Legge di Bilancio 2022: via al confronto tra i partiti sulla manovra. Quasi 6.300 emendamenti
Il presidente del Consiglio punta a mettere al riparo il ddl di Bilancio dalle fibrillazioni della maggioranza. Gettone da 600 milioni a disposizione per le modifiche
di Andrea Carli
I punti chiave
- Draghi convoca i partiti: incontri da lunedì a mercoledì
- L’intesa politica sulla riduzione della pressione fiscale
- Sono 6.290 gli emendamenti al ddl Bilancio
- I segnali (non positivi) giunti dalla maggioranza nell’ultima settimana
- Le richieste dei partiti
- Il pressing per un rinvio delle cartelle esattoriali oltre il 31 dicembre
6' di lettura
È entrato nel vivo il confronto sulla manovra tra le forze politiche che compongono la larga maggioranza dell’esecutivo Draghi. C’è un mese a disposizione per convertirla in legge. È necessario procedere a velocità sostenuta, ed evitare incidenti di percorso o situazioni di guerriglia parlamentare che potrebbero far scivolare il Paese nell’esercizio provvisorio.
Ecco allora che in queste ore si giocano due partite. Su due terreni di gioco paralleli. Uno a Palazzo Chigi, l’altro a Palazzo Madama. L’uno è connesso all’altro. Entrambi avranno effetti sulle modifiche alla legge di Bilancio che vedranno la luce nel percorso di conversione del ddl. Il budget, il gettone per i ritocchi, è per il momento limitato a 600 milioni di euro.
Draghi convoca i partiti: incontri da lunedì a mercoledì
Da una parte il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiamato a sedersi al tavolo con lui, i ministri dell’Economia Daniele Franco e dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà tutti i partiti della larga maggioranza. Il calendario dei faccia a faccia con le singole forze politiche si snoda in tre giorni. Ad aprire le danze sono stati i Cinque Stelle, lunedì 29 novembre alle 17.30 (hanno partecipato il capo delegazione al governo Stefano Patuanelli e i capigruppo alla Camera e al Senato, Davide Crippa e Mariolina Castellone). M5s ha difeso il Reddito di cittadinanza, appellandosi agli altri partiti per trovare convergenza sui rimborsi immediati delle detrazioni e sul Superbonus. Martedì 30 alle 12 a sedersi al tavolo con Draghi sarà la delegazione della Lega, alle 15.30 FI e alle 17.30 il Pd. Chiuderanno il giro mercoledì 1 dicembre alle 10 gruppo Autonomie, 12 CI, alle 15.30 Iv, e alle 17.30 Leu. Allo stesso tempo, lunedì 29 il ministro dell’Economia Franco incontra i sindacati al Mef, sul tema riforma fiscale. I sindacati chiedono di concentrare gli 8 miliardi per le tasse su buste paga e pensioni.
In generale, l’obiettivo dell’esecutivo è mettere al riparo il ddl di Bilancio dalle fibrillazioni della maggioranza: nella sostanza “blindare” l’intesa appena raggiunta su come impiegare gli otto miliardi destinati al taglio delle tasse, evitare fughe in avanti o liti infinite su temi come il reddito di cittadinanza o Superbonus. Il capo del Governo Draghi richiamerà al senso di responsabilità i partiti per scongiurare le tentazioni di assalti alla diligenza.
L’intesa politica sulla riduzione della pressione fiscale
Draghi ascolterà i partiti della sua maggioranza prima di mettere il sigillo all’accordo tra maggioranza e governo sull’anticipo del taglio delle tasse in manovra. Un’intesa che riscrive il prelievo per dipendenti, autonomi e pensionati, e alleggerisce il conto dell’Irap per circa un milione di partite Iva. Sarà formalizzata in un emendamento del Governo al ddl di Bilancio.
Sono 6.290 gli emendamenti al ddl Bilancio
Dall’altra, la seconda partita: alle 17 di lunedì 29 novembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl di Bilancio in commissione Bilancio del Senato. Sul piatto 600 milioni per finanziare le modifiche introdotte da entrambi i rami del parlamento (ma la partita si giocherà al Senato, in prima lettura). Sono 6.290 le proposte di modifica presentate dalle forze politiche. Sulla gran parte c’è la firma delle forze politiche della maggioranza. Forza Italia ne ha presentati 1.108, la Lega 976, il M5s circa 988, il Pd 865, Italia viva 468. Altri 890 sono arrivati dal Gruppo misto, inclusi i circa 250 di Leu, e 210 dalle Autonomie. Dall’opposizione sono giunti 785 emendamenti di FdI. Sono stati poi presentati altri 64 subemendamenti all’emendamento con cui il governo punta a trasferire nella legge di Bilancio il decreto anti-frodi sui bonus edilizi. L’anno scorso, col Conte bis, le proposte di modifica furono 7 mila. Prima che i lavori in Commissione entrino nel vivo, si dovrà attendere la fine del ciclo di incontri fra Draghi e i partiti. Il lavoro sulla legge di Bilancio andrà per qualche giorno in parallelo a quello sul Dl fisco-lavoro, collegato alla manovra, ora all’esame delle commissione Finanze e Lavoro del Senato, e a quello sulla delega fiscale, che mercoledì 1 dicembre inizierà il suo percorso in commissione Finanze alla Camera.
