Dal Lazio alla Toscana crescono le start up della moda sostenibile
Lana locale, tinture vegetali, recupero di scarti: si moltiplicano anche nelle regioni del Centro i progetti per rendere la moda più green, sempre più ricercati anche dai grandi gruppi del lusso
di Chiara Beghelli
I punti chiave
2' di lettura
Secondo Joseph Schumpeter l’innovazione è saper fare le cose vecchie in modo nuovo. In questo senso le start up che stanno ripensando settori storici del made in Italy come quello del tessile-moda sono fra le più reali fonti di innovazione. Dai materiali ai processi produttivi, fino ad arrivare al prodotto finale, a guidarle è la ricerca della sostenibilità, uno dei driver principali dell’industria della moda: sostenibilità che può significare tutelare filiere a rischio estinzione (come fa il progetto Wuuls con la lana abruzzese), dare nuova vita a materiali di scarto (che diventano scarpe di lusso con Prota Fiori nelle Marche, o nuovo tessuto di cashmere con Refabrics nel distretto di Prato), valorizzare piccole realtà artigiane grazie all’e-commerce (lo scopo di Ob Fashion, piattaforma basata in Umbria), sostituire le tinture chimiche con quelle derivanti da piante e fiori (come fa Eleonora Riccio a Roma).
Oltre il 31% delle start up innovative nelle regioni del Centro Italia
Le start up che lavorano sulla sostenibilità sono anche sempre più ricercate e in certi casi sostenute da grandi gruppi e aziende del settore a caccia di idee innovative, come ha sottolineato di recente l’edizione 2021 del report Global Powers of Luxury Goods di Deloitte. Secondo il recente Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, il 31,1% delle start up innovative italiane si trova nelle regioni del Centro: il Lazio è la seconda regione del Paese (dopo la Lombardia, che ne raccoglie il 26,8%) con una quota dell’11,6%, seguito da Emilia Romagna con il 7,8% e dalla Toscana con il 4,7%.
I progetti in Toscana
Proprio dai distretti della moda di questa regione provengono alcune delle start up più interessanti per il settore, coinvolte, tramite il Museo del Tessuto di Prato che ne è partner, nel progetto europeo Stand Up!, lanciato nell’ambito dell’Eni Cbc Med, programma di cooperazione transfrontaliera nell’area del vicinato mediterraneo: attivo per tutto il 2022, rivolto principalmente a imprenditori under 35 e a donne, e con un fondo di 3,7 milioni di euro, sostiene la crescita di start up impegnate nella moda sostenibile e circolare. Sempre in Toscana, il Murate Idea Park, incubatore di impresa della Scuola Scienze Aziendali e Tecnologiche Industriali “Pietro Baldesi” di Firenze, si occupa della necessaria formazione digitale di aziende artigiane della città e tramite il bando Call for Fashion sta seguendo la crescita del brand di sneaker vegane Id Eight, attivo fra Firenze e il distretto calzaturiero delle Marche.
Nel Lazio la prima legge che sostiene il sistema moda regionale
Nel Lazio lo scorso novembre il Consiglio Regionale ha approvato una legge che stanzia 1,9 milioni di euro per il 2022 e il 2023 proprio per sostenere il sistema moda della Regione e che prevede anche percorsi di formazione dedicati a studenti incentrati su produzioni di eccellenza del territorio come l’alta sartoria. Durante la prossima edizione di AltaRoma, prevista dal 2 al 5 febbraio, saranno rivelati anche i vincitori del concorso Roma Young Talents, progetto sviluppato insieme alla Camera di Commercio per supportare i giovani designer dell’area metropolitana di Roma.
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