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Dal Pnrr alla cultura: la sfida della crescita per abbattere il debito

Imprese, istituzioni, università e leader politici a confronto durante il Festival dell’Economia di Trento sul rilancio dell’Italia

di R.R.

(Adobe Stock)

3' di lettura

L’Italia si trova di fronte alla grande prova della crescita, ormai da un trentennio il tallone d’Achille del Paese. Anche perché incrementare il tasso di crescita è l’unico antidoto per rendere sostenibile il debito pubblico ed evitare che siano prima di tutto i mercati ad imporci politiche di austerity per rimettere in ordine i conti.

Su questo fronte una grande opportunità sono le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma c’è anche la suggestione della messa a valore dell’enorme patrimonio culturale del Paese. Di questi temi se ne discuterà al Festival dell’Economia di Trento a cura del Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing. Dal 25 al 28 maggio si svolgeranno tavole rotonde e seminari con leader politici, rappresentati di associazioni di imprese, accademici, vertici di aziende pubbliche e di fondazioni.

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Pnrr

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) lanciato per permettere all’Europa di riprendersi dopo gli effetti economici della pandemia, rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme. Lo scopo è quello di riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. L’Italia è la prima beneficiaria in Europa dei due strumenti del piano NextGeneration Ue: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Rrf) e il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (React-Eu). Il solo Rrf garantisce per l’Italia risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. Alle risorse vere e proprie del Pnrr si assommano quelle del React EU, pari a 13 miliardi e quelle del Fondo complementare pari a 30,62 miliardi. Complessivamente 235,12 miliardi di euro.

Il Piano si articola in sedici componenti, le quali sono raggruppate in sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Il finanziamento del Pnrr, dal 2021 al 2026, è articolato in dieci rate (più il prefinanziamento) che vengono progressivamente sbloccato al raggiungimento semestrale di un certo numero di obiettivi o risultati. Entro il 30 giugno 2023, dovranno essere centrati 27 obiettivi, per veder staccato un assegno da 16 miliardi.

Il Sole24Ore, fin dalle prime mosse del Pnrr ha avviato l’Osservatorio Pnrr, sia sul quotidiano cartaceo che con una sezione sul sito (www.ilsole24ore.com) per illustrare in dettaglio sia i diversi progetti finanziati che il loro stato di attuazione.

Crescita e Debito

Dopo il +3,7% del Pil nel 2022, il governo italiano ha stimato quest’anno un +1%, che dovrebbe salire all’1,5% l’anno prossimo e assestarsi a +1,1% nel 2026. Un trend che dovrà essere rispettato, se non migliorato, per poter garantire il progressivo rientro del debito pubblico. Quest’ultimo dovrebbe scendere all’142,1% ques’anno, per poi scendere progressivamente fino al 140,4% del 2026

VENERDÌ 26 MAGGIO
Pnrr: ostacoli, protagonisti e opportunità
I protagonisti: Federica Brancaccio (presidente Ance). Marco Leonardi (Università di Milano La Statale), Dario Scannapieco, (amministratore delegato Cdp), Marco Venturelli, (segretario generale Confcooperative), Manuela Perrone (giornalista Il Sole 24 Ore)

SABATO 27 MAGGIO
Cultura e sviluppo economico
I protagonisti: Luigi Abete (presidente Luiss Business School e Aicc, associazione imprese culturali e creative), Marco Capasso (architetto), Massimo Osanna (direttore generale dei Musei del ministero della Cultura), Luca Barbareschi (artista e imprenditore), Stefano Biolchini (giornalista Il Sole
24 Ore).

DOMENICA 28 MAGGIO
Osservatorio Pnrr, bilancio e prospettive
I protagonisti: Gloria Bartoli (segretario generale Osservatorio produttività e benessere Fondazione economia Tor Vergata), Federico Freni (sottosegretario ministro per l’Economia e le Finanze), Luigi Paganetto (Università di Roma Tor Vergata), Manuela Perrone (giornalista Il Sole 24 Ore).

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