I segnali (non positivi) giunti dalla maggioranza nell’ultima settimana
Il Capo del Governo sa che bisogna evitare che si ripetano gli incidenti d’Aula delle scorse settimane e che gli emendamenti alla legge di bilancio diventino occasione per alzare la posta con il governo o per contarsi, in vista del voto di gennaio per il Quirinale. Non soni sfuggiti a Draghi i segnali giunti da Palazzo Madama nell’ultima settimana: la fatica fatta a trovare un accordo sui relatori della legge di bilancio, le tensioni nei gruppi e tra i gruppi, la scelta di Lega, Fi e Iv di votare due volte contro il governo sul decreto sulle capienze. Ci sono state nuove scintille fra Lega e M5s, dopo che Salvini ha annunciato che chiederà al premier di destinare i fondi del reddito di cittadinanza al taglio delle bollette
Le richieste dei partiti
I partiti premono. I 5 Stelle, che sono stati la prima forza a essere ricevuta a Palazzo Chigi anche in quanto gruppo di maggioranza relativa in parlamento, chiedono di far saltare il tetto Isee sulle villette e meno complicazioni burocratiche per il Superbonus e, soprattutto, nessuna altra modifica al Reddito di cittadinanza. Chiedono anche l’accredito diretto sul conto corrente delle spese detraibili: il cashback fiscale. Propongono inoltre di riconoscere il trattamento previdenziale, ora previsto solo per le altre forze di polizia, anche per i dipendenti dei corpi forestali delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
La Lega chiede l’abbattimento dell’Iva sui generi di prima necessità (per il triennio 2022-2024 o strutturale, costo 3,8 miliardi), la proroga del Superbonus per le onlus e anche per le unifamiliari, con un mix di ipotesi che vanno dal raddoppio del tetto Isee al decalage all’80% degli incentivi senza fissare però alcun paletto legato al reddito, la proroga ampia per la rottamazione delle cartelle e estensione della flat tax fino a 100 mila euro di fatturato con aliquota del 20%. Il partito guidato da Matteo Salvini propone anche di introdurre con il cosiddetto “emendamento Amazon” disposizioni di contrasto alle frodi con obbligo di fatturazione elettronica e responsabilità solidale fra cessionario e piattaforma, nonché interventi in favore dell’automotive con un rifinanziamento da 150 milioni del fondo ecobonus. La Lega punta poi a introdurre il credito di imposta per l’installazione impianti in scuole e ospedali, ad aumentare pensioni e assegni di invalidità e all’istituzione di un fondo per le persone autistiche (100 milioni). Nel pacchetto che la delegazione proporrà al premier martedì 30 novembre trova spazio infine una serie di emendamenti che spingono per l’assunzione nelle forze dell’ordine e per aumentare gli straordinari così come la richiesta di esonero per 6 mesi del canone patrimoniale di concessione (ex Tosap/Cosap) con un costo stimato di 93 milioni.
Forza Italia preme per uno sforzo ulteriore per ridurre la pressione fiscale: la legge di Bilancio, ha ricordato il leader Silvio Berlusconi «può essere migliorata con l'estensione del taglio dell'Irap, che abbiamo sempre definito “imposta rapina”, alle aziende e dell'Irpef per i lavoratori. Proporremo a Draghi di mantenere i bonus edilizi e di estenderli anche alle case monofamiliari e agli impianti sportivi e un differimento delle cartelle esattoriali e degli altri adempimenti fiscali al 2022».
Fra gli emendamenti del Pd alcuni puntano sulla scuola, per fare in modo che continuino gli investimenti in tecnologia e informatizzazione. Sul piano previdenziale, i Dem chiedono che accedano all'Ape sociale gli edili con 30 anni di contributi anziché 36 e i precoci-gravosi. Il Pd propone di potenziare le misure di accesso al credito attraverso fondo centrale di garanzia, confidi e microfinanza. Infine chiede, come Italia Viva, di rafforzare gli interventi contro la violenza sulle donne e di esonerare ancora bar e ristoranti dalle tasse per l’occupazione del suolo pubblico, per mantenere i tavolini all’aperto.
LeU punta alla accelerazione della transizione energetica. C’è poi la richiesta di abbattimento del tetto Isee per l’ecobonus e la proroga di tutto l’ecobonus al 2025. Sul reddito di cittadinanza si punta a togliere le penalizzazioni per le famiglie numerose. Misure sono previste anche per il personale di scuola e sanità; c’è infine un emendamento sulle delocalizzazioni.
Iv preme per rinviare sugar e plastic tax, assunzioni con sgravi contributivi per under 30, potenziamento dell'apprendistato e per questa fascia di età una no tax area. Tema centrale per Iv è anche l’empowerment femminile ed il contrasto alla violenza di genere.
Dall’opposizione FdI pone in primo piano il caro-bollette e al taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori. Sempre in materia fiscale chiede il rinvio delle cartelle esattoriali oltre il 31 dicembre e almeno finché dura lo stato di emergenza e l’introduzione di una rottamazione-quater. La copertura delle misure, in particolare quella sulla riduzione delle tasse, viene prevista dalla cancellazione del reddito di cittadinanza. Fra gli altri emendamenti, viene proposto un fondo per la sanificazione con ventilazione meccanica delle scuole.
Il pressing per un rinvio delle cartelle esattoriali oltre il 31 dicembre
C’è poi il tema del rinvio delle cartelle esattoriali oltre il 31 dicembre. Lo chiedono Lega, FdI e FI e sarebbe gradito a molti altri in maggioranza. Ma già col Dl Fisco - che fissa lo slittamento dal 30 novembre al 9 dicembre - c’è stato lo scoglio dei fondi.
loading...