Dal lavoro a distanza allo stop alle trasferte, le misure delle aziende contro il coronavirus
Lo strumento su cui puntano è lo smart working o anche il telelavoro. Ogni azienda, da quella più grande a quella di dimensioni più contenute, ha poi messo in campo soluzioni ad hoc. Task force di Assolombarda
di An.C.
5' di lettura
Lavorare da casa. In attesa che arrivi il provvedimento economico di emergenza che sotto forma di decreto legge avrà in pancia le prime misure a sostegno delle imprese che operano all’interno delle cosiddette “zone rosse”, ovvero le aree più coinvolte nell’emergenza coronavirus, le aziende, in particolare quelle con sedi al Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) hanno messo in campo protocolli sanitari per prevenire il diffondersi del Covid-19 nelle sedi di lavoro. La soglia di attenzione è salita ulteriormente nelle ultime ore a seguito del registrarsi di nuovi casi di trasmissione locale di infezione. Alcune aziende hanno chiesto ai fornitori di quelle aree di sospendere le consegne per 15 giorni.
Patuanelli convoca imprese su misure
Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha convocato domani, 25 febbraio, i rappresentanti di Confindustria, R.E TE. Imprese, Alleanza cooperative italiane e Confapi per un confronto sulle misure da adottare per fronteggiare le conseguenze derivanti dal Coronavirus sul sistema produttivo del Paese.
La linea: rispettare le indicazioni di Regioni e ministero della Salute
Molte aziende hanno chiesto ai dipendenti che negli ultimi 15 giorni si sono recati nei Comuni più colpiti dal coronavirus , frequentando luoghi pubblici o persone del luogo, o siano venuti a contatto con soggetti a rischio, di farlo presente alla direzione del personale e al proprio responsabile e di attenersi alle indicazioni date dalle regioni e dal ministero della Salute.
Le aziende ai dipendenti: lavorate da casa
Lo strumento su cui puntano è lo smart working o anche il telelavoro. Lo smart working, in particolare, consente di operare da remoto con l’utilizzo di strumenti tecnologici per svolgere la propria prestazione, percependo la stessa retribuzione dei colleghi che svolgono la stessa mansione dall’interno dell’azienda. Diffusa è anche la sospensione delle trasferte. Ogni azienda, da quella più grande a quella di dimensioni più contenute, ha poi messo in campo soluzioni ad hoc.
La task force di Assolombarda a supporto delle aziende
Assolombarda ha attivato una task force per fornire informazioni e supporto alle imprese. I responsabili aziendali possono contattare tre numeri telefonici (3401859530, 3488860830 e 3755632737) o chiedere informazioni tramite email (sic@assolombarda.it). Il Sole 24 Ore.com ha chiesto informazioni, ipotizzando il caso di un’azienda che opera in un’area non nella “zona rossa”, ma ai confini. Il consiglio, oltre a quello di rivolgersi a una sede territoriale per conoscere la situazione in quell’area, è stato quello di adottare le soluzioni che consentono di ridurre al minimo il rischio, a cominciare dallo stop alle trasferte. Indicazioni ispirate alla prevenzione, vera e propria parola d’ordine per arginare la diffusione del virus.
Le mosse di banche e assicurazioni
Ma la soluzione a cui è ricorsa la maggioranza delle aziende è, appunto, il lavoro a distanza. A cominciare dalle banche, che hanno distribuito kit preventivi anti-contagio presso le principali filiali. Intesa Sanpaolo ha disposto la chiusura delle filiali nell’area “rossa” con la possibilità per i dipendenti residenti nei Comuni interessati dalle ordinanze di «permessi retribuiti» o, appunto, di lavorare da casa. Così hanno fatto anche Unicredit e Banco Bpm. L’istituto milanese «sta inoltre valutando ulteriori misure di estensione dello Smart Working stesso» e ha sospeso tutti i corsi di formazione già programmati nella prossima settimana, le trasferte all’estero e più in generale ha raccomandato di limitare al massimo la mobilità sul territorio attenendosi con attenzione alla relativa normativa interna. Zurich ha chiesto di lavorare in smart working ai dipendenti di Milano, Brescia, Modena, Rimini, Padova e Torino anche se non ci sono casi di contagio tra i dipendenti. In generale, tutti hanno invitato a ripianificare le riunioni trasformandole in conference call, a sospendere i viaggi all’estero e in Italia verso le regioni coinvolte.
Smart working per Enel, Eni, Saipem e Snam
Tra i grandi gruppi già nei giorni scorsi Enel, Eni, Saipem e Snam hanno disposto lo smart working «fino a data da destinarsi per tutti i colleghi che lavorano o hanno residenza in uno dei comuni interessati da ordinanze pubbliche» relative al coronavirus. Mentre Leonardo ha sospeso «a scopo precauzionale e con effetto immediato» trasferte nazionali e internazionali. Al gruppo si è aggiunto Pirelli per il suo headquarter a Milano.
La sfilata di Armani a porte chiuse
Nella moda Armani ha chiuso per una settimana gli uffici di Milano e le sedi produttive che si trovano in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino e Piemonte. Giorgio Armani ha presentato la collezione della linea che porta il suo nome con una sfilata a porte chiuse. Scelta poi fatta anche dal marchio Laura Biagiotti. In Gucci ancora non è stata presa una decisione, così come da Versace, mentre Tod’s ha preferito optare per smart working e limitazione delle trasferte per qualche giorno.
Attenzione ai luoghi affollati: fabbriche e mense
In Fca e Cnh Industrial l’attività nelle fabbriche riprende regolarmente, con attenzione ai luoghi più affollati nelle fabbriche come le mense. Nelle tlc Vodafone ha ulteriormente intensificato le misure di controllo e prevenzione con il telelavoro per i dipendenti della sede del Vodafone Village di Milano, della sede di Padova e della sede di Bologna fino al 26 febbraio. «Da ieri (sabato 22 febbraio, ndr) - ha precisato l’azienda - sono state sospese tutte le trasferte di lavoro che devono essere preventivamente autorizzate dalla Direzione HR con il supporto del medico aziendale; i dipendenti sono stati inviati ad utilizzare la mascherina in caso di utilizzo di mezzi pubblici». Tim ha deciso di «sospendere gli interventi tecnici non urgenti nelle Regioni coinvolte mentre per gli interventi non rinviabili saranno adottate tutte le misure e dotazioni necessarie ai tecnici per operare in totale sicurezza». Così farà anche Wind Tre che ha inoltre raccomandato lo smartworking a chi lavora in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia lunedì e martedì.
Ikea: esentati lavoro residenti Comuni coinvolti
«Alla luce dell’ordinanza emessa dal ministero della Salute e dalla Regione Lombarda, Ikea Italia ha provveduto a esentare dalle attività lavorative tutti i dipendenti residenti nei Comuni indicati dall’ordinanza, non tutti i dipendenti della Regione Lombardia ed è in contatto con ciascuno di loro per verificare le loro condizioni di salute». È quanto ha fatto sapere Ikea in una nota.
Per saperne di più:
● Coronavirus, si studia lo stop a tasse, bollette e mutui per famiglie e imprese delle zone rosse
● Visco: «Il coronavirus potrebbe pesare oltre lo 0,2% sul Pil»
● Perché il coronavirus rischia di mandare in rosso le Borse mondiali
loading...