Dal ministero dell’Ambiente stop alla ricerca di idrocarburi a nord della Sardegna
di Davide Madeddu
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La ricerca di idrocarburi con la tecnica «air gun» nella costa nord occidentale della Sardegna non si può fare. Il diniego arriva dal ministero dell’Ambiente. «La commissione tecnica Via-Vas – si legge in una nota ministeriale – ha espresso parere negativo alla richiesta, pervenuta al ministero dell’Ambiente nel febbraio del 2015 di prospezione geofisica mediante tecnica “air gun” al largo della costa nord-occidentale della Sardegna da parte della società norvegese TGS-NOPEC».
Al parere negativo della Commissione seguirà un decreto «a firma del ministro che riprenderà il parere della commissione di valutazione ambientale». Proprio il progetto di prospezione geofisica aveva fatto partire la protesta, i giorni scorsi, sia del presidente della Regione, sia di quello della Corsica.
«La zona interessata dall’indagine della società norvegese – è stata una delle prime argomentazioni della Regione - è molto vasta, si estende per circa 20mila chilometri quadrati, e l’esplorazione prevede l’utilizzo del metodo airgun, che genera picchi di intensità sonora sino a 260 decibel, particolarmente dannosi per i cetacei».
Dalla Regione anche un altro dettaglio sulla zona interessata: «Si trova inoltre a poca distanza da un’area marina protetta, un parco nazionale e uno regionale, cioè prospicienti a zone che per le popolazioni rappresentano concreta occasione di sviluppo secondo una naturale vocazione territoriale».
Non solo: sempre nei giorni scorsi, e prima che ci fosse il pronunciamento della commissione il 31 maggio, il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru aveva espresso vicinanza alla Corsica e «un no deciso contro ogni progetto di prospezione geofisica nei nostri mari che potrebbe determinare situazioni di grave rischio per i cetacei e per tutto l’ambiente marino limitrofo alle coste».
Dopo il parere della Commissione tecnica del Ministero, la presa di posizione soddisfatta espressa in maniera congiunta dal governatore della Sardegna Pigliaru e dal presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni: «La nostra voce è stata ascoltata e siamo soddisfatti del parere espresso dalla commissione».
Per i due presidenti che ricordano la presenza di «aree marine dalla vocazione importante e prevalente rispetto agli interessi di società in cerca di un profitto ad alto impatto ambientale», la grande ricchezza «delle nostre due isole è il patrimonio immateriale e ambientale e dobbiamo fare in modo che possano presentarsi al mondo in tutta l’integrità del loro straordinario paesaggio».
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