Dal sostegno della Francia all’incognita Haftar: Conferenza sulla Libia a un bivio
di Andrea Carli
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La Conferenza internazionale sulla Libia è a un bivio. Da una parte una “buona notizia”: il sostegno francese all’iniziativa, promossa dall’Italia anche per arginare l’attivismo di Parigi nel paese del Nord Africa. Dall’altra, il rischio di una pesante defezione: la possibilità, lasciata trapelare dal deputato libico della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Ali Al Said, che il generale Haftar, uomo forte della Cirenaica, non partecipi al vertice, che si terrà il 12 e il 13 novembre a Palermo.
L’impatto dell’assenza di Haftar alla due giorni palermitana
Considerato che l’obiettivo della conferenza è quello di far sedere allo stesso tavolo i principali giocatori della partita libica, un forfait del maresciallo, che controlla la parte orientale del paese, vero concorrente del premier libico Fayez al-Sarraj, avrebbe un impatto fortemente negativo sulla riuscita politica dell’iniziativa. E considerato che Al Said è considerato molto vicino ad Haftar, il rischio che le cose non vadano secondo le attese del governo M5s-Lega si fa, con il passare dei giorni, sempre più accentuato.
C onte: l’Italia può promuovere processo stabilizzazione
Sulla Libia «non abbiamo una soluzione per tutti i problemi ma sicuramente l’Italia com’è nelle sue corde è disponibile a farsi promotrice di un processo di stabilizzazione anche nell’interesse del popolo libico», ha sottolineato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo del 18 ottobre.
Pressing per ottenere adesioni “di peso”
Il conto alla rovescia per rendere la lista dei partecipanti all’incontro il più “di peso” possibile è iniziato. L’Italia è in pressing su Usa e Russia per ottenere la partecipazione di nomi di primo piano: allo stato attuale la partecipazione di Trump e di Putin appare molto difficile. Si punta ad altre personalità di rilievo. Domani, mercoledì 17 ottobre, il vicepremier Matteo Salvini sarà a Mosca per partecipare a un’assemblea delle aziende italiane che operano in quel mercato. Sarà l’occasione per tornare sul tema delle sanzioni comminate a Mosca dall’Ue all’indomani dell’operazione in Crimea, sanzioni nei confronti delle quali il leader leghista si è detto sempre contrario. Allo stato attuale non sono previsti incontri istituzionali con esponenti del governo russo, ma non è escluso che vengano organizzati all’ultimo minuto. Di certo è in agenda per i prossimi giorni una visita a Mosca del presidente del Consiglio Conte: potrebbe essere quella l’occasione per tentare di ottenere dai russi un nome di peso.
La Russia attende che gli Usa scoprano le carte
Mosca, in attesa di capire se per gli Usa interverrà il segretario di Stato Mike Pompeo, hanno deciso di affidare la guida della delegazione al vice del ministro degli Esteri russo Lavrov, Mikhail Bogdanov. Quanto agli Stati Uniti, in occasione della visita a Washington del 30 luglio scorso il premier ha incassato l’endorsement del presidente Trump a una leadership italiana nel processo di stabilizzazione della Libia, con buona pace dei francesi. Il passo successivo è avvenuto nei giorni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, quando Conte ha invitato il tycoon a partecipare alla conferenza di Palermo. Anche perché il giorno prima dell’apertura dei lavori Trump sarà a Parigi per partecipare alla cerimonia di commemorazione della Prima guerra mondiale. Per ora da fonti governative è giunta l’assicurazione che l’incontro vedrà la partecipazione di un nome di alto livello.
Il «convinto sostegno da parte dell’Unione europea»
Dopo quello di Usa, Russia e Egitto, l’Italia ha incassato il sostegno dell’Ue. «L’odierna discussione sulla situazione in Libia al Consiglio Affari Esteri dell’Ue - ha spiegato il ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi, in occasione dell’ultimo incontro in Lussemburgo - ha permesso di constatare un unanime e convinto sostegno alla Conferenza di Palermo del prossimo novembre. Gli Stati membri e le istituzioni Ue - ha spiegato il responsabile della Farnesina - hanno riaffermato con nettezza l’impegno a parlare con una sola voce e a portare avanti con coerenza uno sforzo congiunto a favore della sicurezza in Libia. Il percorso di riferimento resta quello del piano Onu, nel cui ambito si inserisce la Conferenza di Palermo». Ora si tratta di far sedere allo stesso tavolo i pesi massimi. E non sarà un’operazione facile.
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