Birrificio Rubiu

Dal recupero del pane raffermo nasce la Santa Birra Pane Liquido

La ricetta si basa sull’economia circolare che recupera una quota di invenduto del Civraxiu (pane della Sardegna sud occidentale) 

di Davide Madeddu

Pane Liquido della linea Santa Birra del birrificio artigianale Rubiu

3' di lettura

Il pane tostato diventa birra. E si chiama “Pane Liquido”. La sostenibilità e l’economia circolare entrano in birrificio e dal pane raffermo di frumento, tagliato e tostato si ricava la materia prima per produrre nuova birra dalla bassa gradazione alcolica. La sperimentazione inizia a Sant'Antioco, nella Sardegna sud occidentale, dove il birrificio Rubiu ha stretto un accordo con uno storico panificio e fatto nascere una nuova linea di birre che va ad accompagnare le 10 specialità che l'azienda, avviata tredici anni fa, annovera tra i 50mila litri prodotti ogni anno.

Una nuova frontiera per il birrificio che guarda alla sperimentazione e alla sostenibilità sin dalla sua fondazione. «Tutto è nato questo inverno quando lo storico panificio Calabrò ci ha proposto una collaborazione – racconta Fabrizio Melis, titolare del birrificio e mastro birraio – ossia utilizzare una parte del pane invenduto al posto del malto. Una proposta che abbiamo subito accolto perché, essendo il frumento un cereale, si può utilizzare nella birra». Il pane impiegato per questa nuova produzione è il Civraxiu. Ossia il pane tipico della Sardegna centro meridionale, di grossa pezzatura e caratterizzato dalla crosta di colore bruno dorato e da una mollica tenera e compatta, un tempo consumato quotidianamente durante il lavoro nei campi, e a lungo considerato la base dell’alimentazione dei contadini.

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«In questa birra abbiamo utilizzato un 30% di pane raffermo invenduto dei panifici Calabrò – racconta Fabrizio Melis –. Il pane è stato tostato e utilizzato direttamente in fase di ammostamento. Con questa ricetta abbiamo voluto mettere l’accento sul riutilizzo di un pane fatto con prodotti di prima qualità da un panificio con oltre 100 anni di storia alle spalle».
La lavorazione prevede che il pane, tagliato a pezzi e tostato in forno, sia poi unito alla ricetta dei malti. «Da questo composto è venuto fuori un mosto e quindi una sostanza amidacea zuccherina». Il risultato della lavorazione (che prevede l'inserimento del luppolo) è la nuova linea di birra denominata “Pane liquido”, dolce e beverina con sentori tostati e le note mielose del cereale, con un colore giallo carico e un «naso che ricorda il pane, venato da note di miele e agrumi».

«Diciamo che da sempre abbiamo fatto sperimentazione ma questa volta siamo riusciti a produrre una birra che guarda al lato etico del lavoro – argomenta il mastro birraio –. Il pane trasformato in un prodotto nuovo è la filosofia che anima questa produzione.È un esperimento che ci rende molto orgogliosi e dà un segnale a non sprecare, e lo dovremmo fare tutti. Quanto alla birra ci piace e stiamo iniziando a distribuirla con buoni risultati e apprezzamenti».

Pane Liquido fa parte della nuova linea di birre denominata “Santa Birra” che comprendono “Chiara” e “Ambrata”, in uscita in questi giorni nella piccola e grande distribuzione e nata con l'intento di «proporre, ad un più ampio pubblico, una buona birra artigianale facile da reperire e a un prezzo più contenuto rispetto alla linea classica del birrificio».Tra le altre specialità del birrificio c’è la storica e premiata Flavia, prodotta sin dal primo anno. Poi Raiss, Lido, Triga, la nuova birra dedicata a Edina Altara stilista sarda degli anni 30 e “Centesima”, la «birra scura con luppoli americani».

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