Abbiamo diverse persone nei diversi dipartimenti. Chi arriva dal Giappone ed occupa posizioni di vertice sa che, dopo questa esperienza, potrà far rientro nel proprio Paese con opportunità di crescita. Per tutti, comunque, un periodo internazionale comporta nuove abilità e un’esperienza che possono dare valore alla carriera». Con qualche difficoltà: «Per la rigorosa cultura giapponese la flessibilità o l’emozionalità italiane sono di fatto poco comprensibili. I nostri colleghi d’oltreoceano ci hanno comunque stupito realizzando un piccolo video per diffondere e incoraggiare l’accesso al programma di global career: pensavamo avrebbero puntato sull’ottimo ambiente lavorativo ma hanno preferito far leva sulla qualità della vita, sul buon cibo in mensa e sul caffè. Molto apprezzata anche la possibilità di muoversi in auto in autonomia: chi viene da Tokyo, specialmente, è abituato ad usare quasi esclusivamente i mezzo pubblici, a volte per oltre un'ora di viaggio».

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